Mons. Munilla: è necessario distinguere il proselitismo dalla conversione e apostolato
Il vescovo di Orihuela-Alicante è intervenuto nelle polemiche sulle dichiarazioni del nuovo cardinale portoghese.
Monsignor Munilla
Redazione (17/07/2023 17:31, Gaudium Press) Hanno suscitato grande eco le dichiarazioni di Mons. José Ignacio Munilla, vescovo di Orihuela-Alicante, in merito alle controverse parole del nuovo cardinale portoghese Américo Alves Aguiar, quando ha affermato che “non vogliamo convertire i giovani a Cristo, alla Chiesa cattolica, o a qualcosa del genere, assolutamente no”, nel corso di un’intervista sulla prossima GMG di Lisbona 2023.
Nel suo programma Sexto Continente, andato in onda su Radio Maria il 14 luglio, il vescovo Munilla ha affermato che, al di là delle sfumature che il vescovo portoghese ha aggiunto alle sue affermazioni, la frase in questione è “molto impropria, oltre che contraria al Vangelo”, tenendo conto che la ricerca della conversione e l’annuncio del Vangelo “si identificano con il ministero pubblico di Gesù”.
Buona parte delle precisazioni del vescovo portoghese si basano sull’affermazione che ciò che non si vuole è il proselitismo, senza negare la chiamata alla conversione.
E proprio su questo tema è intervenuto il vescovo Munilla, affermando che la questione “sta mostrando anche la necessità di un chiarimento di questi concetti”.
Il vescovo spagnolo ha detto che quando si usa il termine proselitismo, si evidenzia “la pretesa che qualcuno acceda alla tua fede fino al punto da intervenire in modo ossessivo e senza rispettare la libertà di quella persona”, cosa non voluta dalla Chiesa.
Tuttavia, “dire no al proselitismo non significa dire no alla chiamata alla conversione”. È importante distinguere tra le due questioni, perché “senza sufficienti spiegazioni”, “molti arrivano a credere che il proselitismo sia semplicemente una chiamata alla conversione”.
Non fare proselitismo non è una negazione dell’apostolato, perché il comando di Cristo di “andare in tutto il mondo e proclamare il Vangelo” non è “una questione di gusti”.
“Il Vangelo ci dice che è importante accogliere Gesù Cristo affinché l’uomo possa ricevere la salvezza di Dio. Solo Cristo può salvarci”, ha sottolineato, pur ricordando che “chi non si è reso colpevole di non aver conosciuto Gesù Cristo può essere salvato”.
Richiamando la nota della Congregazione per la Dottrina della Fede intitolata Su alcuni aspetti dell’evangelizzazione, monsignor Munilla ha sottolineato che non si può mettere in discussione “la legittimità di proporre agli altri ciò che consideriamo una verità rivelata da Gesù Cristo e che essi la conoscano”.
Il rispetto della cosiddetta libertà religiosa e della pluralità “non può mai diventare pretesto per l’indifferenza tra la verità e il bene”, perché “l’urgenza dell’invito di Cristo a evangelizzare riguarda tutti noi”, ha detto.
Un esempio è già stato dato dagli apostoli, che hanno continuato ad annunciare Cristo crocifisso anche quando sono stati gettati in prigione: “Sono stati picchiati perché smettessero di predicare e hanno continuato”.
Con informazioni di Aciprensa.
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