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La Cina comunista ha vietato ai vescovi di incontrare il Papa in Mongolia

” Il provvedimento evidenzia che i vescovi della Cina continentale non godono della stessa libertà che hanno oggi i vescovi di altri Paesi di incontrare il Papa o di partecipare agli eventi della Chiesa universale”.

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                                                                                           Foto: Vatican News

Redazione (03/09/2023 21:50, Gaudium Press) Come di consueto, durante il volo verso la Mongolia, il Papa ha inviato messaggi di saluto ai capi di Stato dei Paesi che ha sorvolato (in questo caso, dieci). Tra questi, la Repubblica Popolare Cinese, dove l’aereo ha attraversato la travagliata provincia dello Xinjang poco prima di raggiungere lo spazio aereo mongolo.

“Invio un saluto augurale a Sua Eccellenza e al popolo cinese nell’attraversare lo spazio aereo del Suo Paese diretti in Mongolia”, ha scritto Francesco in un testo quasi identico a quello di tutti gli altri Paesi. “Nell’assicurarvi le mie preghiere per il benessere della nazione, invoco su tutti voi le benedizioni divine di unità e pace”. Il portavoce del Ministero degli Esteri Wang Wenbin ha sottolineato che “la Cina è pronta a continuare a lavorare con il Vaticano per impegnarsi in un dialogo costruttivo, migliorare la comprensione e rafforzare la fiducia reciproca”.

Sebbene le autorità di Pechino abbiano permesso all’aereo su cui viaggiava il Papa di sorvolare lo spazio aereo cinese durante il volo da e per la Mongolia, non hanno permesso a nessun vescovo o a nessun cattolico della Cina continentale di recarsi nella capitale mongola per questo storico evento, come riporta la rivista dei gesuiti America, citando fonti vaticane. L’ordine che vieta ai vescovi e ai fedeli cattolici di recarsi in Mongolia durante il periodo del viaggio apostolico proviene dal Dipartimento del lavoro del Fronte unito del Partito comunista cinese.

Gerard O’Connell, vaticanista, ha commentato: “Date le buone relazioni tra Mongolia e Cina, l’ordine sembra riflettere non solo l’attuale stato di disagio delle relazioni tra Cina e Vaticano, ma anche la diffidenza del Partito Comunista Cinese nei confronti della religione in generale e del cristianesimo in particolare”.

Durante la visita di Francesco in Mongolia erano presenti solo il cardinale John Tong Hon, vescovo emerito di Hong Kong, e monsignor Stephen Chow Sau Yan, gesuita e attuale vescovo di Hong Kong, che riceverà la porpora cardinalizia al Concistoro del 30 settembre.

Infatti, prima della fine della Messa celebrata alla Steppe Arena di Ulan Bator domenica 3 settembre, Francesco ha voluto incontrare i due prelati e ha detto: ” Questi sono due fratelli vescovi, l’emerito di Hong Kong e l’attuale vescovo di Hong Kong, vorrei approfittare della vostra presenza per inviare un caloroso saluto al nobile popolo cinese. Auguro a tutto il popolo il meglio, che possa andare avanti e progredire sempre”.

Alcuni cinesi che si trovavano in Mongolia hanno spiegato di aver dovuto nascondere la loro identità presentandosi alla frontiera come turisti. Hanno viaggiato in treno, non in aereo, per non essere registrati.

 

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