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San Tommaso ritratto da un altro colosso della fede, Don Bosco

 Il 28 gennaio la Chiesa commemora San Tommaso d’Aquino, e il 31 un altro colosso della fede, San Giovanni Bosco

 

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Redazione (30/01/2023 13:45,GaudiumPress) Il 28 gennaio si celebra la memoria di San Tommaso d’Aquino, luminare della teologia e filosofia cattolica, vissuto nel XIII secolo. Tutti coloro che cercavano il suo insegnamento, per imparare da un maestro così famoso, gli diedero il nome di “Angelo delle Scuole”.

Il 31 di questo stesso mese di gennaio la Chiesa celebra la memoria liturgica di un altro santo vissuto  in un’epoca più vicina alla nostra: San Giovanni Bosco.

Senza dubbio San Tommaso d’Aquino avrebbe molto da dire su Don Bosco, se lo avesse incontrato su questa Terra. Ma il Santo d’Aquino visse prima del suo compatriota e lo vide solo in Paradiso. Per San Giovanni Bosco era diverso. Conosceva la storia, il pensiero e gli insegnamenti di colui che è conosciuto anche come il Dottore Angelico. Don Bosco lo ammirava e scriveva anche di lui.

Un Santo ricorda un altro Santo

Vediamo cosa dice il fondatore della Famiglia Salesiana di San Tommaso d’Aquino nella sua Storia Ecclesiastica:

“Tra i santi che hanno brillato in questo tempo [sec. XIII] per la loro grande scienza e virtù, meritano una menzione speciale i dottori San Bonaventura, toscano, e San Tommaso d’Aquino. Quest’ultimo, nato da una nobile famiglia napoletana, all’età di cinque anni entrò nel convento dei Benedettini di Monte Cassino per essere istruito.

In seguito, quando espresse il desiderio di consacrarsi a Dio nell’ordine dei Predicatori, i suoi parenti, per impedirglielo, lo rinchiusero in una prigione sotterranea. Persone infami lo tentarono seriamente lì, per vedere se gli avrebbero fatto perdere la purezza, ma Tommaso ne uscì vittorioso, scacciandoli con una lampada accesa.

Uscito dal carcere si recò a Parigi, dove studiò teologia sotto la guida del celebre Alberto Magno.

Il Bue muto o Angelo delle Scuole

Sebbene facesse progressi meravigliosi nella scienza e nella pietà, sapeva nascondere il suo talento in modo tale che per il suo silenzio veniva giudicato sciocco, per cui i suoi compagni di classe lo chiamavano “bue muto”. Ma il maestro, che lo conosceva bene, disse a quelli che lo schernivano che, un giorno, il saggio muggito di quel bue sarebbe risuonato per tutta la terra.

All’età di 25 anni assunse la cattedra di filosofia e teologia  presso l’Università di Parigi. Gli ascoltatori che venivano a studiare con un insegnante così famoso, lo  soprannominarono “l’angelo delle scuole”.

Voglio te, solo te!

Un giorno, mentre era a Napoli, un’immagine di Gesù Cristo gli parlò e gli disse: “Tommaso, hai scritto bene di me, che premio vuoi?”, e lui rispose: “Solo tu, oh mio Dio!”

Ho trovato l’argomento…

Seduto un giorno alla tavola di San Luigi, re di Francia, ricordando una questione teologica, trovò improvvisamente la soluzione e, battendo la mano sul tavolo, esclamò: “Ho trovato l’argomento contro Manés”.

Il suo superiore  lo riprese ricordandogli che era alla presenza del re e lui chiese umilmente perdono, intanto il principe chiamò subito un segretario, al quale ordinò di trascrivere gli argomenti del Santo Dottore.

Gli offrirono  poi l’Arcivescovado di Napoli, che lui, per umiltà, non volle accettare.

Papa Gregorio lo invitò al concilio ecumenico che doveva riunirsi a Lione. Il Santo era già in cammino verso quella città, ma giunto al monastero di Fossanova, si ammalò, chiese il viatico e, tutto assorto in pensieri celesti, riposò nel Signore nell’anno 1274 all’età di 49 anni.

 

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