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La 42° edizione di Tendopoli un successo di quattromila giovani

Ospite di questa 42° edizione il prete influencer don Alberto Ravagnani.

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Rita Sberna (25.08.2022 13:01, Gaudium Press) E’ giunta alla 42° edizione Tendopoli, una realtà guidata da padre Francesco Cordeschi, padre passionista del convento di Moricone, che ogni anno ospita migliaia di giovani in questa “città di tende”. Quest’anno il programma aveva come ospite il giovane e famoso prete influncer don Alberto Ravagnani. Ci siamo fatti raccontare l’esperienza da padre Francesco Cordeschi che si è prestato alle nostre domande.

 

Che cos’è la tendopoli e com’è nata?

La tendopoli è una città di tende; la tenda è uno spazio dove si cammina, un luogo dove l’uomo si ritrova con se stesso, con Dio e con gli altri. La tenda ti invita a guardarti dentro. La tendopoli è uno spazio di libertà dove l’uomo pellegrino nel tempo va cercando il significato nell’assoluto. Nella tenda non ci abitano i vagabondi ma ci abitano i pellegrini.

Perché un giovane partecipa alla Tendopoli?

I giovani partecipano alla tendopoli fondamentalmente perché sono in cammino e sono cercatori di un senso. Il giovane cerca di dare un senso alla sua vita, quindi esce e va oltre. La tenda per un giovane è anche il passaggio dall’era adolescenziale a quella della responsabilità, passa dalla dipendenza dagli altri alla libertà di se. La tendopoli piace ai giovani perché è un luogo dove si può vivere la libertà e la verità, nel quale non ci si può ingannare perche vieni chiamato a fare i conti con la tua vita, con le tue forze, con la tua resistenza. Vivi nella precarietà devi fare i conti con ciò che è essenziale, vedi le cose che contano e quelle che non contano.

Quale è stato il momento più bello di questa 42° edizione?

Il momento più bello è stato l’incontro con don Alberto Ravagnani, il quale è riuscito a fare una bella conferenza. Ha parlato per un’ora e un quarto e i ragazzi sono stati attenti fino alla fine. Non sono mancati i momenti di preghiera e l’incontro con gli adulti è stato molto intenso.

Cosa insegna l’esperienza di tendopoli?

Insegna che la vita è camminare, strada facendo mettendo un piede dopo l’altro, non contano i risultati ma contano le orme che tu lasci dietro di te. Quello che conta non è tanto la meta, quanto la gioia di fare una strada, conta essere vivo e non essere morto. Proprio il tema di quest’anno “Talita Kum” che invitava ad uscire dal nostro piccolo io e dal nostro mondo e cercare qualcosa di più grande e di più bello che va oltre noi.

Uscire da noi stessi insieme agli altri, ed ecco la tendopoli, un insieme di tende e di ragazzi che hanno il desiderio di andare oltre, di farsi sentire e di essere appartenenza, in sostanza un gruppo che cammina.

 

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