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Papa Francesco ha ricordato San Daniele Comboni come modello per le missioni

Francesco prosegue la sua catechesi sullo zelo apostolico.

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Foto: Screenshot YouTube Vatican media

Redazione (21/09/2023 12:32, Gaudium Press) Nella catechesi dell’udienza generale di ieri, e continuando la sua riflessione sullo zelo apostolico, Papa Francesco ha proposto l’esempio di San Daniele Comboni, un santo italiano del XIX secolo, divenuto Vescovo alla fine della sua vita.

Egli fondò l’Istituto dei Missionari Comboniani e poi le Suore Missionarie Comboniane, mettendo così in atto il suo progetto di “salvare l’Africa attraverso l’Africa”. Fu canonizzato da San Giovanni Paolo II nel 2003.

Come ha ricordato il Pontefice, Comboni in Africa, alla luce degli insegnamenti di Gesù, si rese conto del male della schiavitù che “cosifica” l’uomo. E capì che essa è radicata nella schiavitù del cuore, “la schiavitù del peccato, da cui il Signore ci libera”. Il Papa ha così ripreso le parole pronunciate durante l’incontro con le autorità della Repubblica del Congo il 31 gennaio di quest’anno, quando ha parlato dei vari tipi di schiavitù che colpiscono quel continente.

Francesco ha spiegato che San Daniele Comboni, dopo un primo soggiorno in Africa dovette andarsene per motivi di salute, ma fu allora che sentì l’ispirazione di intraprendere un nuovo cammino di evangelizzazione. “Un’intuizione potente”, ha sottolineato il Papa, lontana dall’idea di colonialismo, che Comboni riassumeva con le parole “Salvare l’Africa con l’Africa”: i popoli a cui si rivolgeva l’annuncio del Vangelo non erano quindi solo “oggetti”, ma “soggetti” della missione.

Il Pontefice ha poi affermato che il Santo ” con questo spirito ha pensato e agito in modo organico, coinvolgendo il clero locale e promuovendo il servizio laico della catechesi. I catechisti sono un tesoro della Chiesa: i catechisti sono coloro che portano avanti l’evangelizzazione. In questo modo ha concepito anche lo sviluppo umano, curando le arti e le professioni, favorendo il ruolo della famiglia e della donna nella trasformazione della cultura e della società”.

Francesco ha poi sottolineato che l’opera evangelizzatrice di San Daniele Comboni non si basava solo su valori importanti come la libertà, la giustizia e la pace, ma che “attingeva all’amore di Cristo e portava all’amore per Cristo”. Il fondamento della sua missione era la carità verso i fratelli e l’amore per Cristo, che, come egli stesso scrisse, rende dolce la sofferenza e persino il martirio.

“Il suo desiderio era di vedere missionari ardenti, gioiosi, impegnati: missionari – scriveva – “santi e capaci”. […] Prima di tutto: santi, cioè senza peccato e umili. Ma questo non basta: è necessaria la carità per rendere i soggetti capaci”. La fonte della capacità missionaria, per Comboni, è quindi la carità, in particolare lo zelo nel fare proprie le sofferenze degli altri”, ha detto il Papa.

San Daniele Comboni, ha detto Francesco, invita anche la Chiesa di oggi a non dimenticare i poveri e quelli che lui chiama i “crocifissi della storia” e ad amarli “perché in loro è presente Gesù crocifisso, in attesa di risorgere”.

 

Con informazioni di Vatican News

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