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Perché Maria è andata a trovare sua cugina Elisabetta?

Nella Visitazione di Nostra Signora a sua cugina Santa Elisabetta – la cui festa la Chiesa celebra oggi, 31 maggio – vediamo il potere della Madre del Redentore: l’eco della sua voce santifica l’ uomo.

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Visita di Nostra Signora a Santa Elisabetta

Redazione (31/05/2023 15:57, Gaudium Press) Dopo aver concluso il breve racconto dell’Annunciazione del Signore, San Luca continua la sua narrazione descrivendo la visita della Vergine a sua cugina Elisabetta: “In quei giorni Maria partì per la campagna e giunse in fretta in una città della Giudea” (1,39).

In questo mistero, che culminerà nella santificazione di San Giovanni Battista, risplendono, in modo unico, la prontezza della Vergine e l’abbondante effusione dello Spirito Santo attraverso di Lei, elementi che lo rendono particolarmente degno della nostra attenzione.

In generale, e giustamente, Maria è considerata dalla pietà cattolica come la Madre del Verbo incarnato, un aspetto eminente della sua vocazione, poiché non c’è rapporto più stretto con Gesù di quello favorito dalla Divina Maternità.

 Sposa mistica dello Spirito Santo

Tuttavia, nell’episodio della Visitazione possiamo contemplarla da un’angolazione poco conosciuta e amata, ma di capitale importanza per comprendere la missione della nostra Regina Celeste: come Mistica Sposa dello Spirito Santo.

Con questo titolo la Madonna brillerà nei secoli futuri per la sua capacità di cambiare le anime con un’efficacia al di là di ogni aspettativa.

Così, nell’incontro con Santa Elisabetta, si solleva un velo sul ruolo di Maria nella santificazione della Chiesa, poiché ella è, per così dire, un solo spirito con il Divino Consolatore, in virtù del legame sponsale di natura mistica che si era stabilito tra loro fin dall’Annunciazione.

La serena fretta di Maria

Nel sesto mese di gravidanza di Elisabetta, San Gabriele fece visita alla Vergine. Il fatto che l’Arcangelo abbia dato, come prova del suo annuncio, il miracolo avvenuto alla cugina, dimostra che la Madonna non ne era a conoscenza.

A differenza di Zaccaria, che aveva dubitato, Maria lo accettò con piena fiducia e per questo l’evangelista racconta che andò “in fretta” nella regione montuosa.

La Madonna decise di mettersi in viaggio non per accertarsi di quanto le avesse detto il messaggero celeste, ma per compiere una missione comunicataLe dall’Angelo.

Probabilmente chiese a San Gabriele se le conveniva partire al più presto e il suo interlocutore, estasiato, le confermò che questa era la volontà di Dio.

Uno degli aspetti più commentati di questa santa sollecitudine, che non altera in alcun modo l’imperturbabile serenità e pace del suo Cuore Immacolato, è il suo impegno ad aiutare direttamente la cugina.

Sapendo che Elisabetta era avanti negli anni e non aveva nessuno che la sostenesse, Maria si dispose, con estrema carità, a fare da vera ancella.

È una considerazione molto bella che va sottolineata. Ma è solo questo il motivo della sua fretta?

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Il viaggio della Madonna

Soffermiamoci più da vicino su un punto non sempre considerato in questo mistero, il cui fulcro è il rapporto tra San Giovanni Battista, che stava per nascere, e il Figlio generato dalla Vergine.

Sembra improbabile che San Gabriele non Le avesse rivelato qualcosa sul ruolo di Elisabetta e Zaccaria nel piano della Redenzione, così come l’apparizione e il messaggio a questo sacerdote nel Santuario del Signore e tutto ciò che sarebbe accaduto al bambino nel futuro.

Ben presto la Madonna andò alla ricerca di Santa Elisabetta consapevole di chi sarebbe stato il suo bambino.

Di comune accordo, la Santa Coppia si organizzò in modo saggio per il viaggio di tre giorni. La Vergine doveva essere accompagnata dal suo sposo verginale, ma quest’ultimo poteva rimanere ad Ain Karim, la città di Elisabetta e Zaccaria, solo per un breve periodo, dovendo tornare poi a Nazareth per continuare il suo lavoro di falegname.

Infine, arrivarono ad Ain Karim. Maria si recò nel luogo dove si trovava Elisabetta e il Santo Patriarca si ritirò per andare dal padrone di casa e sistemare i bagagli della sua Signora.

Nell’apparente normalità di questa scena familiare, una nuova economia di grazia si sarebbe aperta all’umanità, attraverso la Sposa Mistica del Divino Spirito Santo.

Un saluto dagli effetti soprannaturali

“Quando Elisabetta udì il saluto di Maria…” (Lc 1,41a), San Luca racconta semplicemente. Purtroppo non descrive questo saluto.

