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Il famoso esorcismo di San Filippo Neri

Nella vita di San Filippo Neri c’è un episodio in cui gli angeli intervennero per difendere le anime dal demonio.

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Rita Sberna (04.11.2020 23:04, Gaudium Press) San Filippo Neri (1515-1595) è uno dei santi più amati e viene considerato uno dei più grandi Riformatori della Chiesa della Controriforma Cattolica. Lui proponeva una santificazione nella vita quotidiana utilizzando anche la musica e le arti figurative.

Il suo rapporto con gli angeli e il salvataggio

Da sempre è stato devoto degli angeli di Dio, tantè che San Filippo (fondatore dei preti dell’Oratorio) una volta venne salvato dal suo angelo custode, il quale lo sollevò talmente in alto da evitare che venisse travolto da una carrozza trainata da quattro cavalli che erano impazziti e che a massima velocità attraversavano un vicolo stretto di Roma.

Non fu l’unico episodio angelico, un’altra volta il santo incontrò un povero che gli chiese delle monete, san Filippo stava per dargli le poche monete a sua disposizione ma quel povero gli disse sorridendo: “Io volevo vedere solamente quello che tu sapevi fare” e subito dopo scomparve.

Il santo, successivamente confidò quest’episodio a due sacerdoti dicendo che quel povero era il suo angelo custode e che con quell’episodio voleva fargli capire che la carità è sempre gradita a Dio e ai suoi angeli.

San Camillo de Lellis figlio spirituale di San Filippo Neri

San Filippo Neri fu il direttore spirituale di un altro grande santo, San Camillo de Lellis. Padre Sanzio Cicatelli è uno dei biografi della vita di san Camillo de Lellis, il quale scrive confermando l’importanza e il ruolo che hanno gli angeli al momento del trapasso dalla morte alla vita di ogni anima.

Gli angeli ispirano i sacerdoti a dire le giuste parole di conforto al moribondo che in quel momento sta nella fase di agonia.

San Camillo è stato il santo fondatore dei Ministri degli Infermi.

Padre Cicatelli nella biografia scrive:

“…A maggior sostegno di ciò voglio riferire la testimonianza del beato Filippo Neri. Il quale trovandosi presente nell’agonia del signor Vergilio di Crescenzo, patrizio romano e gentiluomo di famosa bontà, disse ad un nostro sacerdote, Claudio Vincenzo, anche lui presente alla detta agonia: “Padri, attendete pure di buon animo a questo santo ufficio di carità verso i morenti perché io vi dico, per vostra consolazione, che ho visto gli angeli santi mettere le parole in bocca ad uno dei vostri mentre raccomandava l’anima ad un altro morente dove anche io mi trovavo presente.”.

Sono testimonianze preziosissime che ci confermano l’importanza della presenza del sacerdote in un momento delicato, anzi nel momento finale in cui l’anima si prepara a lasciare la terra per raggiungere la vita eterna.

L’esorcismo di San Filippo Neri

Un altro episodio si è verificato nella vita di san Filippo Neri che ha come protagonista un musicista di nome Sebastiano, un penitente del santo che cadde malato a Roma.

Il demonio avrebbe ottenuto una grande vittoria facendo “perdere” quest’anima, infatti Sebastiano cedette per mano del demonio alla tentazione della disperazione, credeva che non si sarebbe salvato e che si fosse sicuramente maledetto.

Per due ore si lamentò gridando che era meglio non essere mai nato. Gli amici andarono a chiamare san Filippo Neri che giunto al letto del malato posò la sua mano sulla testa di Sebastiano e disse: Non abbiate paura”. Sebastiano si calmò immediatamente ed esclamò: “Padre Filippo caccia il diavolo; il diavolo fuggì, qual meraviglioso potere quello di padre Filippo! Viva Cristo! Viva Filippo che mi ha salvato dall’Inferno!”.

Sebastiano prima di abbandonare l’anima al volere del Padre, fece qualche inno a Gesù e vide gli angeli e gli arcangeli di Dio e poi si abbandonò tra le braccia di san Filippo.

 

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