La mela, Apple e come vedere la realtà
In occasione di una recente conferenza, Apple ha presentato al mondo la sua nuova invenzione, che sarà in vendita all’inizio del prossimo anno: Vision Pro. Con quali occhi guardare questo “modo di vedere la realtà”?
Foto: screenshot/ apple
Redazione (01/08/2023 16:21, Gaudium Press) Non è una novità che, oggi, il mondo virtuale sia diventato accessibile a quasi tutti gli esseri umani, anche per quelli delle economie emergenti. I dispositivi digitali non sono più un oggetto esclusivo o di lusso.
Anzi, la realtà digitale ha abbracciato (e servito) quasi tutte le professioni: non è raro vedere anche chi fa l’indispensabile mestiere di muratore o di costruttore sfruttare il mondo virtuale, soprattutto attraverso i telefoni cellulari, per lo svolgimento delle proprie mansioni: una misurazione, il chiarimento di un dubbio, l’acquisto immediato di qualche sacco di calce per il cantiere, insomma, per un “mondo di cose”….
Come se questi vantaggi non bastassero, il mondo digitale sta fornendo soluzioni sempre più concrete a una serie di difficoltà (o incapacità?) umane. E, pertanto, il suo utilizzo sta diventando un imperativo, soprattutto per coloro che non vogliono essere esclusi da questa società virtuale o risultare demodé.
Su questa linea, Apple ha annunciato per l’inizio dell’anno 2024 un lancio audace, degno di segnare gli annali della scienza: gli occhiali Vision Pro.
Tentativi frustrati
In realtà, si tratta di un tentativo di superare strumenti simili che hanno fallito in passato. Forse il lettore ricorda i Google Glass, lanciati nel 2013, o anche l’Oculus Rift, il dispositivo di Facebook. Per motivi simili, tutti e due hanno fallito: quando si usavano questi dispositivi, l’utente aveva la sensazione di non avere privacy, o di essere ridicolizzato dagli altri – forse perché in quegli anni c’era ancora una certa diffidenza nei confronti di questi strumenti – in quanto i suoi occhi erano completamente coperti dalla strana innovazione, dando una percezione ancora scomoda di irrealtà.
Come intende Apple superare queste difficoltà?
Per abbattere questa barriera, Apple ha dotato la sua invenzione di due capacità senza precedenti: innanzitutto, presenterà agli utenti la realtà che li circonda, permettendo loro di partecipare al mondo reale, anche se immersi nella virtualità. Un sensore collegherà i comandi degli occhi con quelli delle mani, in modo che quando si guarda un oggetto, i gesti delle mani fungeranno da “mouse integrato” che, senza bisogno di toccare gli occhiali, comanderà azioni come aprire, chiudere, scorrere, ecc.
Rimarrebbe tuttavia la difficoltà della coesistenza umana. Per questo, gli occhiali stessi proietteranno, all’esterno, un’immagine che rappresenta gli occhi dell’utente, in modo da poter comunicare con l’ambiente.
Così idealizzato, il Vision Pro non sarebbe semplicemente un dispositivo dominato dall’uomo – come il notebook, il telefono cellulare e tanti altri – ma diventerebbe un dispositivo integrato con l’uomo, che elabora le informazioni provenienti dal cervello e propone soluzioni in funzione del nostro pensiero.
Si tratta quindi di un nuovo modo di guardare la realtà!
Funzionerà questa volta?
Avrà successo? Una domanda difficile, che richiede una risposta ancora più complessa.
Innanzitutto, colpisce il tempo che Apple ha impiegato per rendere pubblico il lancio, poiché studi, prove ed errori, aggiustamenti, miglioramenti e adattamenti hanno richiesto molti anni e non pochi investimenti.
Tuttavia, bisogna riconoscere che le invenzioni di Apple tendono ad avere un accesso deciso nell’opinione pubblica, in quanto sono sempre realizzate all’ombra di un’analisi profonda, al fine di ottenere negli utenti quel gusto per l’innovazione quasi sempre unito alla curiosità – come del resto avveniva nel Paradiso Terrestre, quando il serpente seppe cogliere così bene agli occhi dei nostri primi genitori il valore unico di quella Mela, rendendola piacevole alla vista e affascinante al palato -, capace persino di provocare una certa allucinazione.
In secondo luogo, l’invenzione non smette di suscitare sensazioni, poiché sfonda le barriere del digitale per penetrare profondamente nell’essere umano in un rapporto di simbiosi con il virtuale. Vision Pro avrà quindi l’effetto di abituarci a una realtà sempre meno reale, dove i valori morali ed etici saranno messi in discussione.
Solo da un punto di vista sociale, ad esempio, gli occhi virtuali saranno davvero in grado di esprimere le nostre impressioni, idee e modi di essere sinceri? In caso contrario, gli esseri umani si abitueranno a vivere continuamente come robot o, peggio, come androgini? Fino a che punto tollereremo la robotizzazione del nostro pensiero e, di conseguenza, delle nostre azioni?
Infatti, per quanto riguarda la nostra intimità interiore, questo paradiso di cristallo costruito dalle mani del Creatore, anche Vision Pro cercherà di penetrare? Sarà per nostro desiderio o per occhiali che cercheranno di imporre e distorcere il suo valore prezioso e inalienabile con una bellissima apparenza e un design sofisticato?
Se funziona, quali saranno le conseguenze?
Pur rispettando la libertà di ognuno, ci sembra che questa invenzione metterà il mondo in una situazione piacevolmente inquietante, per poi gettarlo in uno stato pietoso, in cui gli uomini avranno difficoltà a conservare uno dei loro più grandi doni, la propria identità.
Quindi, tra i progressi che l’umanità sta cercando di ottenere – la scienza e le innovazioni digitali – nessuno può essere al di sopra della promozione della conservazione e della nobilitazione della personalità dell’uomo.
Se è questo che Vision Pro vuole, promuovere la dignità dell’uomo, incoraggiamola! Altrimenti, mettiamolo in discussione.
Tuttavia, se partissimo dalle premesse che diverse notizie autorevoli e studi scientifici ci forniscono, sulla nocività dell’uso indiscriminato di dispositivi elettronici e digitali, saremmo quantomeno reticenti al riguardo.
Forse perché non abbiamo questa attenzione, caro lettore, sentiamo il bisogno di pensare che tra la mela del Paradiso e la Apple le apparenze sono sempre meno virtuali e sempre più reali; mentre, da parte nostra, ci stiamo abituando a vedere la realtà con altri occhi – o, se preferisci, con gli occhi di un Vision Pro.
Di Aloisio de Carvalho
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