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Due preti italiani percorrono 500 chilometri per raggiungere “il bosco dei profughi”

Sono Don Edy Savietto e Don Emanuele Cuccarollo i due parroci della comunità veneta che insieme ai volontari dell’associazione “Energia e sorrisi” hanno raggiunto il campo profughi nei Balcani con un camion di aiuti umanitari.

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Rita Sberna (14.03.2021 11:49, Gaudium Press) Ci sono dei profughi che purtroppo vivacchiano tra le foreste di Bihac, in Bosnia Erzegovina, ecco perché l’associazione “Energia e sorrisi” ha deciso di mandare loro aiuti umanitari avvalendosi dell’aiuto di due sacerdoti del Veneto: Don Edy Savietto e Don Emanuele Cuccarollo.

Hanno percorso un viaggio lungo 500 chilometri e sono partiti tra il 12 e il 15 febbraio, ma sono riusciti ad arrivare a destinazione portando molti aiuti e viveri.

Don Edy Savietto è parroco di Olmi e Cavriè in provincia di Treviso e don Emanuele Cuccarollo, parroco a Tavernelle, in provincia di Vicenza, sono partiti insieme ai volontari dell’associazione con un autoarticolato, due roulotte, due pulmini carichi di alimenti, sacchi a pelo ecc..

La prima tappa del viaggio

La prima tappa è stata presso i profughi dei Balcani, le città croate di Glina e Petrinja che di recente sono state colpite dal terremoto.

Poi il viaggio è continuato alla volta di Bihac un territorio particolare soprattutto per una politica di respingimenti.

Così racconta don Edy: «Siamo stati scortati dalla polizia croata fino al confine bosniaco. Anche se tutto era a posto per problemi burocratici il nostro camion è stato fermato al posto di blocco. Per riuscire a portare a destinazione gli aiuti abbiamo dovuto far arrivare un altro autoarticolato dalla Bosnia. Scaricare per ore ed ore tutto il materiale e sistemarlo nel camion giunto apposta fino a lì»

Continua il sacerdote – «Una volta sigillato controllato il mezzo e affidato nelle mani delle associazioni di volontari del posto è potuto ripartire. Arrivato a Sarajevo è stato disigillato e controllato e volontari del posto hanno provveduto a distribuire gli aiuti ai profughi».

L’inferno dei campi profughi di Bihac

Questo il racconto del sacerdote don Edy sull’esperienza al campo profughi di Bihac: «Vicino al confine bosniaco ci hanno portato in un bosco dove ho visto scene che nemmeno nei gironi dell’inferno di Dante troverebbero posto – continua don Edy – Tanti, troppi ragazzi ammassati.  Diverse le loro provenienze: Pakistan, Bangladesh, Iran, Irak. Impossibile dire quanti sono. Perché la situazione è fuori controllo».

Un’esperienza che sicuramente fa riflettere e in questo periodo quaresimale ci porta a calarci nella sofferenza altrui. Il Papa raccomanda spesso in molte occasioni pubbliche, l’importanza della carità e dell’aiuto agli ultimi di questa società che spesso e volentieri emargina certe categorie di persone, quasi dimenticandosi di loro.

 

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