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«Àlzati e mettiti qui in mezzo!»

Croce salmi

06 SETTEMBRE 2021

LUNEDÌ DELLA XXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

San Zaccaria, Profeta

Lc 6,6-11

Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.

Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo.

Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita.

Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

Commento:

Perché così tanto odio? Il mistero dell’iniquità è un abisso…

***

L’orgoglioso si pretende superiore a Dio. Sembra impossibile, ma è tanto vero che oggi i farisei, rimproverati da Gesù e umiliati dal suo potere taumaturgico, invece di riconoscere il loro sbaglio e di ritornare sulla strada della verità decidono nientemeno che eliminare il Giusto.

Avevano davanti il Signore del Sabato, e volevano farlo fuori, uccidendolo se necessario. E per quale motivo? Nella loro presunzione consideravano loro stessi i Signori del Sabato, e nell’apprendere che qualcuno era e poteva più di loro, si ribellarono con odio furibondo, decidendo di dare morte a Dio.

Nessuno può servire a due Signori, o serve Dio o serve sé stesso, e in quel caso, Dio avanza, dà fastidio, bisogna ucciderlo.

Il nostro occidente ha conosciuto filosofi che hanno parlato della morte di Dio. Forse l’hanno pagato caro, col proprio suicidio, ma di fatti hanno preteso distruggere ogni divinità al di fuori di sé stessi, considerandosi dei super-uomini.

Badiamo al nostro orgoglio, alla pretesa di essere padroni e signori di noi stessi e del mondo che ci circonda, perché o rientriamo per la strada dell’umiltà o vorremo cancellare Dio, con la Sua morte, se per assurdo fosse possibile, pur di regnare noi al posto Suo.

L’orgoglio dei farisei è simbolo dell’orgoglio umano, del desiderio fantasioso e delirante di dominio che esiste nel nostro cuore ferito dal peccato. Mettiamoci sulla strada della Verità, e dell’umiltà. Riconosciamo la nostra dipendenza, i nostri limiti, i nostri difetti e peccati. Facendo così si apriranno le braccia paterne di Dio e saremo accolti in un amplesso di amore eterno. Altrimenti, avremo la sorte dei farisei impenitenti: l’inferno.

 

 

 

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