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Coppia israeliana battezza in tutta fretta la figlia: “ L’unica speranza è nella Chiesa”

 Hussam Abu Sini e Chiara Pezzulich non avevano previsto di battezzare la loro figlia in tempi così brevi, ma la guerra tra Israele e Hamas ha cambiato tutto.

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Redazione (26/10/2023 15:37, Gaudium Press)  La famiglia di Hussam Abu Sini e Chiara Pezzulich vive ad Haifa, a 40 chilometri dal Libano. Hussam, arabo-israeliano nato a Nazareth, ha studiato medicina in Italia, dove ha conosciuto Chiara, ora felicemente sposati e con due figli piccoli. Lo scorso giovedì 19 ottobre hanno battezzato la loro seconda figlia, Marta, di 4 mesi.

“Siamo cattolici e fin dall’inizio sapevamo di voler battezzare nostra figlia, ma la guerra ha accelerato tutto”, racconta Abu Sini a Marinella Bandini della CNA. “Abbiamo battezzato il nostro primo figlio, Giovanni, durante la pandemia”.

Il giorno in cui è suonato l’allarme missilistico ad Haifa, Hussam e Chiara hanno deciso di battezzare Marta il prima possibile. “Con Giovanni avevamo già capito che l’importante non era tanto la festa – la festa è certamente bella – ma il sacramento”.

“L’unica speranza è nella Chiesa”.

La mattina del 7 ottobre, il giorno in cui i terroristi di Hamas hanno attaccato Israele, Hussam e Chiara si trovavano nei pressi di Abu Gosh, vicino a Gerusalemme, con la famiglia e gli amici – sia palestinesi che israeliani – per qualche giorno di vacanza. È da allora che recitano quotidianamente la preghiera dell’Angelus con gli stessi amici e con altri che li raggiungono online dall’Italia. Quei cinque minuti al giorno aiutano a riaffermare quella che è la fonte della loro speranza e della loro pace.

“L’unica speranza è nella Chiesa. Per questo abbiamo voluto che nostra figlia entrasse a far parte [della Chiesa] il prima possibile”, ha detto Abu Sini alla CNA. “Nella Chiesa abbiamo imparato – e crediamo – che possiamo essere sulla croce, ma la vita non finisce con la morte: Cristo ha vinto la morte! In Lui riponiamo le nostre certezze e a Lui affidiamo nostra figlia”.

Così hanno organizzato il battesimo della bambina nella chiesa di San Giovanni Battista, una parrocchia della comunità cattolica di lingua ebraica di Haifa. La messa è stata celebrata in ebraico, arabo e italiano. “Solo nella Chiesa può accadere una cosa del genere: ascoltare queste lingue nella stessa celebrazione, insieme, lontano da tutte le contraddizioni che esistono appena si esce dalla porta”, ha detto Abu Sini.

“Con Cristo, la vita ha più senso”.

Quando esce per andare al lavoro, Abu Sini si preoccupa sempre della moglie e dei figli. Ma la fede lo conforta: “Non posso fare a meno di pensare a ciò che potrebbe accadere mentre non sono con loro. Confido nella presenza di Cristo tra noi. Rimangono tutti i drammi della vita, la paura, il cuore che batte, ma con Cristo la vita stessa ha più senso, anche quando le cose non vanno bene”. (Con informazioni della CNA).

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