Alla Messa di apertura del Sinodo il Papa dice: non si tratta di una riunione politica

Papa Francesco ha presieduto oggi la celebrazione della Santa Messa di apertura della XVI Assemblea sinodale in Piazza San Pietro

Redazione (04/10/2023 15:43, Gaudium Press) La Messa solenne è iniziata con una nuova versione musicale del tradizionale inno Laudes Regiae per invocare la protezione e le benedizioni di Dio sulla Chiesa cattolica riunita in questa XVI Assemblea sinodale.

Il Papa ha celebrato la Messa accompagnato dai nuovi cardinali e dal Collegio cardinalizio davanti a circa 25.000 fedeli riuniti in Piazza San Pietro in Vaticano.

Nell’omelia, Francesco ha sottolineato che il Sinodo non è un incontro politico, ma una convocazione nello Spirito Santo, il vero “protagonista” del Sinodo. “Uno sguardo immanente, fatto di strategie umane, di calcoli politici o di battaglie ideologiche, non ci aiuta: vedere se il Sinodo permetterà questo o quello, aprirà questa o quella porta… non va bene! Non siamo qui per fare una riunione parlamentare o un piano di riforma”, ha detto Francesco.

Affrontare le sfide in uno spirito di unità

Il Papa ha poi invitato i presenti a camminare insieme con lo sguardo di Gesù. Anche dopo essere stato rifiutato, Gesù non ha mostrato amarezza o durezza di cuore; al contrario, è rimasto sereno e lo sguardo di Gesù ci invita a non perderci d’animo, a non cercare scappatoie o barricate ideologiche o ad accondiscendere all’agenda del mondo, ha spiegato il Papa.

“Lo sguardo benedetto di Gesù ci invita a essere una Chiesa che non affronta le sfide e i problemi di oggi con spirito divisivo e conflittuale, ma che alza gli occhi a Dio, che è comunione, e, stupita e umiliata, lo benedice e lo adora, riconoscendolo come il suo unico Signore”, ha continuato Francesco.

Citando il suo predecessore, Benedetto XVI, il Papa ha spiegato che la missione principale del Sinodo è “centrare nuovamente il nostro sguardo su Dio, per essere una Chiesa che guarda con misericordia all’umanità. Una Chiesa unita e fraterna – o almeno che cerca di esserlo – che ascolta e dialoga; una Chiesa che benedice e incoraggia, che aiuta coloro che cercano il Signore, che incoraggia benevolmente gli indifferenti, che apre strade per avviare le persone alla bellezza della fede”, insomma una Chiesa che “non è internamente divisa e non è mai esternamente dura”.

Il Santo Padre ha anche detto che il Signore si aspetta da noi una Chiesa a braccia aperte e non chiuse, soprattutto in un’epoca complessa, piena di sfide culturali e pastorali che richiedono un atteggiamento incoraggiante per affrontarle senza paura.

Crescere nell’unità e nell’amicizia con Dio

“Nel dialogo sinodale, durante questa stupenda ‘marcia nello Spirito Santo’ che stiamo compiendo insieme come Popolo di Dio, possiamo crescere nell’unità e nell’amicizia con il Signore, per vedere le sfide di oggi con il suo sguardo; per diventare, secondo una bella espressione di San Paolo VI, una Chiesa che ‘diventa dialogo’,  ha detto Francesco.

Il Santo Padre ci ha chiesto di camminare sulle orme di San Francesco d’Assisi, di cui oggi (4 ottobre) si celebra la memoria liturgica. Mentre pregava, Francesco d’Assisi si sentì dire dal Crocifisso: “Va’ e ripara la mia Chiesa”. Il Papa ha spiegato: “Il Sinodo serve a ricordarci questo: la nostra Madre Chiesa ha sempre bisogno di essere purificata, di essere ‘riparata’, perché siamo tutti un Popolo di peccatori perdonati (entrambe le cose: peccatori e perdonati), sempre bisognosi di tornare alla fonte che è Gesù e di rimetterci sulle vie dello Spirito per raggiungere tutti con il suo Vangelo”.

Concludendo l’omelia, Francesco ha rafforzato l’idea che il Sinodo non è un parlamento polarizzato o una riunione politica e ha detto che i momenti di preghiera sono probabilmente i più fruttuosi perché invocano lo Spirito Santo. (FM)