Nostra Signora di Guadalupe: l’evangelizzazione delle Americhe
Il lettore potrà contemplare il primo grande segno dato da Dio al continente americano nel momento in cui iniziava ad aprirsi all’azione evangelizzatrice della Chiesa: le apparizioni della Madonna di Guadalupe, la cui festa si celebra oggi, 12 dicembre.
Redazione (12/12/2023 15:21, Gaudium Press) La fede, la storia e la stessa scienza ci aiuteranno a penetrare i ricchi significati di questo segno dei tempi, attraverso il quale Maria Santissima ci rivela aspetti meravigliosi e finora sconosciuti della sua misericordia materna.
L’arrivo degli spagnoli in Messico
Nel Nuovo Continente, oltreoceano, regnava l’idolatria tra gli amerindi, e non un’idolatria qualsiasi! L’esacerbazione dell’odio, della vendetta e della rivalità era diffusa nelle loro menti e si esprimeva in totem e divinità affamate di sacrifici umani. A ciò si aggiungevano la dissolutezza morale, il furto, la guerra ininterrotta e tante altre tendenze.
Un quadro dalle tinte così fosche fu quello che trovarono gli spagnoli quando, il 22 aprile 1519, sbarcarono nel territorio dell’Impero Messicano o Impero Azteco, la cui capitale era l’imponente città di Mexihco-Tenochtitlán, all’epoca con “circa duecentocinquantamila abitanti”.
Lo sbarco degli uomini bianchi sulle coste messicane – in quell’occasione vestiti di nero perché era il Venerdì Santo – fu subito associato al compimento di alcune profezie lasciate in eredità dagli antenati degli indigeni, che annunciavano il ritorno di Quetzalcóatl – un dio che si vestiva di nero e non accettava carne umana – il quale, in tempi remoti, era andato via, in mare, promettendo di tornare per impadronirsi del regno.
Per questo motivo, gli esploratori furono accolti come veri e propri ambasciatori di quella divinità, più per timore che per riverenza.
Si apre una nuova fase della Storia
Dopo qualche tempo, però, circostanze impreviste ribaltarono la situazione… Nel giro di una notte gli Aztechi divennero ostili, costringendo gli Spagnoli a ritirarsi nelle città indigene alleate.
In quel frangente, un’epidemia di vaiolo decimò senza pietà la popolazione, risparmiando solo una certa minoranza che rimase più morta che viva. Gli spagnoli colsero l’occasione per assediare l’immensa capitale, aiutati da tribù amiche, e riuscirono a conquistare la città, mettendo fine alla storia dell’impero e consolidando la nuova fase che si stava aprendo: l’unione dell’europeo con il nativo americano.
Tuttavia, non erano soli… la Madre di Dio stessa si era assunta questo compito! E il suo primo intervento visibile, riconosciuto dalla Chiesa, fu proprio l’apparizione di Guadalupe.
Una fanciulla splendente
Cuauhtlatoatzin – Aquila che parla, in lingua nahuatl – era il nome di un indigeno nato nel 1474 nella città di Cuauhtitlán, alleata degli spagnoli nella lotta contro gli Aztechi e situata a venti chilometri dalla capitale.
Aveva sposato una donna indigena di nome Malintzin e, nel 1524, fu battezzato con il nome cristiano di Giovanni Diego e lei con quello di Maria Lucia. Aveva cinquantasette anni ed era già vedovo quando si verificò il grande evento della sua vita, all’alba del 9 dicembre 1531.
Stava recandosi in tutta fretta verso Città del Messico per istruirsi sulla dottrina cattolica e assistere alla Santa Messa, quando, superata la collina del Tepeyac, udì un bellissimo canto di uccelli, preludio ad una voce irresistibile che lo chiamava teneramente: “Juanito, Juan Dieguito!”. Lungi dall’avere paura e dal cercare di nascondersi, sentì il suo cuore innocente traboccare di gioia e salì in cima alla collina alla ricerca della fonte di quella voce.
Il Nican Mopohua racconta che si imbatté in una Fanciulla splendente come il sole, in piedi su rocce scintillanti come gioielli preziosi. La terra era del colore dell’arcobaleno e la vegetazione brillava con sfumature di giada, oro e turchese. Era la Vergine Madre di Dio che chiamava a sé il suo umile servo per affidargli la missione di comunicare al Vescovo del Messico il suo desiderio che fosse costruita in quel luogo una “casa sacra”, poiché voleva erigervi un altare per glorificare il suo Figlio amato.
Frate Zumárraga chiede un segno
Juan Diego si presentò a fra’ Juan de Zumárraga, al quale spiegò tutto ciò che la Madonna gli aveva rivelato. Quel giorno il prelato non gli prestò nessuna attenzione…
Affranto, tornò al Tepeyac per comunicare alla Madre Celeste la sua incapacità di compiere la missione che gli aveva affidato. Ma la Vergine lo incoraggiò a tornare alla presenza del Vescovo e a presentargli nuovamente la richiesta del Cielo.
