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Cardinale africano sulla crisi in Niger: il problema non sono i colpi di stato

Sulla miseria materiale vissuta dai popoli africani, l’arcivescovo di Kinshasa, il cardinale Fridolin Ambongo Besungu, ha indicato l’egoismo dei politici, che mina la governabilità

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Il cardinale Fridolin Ambongo Besungu. Foto: Vatican News

Redazione (02/08/2023 15:13, Gaudium Press)  La sera del 26 luglio, i militari guidati dal colonnello maggiore Amadou Abdramane hanno comunicato l’arresto del presidente Mohamed Bazoum. Eletto nel 2021 era rimasto tra gli ultimi dirigenti filo-occidentali in questa regione dell’Africa; l’arresto è avvenuto da parte dei membri della guardia presidenziale, che si rifiutano di rilasciarlo nonostante un ultimatum da parte dell’esercito.

Durante le manifestazioni di domenica scorsa a Niamey, l’ambasciata francese è stata attaccata, mentre i manifestanti scandivano slogan come “Viva Putin”, “Viva la Russia” o “Abbasso la Francia”.

La comunità internazionale, guidata dai rappresentanti della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (ECOWAS), ha condannato il colpo di Stato, ha imposto immediate sanzioni economiche al Paese, minacciando l’uso della forza, e ha dato ai golpisti un ultimatum di una settimana per riportare Bazum al potere.

Il cardinale Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo, in un’intervista rilasciata a Vatican News a proposito del golpe militare in Niger, ha commentato che il problema in Africa non è necessariamente il colpo di Stato. Infatti, a prescindere dal modo in cui le persone salgono al potere, violentemente o democraticamente, alla fine pensano solo a se stesse e ai loro interessi.

I colpi di Stato “non sono certamente il modo più rispettoso” per attuare la volontà del popolo, ha dichiarato il cardinale della Repubblica Democratica del Congo, “Ma al di là di questo, tutti coloro che salgono al potere, democraticamente o meno, finiscono per comportarsi quasi tutti allo stesso modo. Sono come predatori, pensano prima a se stessi, si preoccupano solo del proprio futuro, delle proprie tasche, mentre è il popolo a soffrire”, ha detto il cardinale, temendo che gli eventi degli ultimi giorni in Niger possano estendersi ad altri Paesi.

La Chiesa condanna la pratica dei colpi di Stato. “Tuttavia, questo non è sufficiente, perché le persone non vengano prese sul serio in tutto questo. Possiamo dire che ciò che sta accadendo in Niger è solo la continuazione di ciò che è già accaduto in altri Paesi”.

Con informazioni di Vatican News

 

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