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Mons. Paglia, le pillole e le verità di Cristo e della Chiesa che non passeranno

La Pontificia Accademia per la Vita rilascia un comunicato sulle dichiarazioni di Mons. Paglia sul suicidio assistito.

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Redazione (26/04/2023 12:38, Gaudium Press) Dopo lo scandalo, che molti ritengono ancora più che giustificato, a seguito delle dichiarazioni di mons. Vincenzo Paglia il 19 aprile scorso al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, la Sala Stampa della Pontificia Accademia per la Vita (PAV) ha emesso un comunicato per cercare di chiarire il significato di tali affermazioni ed evitare “interpretazioni errate”.

Mons.Paglia aveva affermato tra l’altro che “non è da escludere che nella nostra società sia praticabile una mediazione giuridica che consenta l’assistenza al suicidio alle condizioni indicate dalla Sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale”.

Nel comunicato della PAV si legge che “monsignor Paglia ha spiegato che a suo avviso è possibile una ‘mediazione giuridica’ (non certo morale) nel senso indicato dalla Sentenza [della Corte Costituzionale italiana 242/2019], mantenendo il reato e le condizioni in cui viene depenalizzato, in quanto la stessa Corte Costituzionale ha chiesto al Parlamento di legiferare”.

Nel comunicato si legge anche che “l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ribadisce il suo ‘no’ all’eutanasia e al suicidio assistito, nel pieno rispetto del Magistero”.

Pillole di fede e Magistero

Tuttavia, la questione non è tanto che il presidente della Pontificia Accademia per la Vita abbia affermato la possibilità (che oggi ci dicono essere politico-giuridica, ma non etico-morale) del suicidio assistito, o che abbia avuto un lapsus, o che sia stato frainteso, ma ciò che molti osservatori sottolineano maggiormente è che monsignor Paglia fa esplodere la nozione di “Magistero” alla sua base.

Infatti, nella parte iniziale del suo intervento, l’arcivescovo aveva detto che “la Chiesa cattolica non ha un pacchetto preconfezionato di verità, come se fosse un dispensatore di pillole di verità. Il pensiero teologico si evolve nella storia, in dialogo con il Magistero e l’esperienza del popolo di Dio (sensus fidei fidelium), in una dinamica di mutuo arricchimento “.

La seconda parte di queste affermazioni potrebbe anche essere ben interpretata nel suo giusto senso, dal momento che l’Arcivescovo cita “il Magistero” come elemento da tenere in considerazione nell'”evoluzione teologica”, ma sembra cadere in una inesattezza quando dice “in dialogo con il Magistero”, mentre dovrebbe dire “nella fedeltà al Magistero”.

Numerose direttive da parte dei Papi ai teologi hanno affermato che il magistero bimillenario della Chiesa debba rimanere la loro guida.

Ma è la prima parte delle affermazioni del prelato che è puro tritolo contro il Magistero, perché il Magistero è proprio ciò che di fatto dice che non esiste, con l’espressione da lui usata: un insieme [pacchetto] di verità e insegnamenti che la Chiesa – in più di due millenni di esistenza [preconfezionata] – ha pronunciato in fedeltà al deposito della fede lasciato da Gesù Cristo.

E se questo insieme di verità [pillole di verità] non esiste, allora è proprio da questo che può derivare la possibilità di un’evoluzione del pensiero teologico, che può diventare assoluto, fino a consentire il suicidio assistito come ha accennato il monsignore, anche se ora la sala stampa della sua Accademia vuole correggerlo.

Se gli innumerevoli pronunciamenti magistrali precedenti contro il suicidio assistito non sono altro che “pillole” di “mere opinioni” e non sono manifestazioni della vera fede della Chiesa, allora tutto è uguale a niente, bianco è uguale a nero e paradiso è uguale a inferno.

Negando l’esistenza di queste “pillole” di fede, il vescovo Paglia nega il Credo e persino lo stesso “principio di contraddizione”, quel principio fondamentale della mente umana che distingue l'”essere” dal “non essere”, il nero dal bianco, la verità dall’errore. Lo stesso principio di contraddizione è un produttore di “pillole di verità”.

Ancora più importante: negare l’esistenza di queste cosiddette “pillole di fede” è l’esatto contrario di un Dio fattosi uomo che ha detto di sé: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”.

È Cristo e la sua dottrina non la “pillola” ma la Roccia fondamentale, non preconfezionata ma Eterna, che non si evolve con l’andamento dei tempi, ma che un giorno ha sentenziato che “il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Mt 24,35).

Tutto passerà, anche questo caos dottrinale che stiamo subendo, e i suoi corifei, ma la verità di Cristo rimarrà.

 

Di Saúl Castiblanco

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