La Confermazione, sacramento che ci rende soldati di Cristo
In seguito alla Confermazione, coloro che la ricevono sperimentano “una speciale effusione dello Spirito Santo, così come fu dato agli Apostoli il giorno di Pentecoste”.
Pietro Longhi Confirmationis Sacramentum
Redazione (26/09/2023 13:13, Gaudium Press) Tra i sette sacramenti, ce ne sono tre che sono chiamati “sacramenti dell’iniziazione cristiana”: il Battesimo, la Cresima e l’Eucaristia (cf. CEC n. 1212). Di questi, nella Chiesa latina, la Cresima o Confermazione viene solitamente amministrata alla fine di questo percorso mistagogico.
Forse per questo motivo, la sua eccellenza è meno nota di quella del Battesimo e dell’Eucaristia.
Il suo stesso nome esprime il suo scopo: ratificare, corroborare, riaffermare, perfezionare – in breve, confermare – le realtà spirituali che il cristiano riceve nel giorno del suo Battesimo[1].
Come tutti gli altri sacramenti della Chiesa, anche questo è stato istituito da Cristo nella sua vita terrena. Sebbene alcuni autori sostengano erroneamente che la Confermazione non sia stata istituita da Cristo, e nemmeno dagli Apostoli, ma piuttosto in un secondo momento, in occasione di qualche Concilio della Chiesa, sappiamo che “questo non è possibile, perché istituire un nuovo Sacramento appartiene al potere di eccellenza che spetta solo a Cristo”[2].
San Tommaso d’Aquino spiega il modo peculiare in cui questo Sacramento è stato istituito da Gesù: “Si deve dire che Cristo ha istituito questo Sacramento, non innalzandolo, ma promettendolo. Nel Vangelo si legge: ‘Se non me ne vado, il Paraclito non verrà a voi; ma se me ne vado, ve lo manderò’ (Gv 16,7). E questo perché questo Sacramento ci dà la pienezza dello Spirito Santo, che non doveva essere dato prima della Risurrezione e dell’Ascensione di Cristo: ‘Non c’era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato’ (Gv 7,39), dice il Vangelo di Giovanni”.[3]
Inoltre, alcuni avvenimenti descritti negli Atti degli Apostoli evocano il sacramento della Confermazione nei suoi ben noti effetti: “Gli apostoli che erano a Gerusalemme, avendo sentito dire che la Samaria aveva ricevuto la parola di Dio, vi mandarono Pietro e Giovanni. Appena arrivati, pregarono affinché i nuovi fedeli ricevessero lo Spirito Santo, poiché non era ancora disceso su nessuno di loro, ma erano stati solo battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora i due apostoli imposero le mani su di loro ed essi ricevettero lo Spirito Santo” (At 8,14-17).[4]
Ricevere la Confermazione
Questo sacramento è considerato per i “vivi”, cioè per coloro che, avendo già ricevuto il Battesimo, sono in grazia di Dio (liberi dal peccato mortale). Inoltre, se la persona che viene battezzata ha l’uso della ragione, è necessario che abbia “l’istruzione adeguata e la capacità di rinnovare le promesse battesimali”.[5]
Nel caso di un battezzato adulto, “la preparazione alla Cresima coincide talvolta con la preparazione al matrimonio. In questo caso, se si vede che non è possibile realizzare le condizioni richieste per una fruttuosa ricezione della Confermazione, l’Ordinario diocesano giudicherà se non sia più opportuno rimandare la Confermazione a una data successiva alla celebrazione del Matrimonio”[6] Per quanto si dica “data successiva”, il conseguimento della Confermazione va perseguito il prima possibile.
