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“Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva”

Bibbia 2

Venerdì della XXXII settimana del T. O.

13 novembre, san Niccolò I papa

Lc 17, 26-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.
Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot.
Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.
Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata».
Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».

COMMENTO

La seconda venuta di Gesù sarà repentina e coglierà gli uomini alla sprovvista. Per i credenti è necessaria una continua vigilanza!

***

Il Signore paragona la sua seconda venuta ai castighi divini inflitti all’umanità peccatrice ai tempi di Noè e di Lot. In entrambe le circostanze gli uomini mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano e costruivano, finché non ci fu la pioggia di acqua nel primo caso e di fuoco nel secondo.

La caratteristica degli uomini carnali è di avere il cuore appesantito. Diventano insensibili alla voce di Dio che sussurra nell’intimo parole di pentimento e di conversione. Il risultato è che il giorno dell’ira li prende alla sprovvista!

La venuta del Signore sarà talmente fulminante che tutta la quotidianità cesserà e i bisogni della nostra sopravvivenza perderanno ogni interesse, perché giustamente è la Storia che finisce e l’eternità che comincia.

Tuttavia, per chi vive attaccato ai beni materiali la prospettiva soprannaturale di una vita angelica e senza fine, riempie di tedio e di tristezza. Abituati a vivere per godere la felicità che donano i sensi e gli istinti carnali si ha repulsione verso qualsiasi genere di spiritualità.

Questi tali saranno presi all’improvviso e avranno la sorte della moglie di Lot, che scappando dalle città peccatrici di Sodoma e Gomorra, si voltò a guardarle mentre il fuoco che pioveva dal cielo le consumava. Nostalgia inutile punita con una morte esemplare.

Noi non sappiamo, infatti, se arriveremo alla Parusia, se i nostri occhi avranno il gaudio incommensurabile di contemplare il Signore venire in gloria accompagnato dai suoi Angeli per annientare l’anticristo e mettere il punto finale alla Storia umana. Sappiamo, però, che un giorno sconosciuto, più o meno prossimo, moriremo. E morendo andremo immediatamente a rendere conto al Signore della nostra condotta. Sarà per noi il giorno del giudizio particolare. Teniamoci pronti! Non sia mai che attaccati alle vanità di questa terra ci presentiamo con le mani sporche o vuote davanti al Giudice!

San Giuseppe, Sposo Vergine di Maria e patrono della buona morte, interceda per ognuno di noi affinché l’ultimo nostro traguardo sia nella sua benedetta compagnia.

 

 

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