Il giorno seguente, domenica, Juan Diego consegnò nuovamente il messaggio a don Zumárraga. Questi rimase colpito dall’insistenza, dalla coerenza e dai dettagli del racconto delle apparizioni, ma non era convinto: pretendeva un segno che ne confermasse l’autenticità. L’inviato di Maria annuì senza difficoltà e gli chiese cosa desiderasse. Un po’ insicuro per la tranquillità dell’indigeno, fra’ Zumárraga lo congedò sbrigativamente.
Juan Diego tornò al Tepeyac e riferì alla Signora la richiesta dell’autorità ecclesiastica. Lei rispose:
– Molto bene, mio piccolo figlio. Domani tornerai in città per portare il segno richiesto al Vescovo. Io sarò qui ad aspettarti.
Due missioni che si completano a vicenda
Quando Giovanni Diego rientrò a casa, trovò suo zio Giovanni Bernardino in fin di vita per una malattia improvvisa. Tutti gli sforzi per curarlo si stavano rivelando inutili. All’alba di martedì, si mise in viaggio alla ricerca di un sacerdote che gli amministrasse gli ultimi sacramenti.
Il viaggio era segnato da due missioni molto diverse: portare il segno celeste di una storia che stava iniziando e aiutare un uomo che stava agonizzando nei suoi ultimi momenti. Da questo punto di vista, Juan Bernardino potrebbe ben rappresentare un continente che si stava spegnendo nelle tenebre del peccato, senza mezzi umani di salvezza, ma a cui veniva dato, con l’aiuto luminoso della Vergine, un segno per salvarsi, in vista di un futuro segnato dalla fede!
Nel suo cammino verso la città, Juan Diego evitò di passare dal luogo in cui aveva incontrato tre volte la Madonna, temendo di non avere abbastanza tempo per portare a termine entrambi i compiti. Prese una scorciatoia, deciso a salire sul Tepeyac solo nel pomeriggio. Turbato dal dolore e dal dramma, non pensò nemmeno di chiederLe un miracolo…
Lei, però, conoscendo le deviazioni della vita umana, gli apparve lungo la strada, chiedendogli dove stesse andando. Juan Diego cadde in ginocchio, La salutò affettuosamente e Le raccontò l’amara situazione che gli impediva di realizzare il suo progetto celeste, al che la gentile Signora rispose:
– Ascolta e incidi nel tuo cuore, o minore dei miei figli: non lasciare che nulla ti spaventi o ti angosci; non lasciare che il tuo cuore sia turbato; non temere questa o altre malattie o angosce. Non sono forse qui, vostra Madre? Non siete forse sotto la mia protezione? Non sono forse la fonte della vostra gioia? Non riposi felicemente tra le mie braccia? Hai bisogno di qualcos’altro? Non preoccuparti della malattia di tuo zio, non morirà. Non avere dubbi sul fatto che è già guarito-.
Miracoli ricchi di significato
In quel momento – come abbiamo appreso in seguito – apparve anche allo zio e lo guarì. Ordinò allora a Juan Diego di andare a raccogliere alcuni fiori sulla cima della collina che avrebbe trovato lì e di portarli a Lei. Quando arrivò sul posto, rimase stupito nel vedere una grande varietà di rose castigliane profumate, fuori stagione; si affrettò a raccoglierle, le avvolse nella sua tilma rustica e le portò alla Madonna. Lei le depose ordinatamente nel mantello del buon indiano, che poi si mise in cammino per consegnarle al Vescovo.
Dopo una lunga attesa, fu finalmente ricevuto da fra’ Zumárraga. Poté quindi raccontargli tutto quello che era successo e dargli il segno inviato da Maria. Aprì la tilma, dalla quale caddero rose a profusione e sbocciò un miracolo più stupendo: mani invisibili vi avevano impresso l’immagine della Beata Vergine, così come si era presentata quel giorno a Tepeyac e che oggi si può venerare nella Basilica di Guadalupe.
In questo modo, si verificarono due miracoli complementari e molto ricchi di significato. In quel contesto storico, il recupero della salute del venerabile vecchio rappresentava la guarigione dell’umanità e un cambiamento radicale nella storia del continente. L’immagine miracolosamente impressa sulla tilma indicava che Maria stava entrando a pieno titolo e misticamente nell’evangelizzazione delle Americhe, meritando di essere proclamata Imperatrice e Patrona di questo Nuovo Continente dai Papi, a metà del XX secolo.
Cosa avrà pensato Juan Diego negli ultimi anni della sua vita, quando si ritirò in un eremo in cima al Tepeyac? Forse contemplava le meraviglie della grazia che Maria aveva promesso di riversare sul nostro continente, che allora stava nascendo alla Fede, intravedendo lo splendido futuro mariano che doveva venire e al quale non smise mai di guardare!
Testo tratto, con adattamenti, dalla Rivista Araldi del Vangelo n. 177, febbraio 2018. A cura del diacono Sebastián Correa Velásquez, EP.
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