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Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano

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27 FEBBRAIO 2021

SABATO DELLA I SETTIMANA DI QUARESIMA

San Gabriele dell’Addolorata, Religioso

Mt 5,43-48

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.

Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?

Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

Commento:

Il Signore comanda di pregare per quelli che ci perseguitano, in modo da imitare il Padre Celeste che manda il sole e la pioggia su giusti ed ingiusti. Ne siamo in grado?

***

L’esempio più eclatante in questo senso è proprio quello di Gesù, che, inchiodato sulla Croce, in procinto di morire, si preoccupa di intercedere per chi lo stava uccidendo: “Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno”. Santo Stefano, seguendo i passi del Signore, fece altrettanto, mentre soccombeva sotto i colpi delle pietre. E grazie al suo perdono, Gesù conquistò, per l’apostolato cristiano, il fariseo Saulo di Tarso, san Paolo.

È bene sottolineare che Nostro Signore ci comanda di pregare per i nostri nemici, anche quelli che ci perseguitano in odio alla fede, ma non di accettare i loro errori né di tacere davanti a loro. I due esempi sopracitati vengono a corroborare quanto affermato: Gesù fu un critico meticoloso e intransigente contro gli errori dei farisei, e Santo Stefano, nel suo discorso infiammato e brillante a quelli della sinagoga, rimproverò la loro durezza di cuore con un linguaggio sempre elevato e nobile, ma allo stesso tempo tagliente e duro.

Quello che Gesù vuole evitare nel nostro comportamento è il restituire il male con il male, come insegna San Paolo: “Non rendete a nessuno male per male; la vostra preoccupazione sia fare il bene a tutti gli uomini. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene” (cfr. Rm 12,17-21).

Vincere il male con il bene non significa, quindi, abbassare la testa davanti al male. Il male viene denunciato con coraggio, perché la verità, se detta senza superbia o ira sproporzionata, è comunque e sempre un bene. Non fraintendiamo il Signore, pertanto. Il suo comando è pregare per i nemici, perché si convertano, perché cessino di fare del male, ed anche essere gentili con tutti gli uomini, pure con quelli che ci hanno fatto del male. Però questo non toglie l’obbligo di proclamare la verità e denunciare l’errore, il che è sempre un grande bene.

Imitando così Gesù saremo simili al Padre nostro che è nei Cieli.

 

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