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Preparazione alla Pentecoste

Perché e come prepararsi alla festa di Pentecoste?

 

Pentecostes Maria

 

Editoriale (27/05/2023 16.06, Gaudium Press)  Gli apostoli erano preparati alla loro alta vocazione?

Si dovrebbe supporre che, dopo tre anni di contatto quotidiano con Nostro Signore Gesù Cristo, fossero preparati per la missione che spettava loro: fondare ed espandere la Santa Chiesa.

Ma non lo erano. In diversi passi del Vangelo li vediamo pieni di debolezze. Subito dopo episodi, prediche e miracoli incredibili, non commentavano la grandezza delle parole o dei gesti del Maestro, ma piuttosto pensavano a discutere tra loro su chi sarebbe stato il primo ministro di un presunto regno temporale che, credevano, Cristo avrebbe fondato.

Quando Gesù disse loro che stavano per compiersi le profezie sulla sua Passione, Morte e Risurrezione, non capirono nulla (Lc 18, 31-43), e litigarono di nuovo su chi sarebbe stato il più grande (Mc 9, 31-35). La madre di Giovanni e Giacomo si avvicinò un giorno a Gesù, accompagnata dai suoi due figli, per chiedergli di riservare loro i primi due posti nel regno futuro (Mt 20,2028).

Al termine della Santa Cena, subito dopo la partenza di Giuda, ci fu un dialogo rivelatore. Dopo che Pietro si era detto pronto a dare la vita per il Maestro – affermazione che Gesù non accettò, profetizzandogli il triplice rinnegamento -, Tommaso manifestò la sua cecità di fronte agli eventi imminenti e Filippo mostrò di non essere pienamente consapevole della divinità di Gesù, chiedendogli: “Signore, mostraci il Padre e ci basterà”. Al che Nostro Signore rispose: “Da tanto tempo sono con voi e non mi hai conosciuto, Filippo! Chi ha visto me ha visto anche il Padre. Come fai, dunque, a dire ‘mostraci il Padre’: non credete che io sono nel Padre e il Padre è in me?” (Gv14,2-10).

Perché gli apostoli non capirono?

Questa era la situazione di coloro che Gesù Cristo aveva chiamato a essere le colonne della sua Chiesa. Non Lo capirono. Perché? Tra le varie spiegazioni possibili, tre sembrano essere le più plausibili.

In primo luogo, l’essere umano, indebolito dal peccato originale, non ha alcun desiderio di alzare lo sguardo verso le verità più elevate. Il suo gusto è quello di rivolgersi a riflessioni puramente pratiche e concrete, attratto dagli aspetti mediocri della vita.

Per questo non si rende conto della grandezza a cui è chiamato. Questo problema si pone più acutamente quando si tratta di coloro che hanno una vocazione fuori dal comune, come era successo agli apostoli: non si resero conto che la più grande missione della storia era la loro.

Un’altra spiegazione è di natura psicologica. La società di Israele era molto gerarchizzata, con i sacerdoti al vertice e poi tutta una coorte di persone legate al sacerdozio o alla regalità, come gli scribi, i farisei e la classe ricca.

D’altra parte, la Galilea era una regione disprezzata, considerata “barbara” e ignorante. Gli apostoli erano quasi tutti Galilei e pescatori. Si sentivano quindi in qualche modo inferiori. Ora si apriva per loro l’opportunità di salire ai primi posti nel nuovo regno.

Mancavano di amore

Infine, mancava in loro un amore ardente per Nostro Signore. Se avessero avuto questo amore, tutto il resto sarebbe stato risolto. Non serviva a nulla assimilare la dottrina, né avere fede e speranza, perché queste virtù non hanno valore se non sono accompagnate dalla carità.

Nemmeno dopo la risurrezione di Nostro Signore queste debolezze scomparvero. L’incredulità di San Tommaso ne è un esempio eloquente. Il Signore trascorse altri quaranta giorni in mezzo a loro, fece rivelazioni e diede insegnamenti. Non servì a nulla.

Di cosa erano ancora preoccupati? Della restaurazione del regno di Israele…

Anche al momento dell’Ascensione, quando il Divino Maestro parlò loro della imminente venuta dello Spirito Santo, reagirono dicendo: “E quelli che erano riuniti gli domandarono: Signore, è venuto il momento che tu ristabilisca il regno d’Israele?”(A1,6).

Preparazione alla discesa dello Spirito Santo

Maria Pentecostes

Subito prima dell’Ascensione, Gesù aveva ordinato agli apostoli di non allontanarsi da Gerusalemme, perché di lì a pochi giorni sarebbero stati battezzati nello Spirito Santo. Così tornarono nella Città Santa e salirono nella stanza superiore del luogo del cenacolo: “Tutti costoro continuavano concordi a pregare, insieme alle donne, compresa Maria, madre di Gesù, e i suoi fratelli”.

Vediamo anche come gli apostoli conoscessero il valore della preghiera. Attraverso di essa si preparavano a ricevere lo Spirito Santo. E” perseverarono di comune accordo”, cioè erano concordi, e inoltre stavano insieme, perché la preghiera di molti uniti nell’amore di Gesù Cristo e nel suo servizio, ha questa promessa: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,19).

Erano riuniti insieme, un modo eccellente per prepararsi ai grandi eventi. Gesù stesso aveva trascorso 40 giorni nel deserto prima di iniziare la sua vita pubblica.

Sebbene non si possa affermare che gli apostoli fossero migliori di prima, avevano però assunto un atteggiamento saggio. La grazia della Pentecoste sarebbe stata, in qualche modo, lo sbocciare di un fiore il cui seme era germogliato nelle loro anime.

L’intercessione di Maria

In altre parole, sebbene questa grazia fosse gratuita, un’iniziativa di Dio, essi avevano in qualche modo preparato la strada. Infine, arriviamo a un punto fondamentale: hanno pregato con Maria.

Questa è la condizione indispensabile per ricevere le grazie dello Spirito Santo. Come sua sposa, la Madonna deve avergli chiesto di scendere sugli apostoli. Incontrandosi con la Vergine, gli apostoli ottennero le grazie che liberarono le loro anime dagli ultimi ostacoli, per beneficiare della Pentecoste.

Invia il tuo Spirito

Per utilizzare adeguatamente le grazie dell’imminente commemorazione della Pentecoste, consideriamo la meraviglia dell’azione santificante dello Spirito Santo nelle nostre anime.

Quanto il mondo, nella sua situazione attuale, ha bisogno di un Suo soffio speciale per cambiare i cuori e rinnovare completamente la faccia della Terra!

Chiediamo alla divina Sposa del Paraclito, nostra Madre e Signora, che ci ottenga quanto prima la grazia della discesa di questo Spirito rigeneratore nelle nostre anime, come implora la Santa Chiesa: “Emitte Spiritum tuum et creabuntur, et renovabis faciem terr攓Manda il tuo Spirito e tutto sarà creato, e rinnoverai la faccia della terra”.

Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP

 

Testo tratto, con adattamenti, dalla rivista Araldi del Vangelo n.5, maggio 2002.

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