Napoli: anche quest’anno il sangue di San Gennaro si è liquefatto
Oggi la Chiesa ricorda il vescovo martire di Benevento.
Redazione (19/09/2023 15:35, Gaudium Press) Oggi la Chiesa ricorda, tra gli altri santi, San Gennaro che fu vescovo di Benevento, e il cui sangue, conservato nella cattedrale di Napoli, in alcune date all’anno torna inspiegabilmente liquido.
Non si sa con certezza se fosse originario di Napoli o di Benevento.
La tradizione vuole che all’epoca in cui era imperatore Diocleziano, uno dei più crudeli persecutori della Chiesa, egli fosse stato nominato vescovo di Benevento.
Accadde che alcuni amici del vescovo furono arrestati a Pozzuoli per ordine del governatore della Campania, e San Gennaro andava a trovarli spesso, ad incoraggiarli.
Ma un giorno i carcerieri informarono i loro superiori delle frequenti visite dell’uomo di Benevento, così il governatore dette l’ordine di arrestarlo e di portarlo al suo cospetto a Nola, dove si svolgeva il suo mandato.
San Gennaro e i compagni furono torturati, poi portati nella prigione di Pozzuoli, dove si trovavano i loro amici, e tutti furono condannati ad essere dilaniati dalle belve.
Ma il giorno in cui le bestie avrebbero dovuto divorare i corpi dei cristiani, esse non si avvicinarono a lui, ma si limitarono a ruggire docilmente. Tuttavia, il popolo pagano assetato di sangue, invece di vedere in questo un segno di Dio, sosteneva che la mansuetudine delle bestie fosse frutto di magia, per cui richiese una nuova condanna, che fu stabilita come decapitazione, e che fu eseguita alla periferia di Pozzuoli.
Nel 1497 le spoglie del santo furono traslate a Napoli.
Da almeno quattrocento anni il sangue del Santo diventa liquido nella cappella del tesoro del Duomo di Napoli, in date come la festa del Santo (19 settembre), la data della traslazione delle sue spoglie a Napoli (sabato precedente la prima domenica di maggio) e quando si commemora la sua intercessione per scongiurare gli effetti dell’eruzione del Vesuvio (16 dicembre).
In questi giorni la reliquia viene esposta sull’altare. Dopo un periodo di tempo, che di solito varia da due minuti a un’ora, il sacerdote scuote la teca contenente il sangue, la capovolge e ciò che era nero, solido e secco diventa liquido e assume un colore rossastro. A volte bolle, e sempre aumenta di volume.
In quel momento il sacerdote che ha esposto la reliquia annuncia solennemente: “Il miracolo è avvenuto!”, si canta il Te Deum e la reliquia viene venerata dal clero e dai fedeli riuniti.
Anche quest’anno il miracolo si è verificato.
Con informazioni tratte da Il testimone fedele.
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