Nella sua discrezione e umiltà, entrando in casa potrebbe aver detto solo: “Elisabetta!”. Ma era la voce della Madonna! Basterebbe sentirla per passare il resto della nostra vita in estasi. Che significato possono avere le migliori composizioni musicali della storia se paragonate a una simile armonia celeste?

Per l’amore verso la cugina, per l’amore verso Dio e perché sapeva di avere una missione da compiere nell’opera della Redenzione, Maria pronunciò “Elisabetta” con un’intonazione che nasceva più dal profondo di quel santo affetto che dalle sue corde vocali, perché “la bocca parla di ciò che il cuore trabocca” (Mt 12,34).

Come madre del Precursore, che sarebbe stato simile a Cristo stesso, era giusto che Santa Elisabetta possedesse una serie di qualità che la rendessero simile alla Madonna. Questa sintonia spirituale tra loro, ben più grande dei semplici legami di parentela, fu alla base dell’amicizia che le univa, manifestata da entrambe con un’umiltà, un’elevazione e un affetto degni degli Angeli.

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In seguito al saluto della Mediatrice di tutte le grazie, “il bambino sussultò nel suo grembo ed Elisabetta fu colmata di Spirito Santo” (Lc 1,41b).

Tale era la forza, la penetrazione e l’efficacia della voce di Maria che, attraverso di lei, la vita divina che abitava nel suo Cuore Immacolato fu trasmessa con sovrabbondanza a sua cugina.

Se qualche macchia di colpa originale rimaneva ancora nella venerabile padrona di casa, scomparve in quello stesso istante. L’amore della Madonna, quando è ben accolto, produce un immenso cambiamento!

Conseguenze delle nozze mistiche

Consideriamo ora il ruolo delle nozze mistiche della Vergine Castissima con lo Spirito Santo e le loro conseguenze per la generazione e la santificazione dei figli di Dio.

Essendo la Madonna la creatura più perfetta mai uscita dalle mani dell’Artefice Divino, possedeva nei confronti del suo Creatore tutto l’amore possibile per una persona concepita senza peccato e nella pienezza della grazia. Pertanto, la sua ardentissima carità la portava a desiderare la massima gloria per suo Figlio, Dio incarnato.

Ora il Precursore di Gesù doveva essere all’altezza della sua missione e partecipare in grado eminente al potere di purificare e sublimare le anime che la Redenzione stava portando. Per questo era necessario sottrarlo alle grinfie del demonio, purificarlo dalla sua macchia originale e santificarlo con grande potenza.

Maria aveva acquisito un sesto senso della fede molto fine, grazie al quale discerneva nei minimi segni la volontà di Dio e si impegnava a realizzarla con generosità e perfezione.

Così, consapevole che la Trinità voleva santificare Giovanni ancora nel grembo di sua madre comunicandogli il dono della grazia, e che il disegno divino era di farlo attraverso di Lei, la Madonna si lasciò condurre ad Ain Karim con la docilità e la leggerezza di una nuvola sospinta dal vento.

La santa fretta della Madonna si spiega con il fatto che è una caratteristica specifica della Terza Persona agire con rapidità, delicatezza ed efficacia. Ricordiamo che nel suo sposalizio mistico con il Consolatore, la Madonna è diventata per così dire un solo spirito con il suo Sposo Divino.

Perciò, davanti all’imminenza della santificazione di Giovanni Battista, Egli volle agire in Lei e per mezzo di Lei!

Per l’unione intima e indissolubile tra di Loro, la voce di Maria non era più la sua ma  quella dello Spirito Santo, che faceva della figura, dei gesti, delle parole, del sorriso e dello sguardo della bella Vergine il suo strumento per comunicare agli altri grazie altissime e trasformanti.

Un ardente desiderio di santificazione

Infatti, se si considera l’eccelsa grandezza della vocazione del Precursore – che ricevette da Cristo il più alto elogio: “Tra i nati di donna non c’è nessuno più grande di Giovanni” (Lc 7,28) – si percepisce chiaramente che le più grandi opere del Paraclito per la santificazione dell’umanità si compiono attraverso l’azione diretta della sua Sposa.

Questo modo sapiente e tenero con cui lo Spirito Santo agisce insieme a Maria ha origine nel suo amore sponsale per Lei. In mille occasioni nella storia della Chiesa, egli ha separato e santificato i suoi eletti in Maria e con Maria, e così sarà anche nel futuro.

È in Lei, con Lei e attraverso di Lei che il Consolatore susciterà gli apostoli degli ultimi tempi che, come profetizzato da San Luigi Maria Grignion de Montfort, porteranno a una rinnovata altezza di santità il Corpo Mistico di Cristo e il mondo.

Dobbiamo quindi chiedere alla Madonna che la sua voce parli nel profondo delle nostre anime e ci santifichi, concedendoci una virtù che a volte anni di lotte e fatiche non ci hanno fornito.

 

Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP.

 

Testo tratto, con adattamenti, dal libro Maria Santissima! Il Paradiso di Dio rivelato agli uomini, vol. II.

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