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Frati e suore in difficoltà in cucina: niente paura arrivano gli angeli!

I religiosi che hanno invocato l’aiuto degli angeli anche in cucina.

Matera Pesce

Rita Sberna (06.11.2020 23:04, Gaudium Press) Cominciamo a parlare di frate Bartolomeo Da Foresta (1498) cuoco dei francescani di Todi, che un giorno per distrazione rovesciò la marmitta nel lavello, ma gli angeli vennero subito in suo aiuto riempiendo il recipiente del brodo più untuoso e più gustoso che avessero mai mangiato i monaci prima di allora.

Pare che gli angeli apprezzerebbero la zuppa.

Il brodo e le monache

Un’altra religiosa è suor Stefania De Jesus (1617) conversa nel carmelo di Valladolid. Un giorno nel refettorio stava portando la zuppiera che improvvisamente le scivolò dalle mani.

La religiosa anziché lamentarsi e cadere nello sgomento si rivolse subito a Gesù: “Padre celeste, le vostre spose non avranno di che mangiare!”.

Dopo quella preghiera spontanea gli angeli intervennero, ed i piatti delle monache si ritrovarono in maniera immediata pieni di brodo fumante, ed ovviamente era un brodo squisito.

La comunità rese lode e grazie a Dio, e ringraziarono gli angeli per l’aiuto concesso.

Fra Giacomo e il pranzo di Natale

Fra Giacomo da Montesanto era incaricato a stare in cucina nel convento di Civitanova. Ogni giorno il bravo cuoco si annoiava: doveva preparare il pane, pulire i legumi e preparare sempre il pranzo per l’intera comunità. Tutto questo gli impediva di pregare.

Così Fra Giacomo chiese al suo superiore di toglierli quell’incarico, in modo da potersi dedicare esclusivamente all’orazione. Ma nell’orazione, fra Giacomo incontrò soltanto desolazione interiore e aridità. Così chiese di voler ritornare al vecchio incarico.

Il giorno di Natale, il frate preparò di fretta il pranzo per i suoi confratelli e lasciò il cibo a cuocere sui fornelli mentre andò a pregare in Cappella.

Quando il padre guardiano andò in cucina per vedere se il cibo fosse pronto, trovò le pentole scoppiate sul fuoco, gli alimenti sparsi nelle ceneri, e i gatti avevano cominciato a mangiare ciò che era caduto per terra.

Furioso, si mise in cerca del cuoco ovvero di frate Giacomo che ritrovò da solo in un angolo oscuro della cappella.

Il padre guardiano rinfacciò a fra Giacomo di essere stato egoista, di non aver svolto bene il suo compito per aver pensato a se stesso.

Fra Giacomo desolato e dispiaciuto per l’accaduto, chiese scusa davanti a tutta la comunità e chiese scusa a Dio. Mai più avrebbe trascurato il suo incarico!

Tutti commossi dalle sue lacrime, degli angeli apparvero in quel momento stesso nella cucina, ed il pranzo di Natale si trovò preparato; era uno dei pranzi più squisiti che i frati mangiarono in tutta la loro vita.

Fra Giacomo imparò a santificarsi nella cucina sperimentando che Dio lo si può trovare anche tra i fornelli.

 

 

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