Sempre a proposito della ricezione di questo sacramento, la Chiesa cattolica insegna che i fedeli battezzati non solo possono, ma devono ricevere questo segno sensibile di grazia,[7] poiché “il Battesimo, la Confermazione e l’Eucaristia formano un’unità, ne consegue che ‘i credenti hanno l’obbligo di ricevere questo Sacramento a tempo debito’,[8] perché senza la Confermazione e l’Eucaristia, il Sacramento del Battesimo è senza dubbio valido ed efficace, ma l’iniziazione cristiana è incompleta”. (CEC n. 1306)
I padrini
Così come nel Battesimo c’è qualcuno che rappresenta il battezzando e lo assume come figlioccio, e nel Matrimonio c’è un testimone del compimento del Sacramento, anche nella Confermazione troviamo la figura dei padrini, la cui missione è quella di condurre il battezzato alla ricezione del Sacramento, di presentarlo al ministro della Confermazione per la santa unzione e poi di aiutarlo a compiere fedelmente le promesse del Battesimo secondo lo Spirito Santo che ha ricevuto.[9]
Data la serietà dell’impegno assunto, ci sono alcune qualità richieste ai padrini di un cresimando, considerate alla luce della loro nuova missione. Queste sono
- a) Essere sufficientemente maturi per svolgere questo impegno;
- b) Appartenere alla Chiesa cattolica e aver ricevuto i tre sacramenti dell’iniziazione cristiana: Battesimo, Cresima ed Eucaristia;
- c) Non essere impediti dalla legge ad esercitare il ruolo di padrino.[10]
Gli effetti che si producono
Dopo la Cresima,[11] l’effetto principale è “una speciale effusione dello Spirito Santo, come fu data agli Apostoli nel giorno di Pentecoste” (CEC n. 1302). Inoltre, il sacramento della Confermazione
1º Ci fa crescere e approfondire la grazia ricevuta nel battesimo;
- Ci radica più profondamente nella filiazione divina;
- Ci unisce più saldamente a Cristo.
4º Accresce in noi i doni dello Spirito Santo;[12]
5º Rende più perfetto il legame che ci unisce alla Chiesa;[13]e ci permette di ricevere dallo Spirito Santo una forza speciale per diffondere e difendere la fede, con le parole e con le opere, come veri testimoni di Cristo, per confessare il suo nome con valore e per non vergognarci mai della croce.[14] (Cfr. CEC n. 1303).
Oltre a questi effetti, c’è un “marchio spirituale indelebile” – “carattere” – prodotto da questo sacramento.[15] È come un sigillo con cui lo Spirito di Cristo ci riveste di forza soprannaturale per essere suoi testimoni (cfr. CCC n. 1304) per confessare valorosamente la nostra Fede come autentici soldati di Cristo.[16]
Di Denis Sant’ana
[1] Cfr. FERNADES, Aurelio. Teologia dogmatica: Corso fondamentale della fede cattolica. Madrid: BAC, 2009, p. 833.
[2] SAN TOMMASO D’AQUINO. San Tommaso, III, q. 27, a. 1, ad 1.
[3] Ibidem.
[4] Possiamo citare altri passi: Atti 2, 37-38; Atti 19, 1-7.
[5] San Tessalonio, III, q. 27, a. 1, ad 1.
[6] PONTIFICIO ROMANO. Celebrazione della Cresima. 2 ed: Conferenza Episcopale Portoghese, [n.d.], p. 22.
[7] Cfr. CIC can. 889. § 1.
[8] CIC can. 890.
[9] Cfr. PONTIFICIO ROMANO. Celebrazione della Cresima. 2 ed: Conferenza Episcopale Portoghese, [n.d.], p. 20.
[10] Ibidem.
[11] “I cresimandi si avvicinano al Vescovo uno alla volta. [Chi ha presentato il cresimando pone la mano destra sulla spalla del cresimando e dice al Vescovo il nome del cresimando, oppure il cresimando stesso dice il suo nome spontaneamente. Il Vescovo inumidisce il pollice della mano destra nel crisma e traccia il segno della croce sulla fronte del cresimando, dicendo: N., RICEVI CON QUESTO SEGNO LO SPIRITO SANTO, DONO DI DIO. E il cresimando risponde: AMEN”. Ibidem, p. 32.
[12] I sette doni dello Spirito Santo sono: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio (cfr. CCC n. 1831).
[13] Cfr. Concilio VATICANO II. Lumen Gentium, 11.
[14] Cfr. DS 1319; LG 11.
[15] Cfr. DS 1609.
[16] ROYO MARIN, Antonio. Teologia della perfezione cristiana. Trad. Dalton Zimmerman e Flávio Gomes. Anápolis: Magnificat, 2021, p. 403.
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