Perché il mese di giugno è dedicato al Sacro Cuore di Gesù
Durante questo mese, i fedeli sono invitati a venerare, onorare e imitare con maggiore ardore, l’amore generoso e fedele di Cristo verso tutti indistintamente.
Foto: Cathopic/César Retana.
Redazione (16/06/2023 16:14, Gaudium Press) Il mese di giugno è dedicato dalla Chiesa cattolica al Sacro Cuore di Gesù. Durante questo mese, i fedeli sono invitati a venerare, onorare e imitare con maggiore ardore l’amore generoso e fedele di Cristo per tutti indistintamente.
Santa Margherita Maria Alacoque
Questa devozione, pur presente sin dall’inizio della Chiesa, acquistò maggiore intensità il 16 giugno 1675, quando Nostro Signore apparve a Santa Margherita Maria Alacoque mostrandole il suo Cuore circondato da fiamme d’amore, coronato di spine, con una croce e una ferita aperta da cui sgorgava sangue.
“Ecco il Cuore che ha tanto amato gli uomini e nulla ha risparmiato fino ad esaurirsi e a consumarsi per testimoniare loro il suo amore. Come riconoscimento, dalla maggior parte di essi ricevo solo ingratitudine: per la loro irriverenza e sacrilegio, per la freddezza e il disprezzo che hanno per Me in questo Sacramento d’amore”, disse Nostro Signore alla Santa.
Simbologia del Sacro Cuore di Gesù
Ciascun elemento del Sacro Cuore ha una spiegazione e un simbolismo. Il Cuore è l’organo nobile, simbolo dell’amore che Dio ha per noi e che ha portato suo Figlio a incarnarsi e a redimerci. La Croce simboleggia non solo quella che Egli portò sul Calvario per completare la redenzione, ma anche i nostri peccati, l’indifferenza e la mancanza di Fede. Le spine simboleggiano la tiepidezza delle anime che non pregano, non ricevono i Sacramenti, dimenticano facilmente i loro obblighi e non cercano di correggere i loro difetti. La ferita della lancia simboleggia coloro che lo attaccano, bestemmiano, adorano Satana e abbandonano la Chiesa. E le fiamme rappresentano la fornace dell’amore, della misericordia che Nostro Signore ha per gli uomini.
L’adorazione dell’amore di Dio
Papa Benedetto XVI ha detto una volta, a proposito di questa festa, che “la contemplazione del ‘costato trafitto dalla lancia’, in cui risplende l’infinita volontà di salvezza di Dio, non può essere considerata, quindi, una forma passeggera di culto o di devozione: l’adorazione dell’amore di Dio, che trova la sua espressione storico-devozionale nel simbolo del ‘cuore trafitto’, rimane indispensabile per una relazione viva con Dio”. (EPC)
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