Il valore del tempo

“Il tempo è troppo lento per chi aspetta, troppo veloce per chi teme, troppo lungo per chi soffre, troppo breve per chi gode; ma per chi ama, il tempo è l’eternità”. (William Shakespeare).

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Redazione (12/01/2024 16:10, Gaudium Press) Tra gli oggetti comuni che usiamo quotidianamente, pochi – forse nessuno – suggeriscono considerazioni così particolari come l’orologio.

Semplice nell’aspetto, è tuttavia un congegno complesso che, nelle forme e nelle dimensioni più diverse, fa parte del nostro arredamento e delle nostre comodità, e adorna sia importanti monumenti pubblici che semplici abitazioni. Dobbiamo riconoscere che, comunque e dovunque si trovi, è difficile rimanere indifferenti alla potente attrazione del “tic- tac” legato al continuo movimento di lancette e pendoli, soprattutto quando l’eleganza e l’arte fanno da cornice.

Tuttavia, senza nulla togliere al congegno meccanico, il flusso dei minuscoli cristalli di sabbia che scorrono nella clessidra, sembra parlare di più all’animo umano. Forse perché evoca, come nessun altro tipo di orologio, la fugacità del tempo…

Ma cos’è il tempo? Grandi filosofi e uomini di scienza hanno dissertato su questo tema nel tentativo di spiegarne la natura, senza riuscire a fare altro che descriverne gli eventi. Secondo alcuni, di tutto ciò che si può conoscere, nulla è così sconosciuto; altri lo hanno utilizzato per formulare complesse teorie quantistiche e siderali, senza però riuscire a sollevare completamente il suo velo di mistero.

Il Dottore Angelico lo definisce come la misura della durata delle creature contingenti, soggette a generazione e corruzione. Possiamo quindi dire che, per ciascuno di noi in particolare, il tempo non è altro che un istante tra due eternità, un intervallo tra la nostra nascita e la nostra morte.

E poiché mille anni, rispetto all’eternità, non sono che un battito di ciglia (cfr. Sal 89,4), il tempo sembra una mera illusione, un semplice e fugace riflesso della vita eterna dell’Essere sostanziale che dà senso a tutto, ignaro del ticchettio dell’orologio: Dio.

Pur essendo effimero, il tempo è anche sublime. Ricordiamo che l’Eterno ha voluto incarnarsi, irrompendo nel tempo per redimere coloro che, con la disobbedienza, hanno reso ogni secondo su questa terra un gemito e una lacrima da versare nel calice della giustizia.

Da questa prospettiva, possiamo vedere chiaramente che il piccolo granello nella clessidra della nostra vita non è semplice sabbia o materia ignobile. Al contrario, ogni secondo acquistato con il sangue del Redentore è polvere d’oro; ogni istante trascorso sulla Terra può determinare il nostro destino eterno attraverso atti di virtù, per quanto piccoli, o attraverso infedeltà.

Una frase comunemente attribuita al famoso drammaturgo inglese William Shakespeare ci avverte con lucida intelligenza: “Il tempo è troppo lento per chi aspetta, troppo veloce per chi teme, troppo lungo per chi soffre, troppo breve per chi gode; per chi ama, invece, il tempo è eternità”.

È l’eternità… Infatti, delle tre virtù teologali, la carità è l’unica che rimarrà quando lasceremo questa vita (cfr. 1 Cor 13,13). Pertanto, i più piccoli momenti trascorsi lontano dall’amore di Dio sono tempo sprecato, che ci verrà inevitabilmente addebitato.

Fermiamoci un attimo all’inizio dell’anno e chiediamoci: come gestiamo questo dono prezioso che abbiamo ricevuto da Dio? Se siamo onesti con noi stessi, probabilmente ci renderemo conto che, come diceva Paul Claudel, “non è il tempo che ci manca, siamo noi che manchiamo di tempo”.

Non lasciamo che la polvere dorata del tempo venga sciaguratamente spazzata via dalla burrasca della banalità, della pigrizia, della mondanità, dell’egoismo e della vergognosa meschinità. Al contrario, che ogni millesimo della nostra esistenza sia un grido di guerra contro il male, una fiamma d’amore verso Dio, un’offerta bruciata sul suo altare.

Testo tratto dalla Rivista degli Araldi n. 253, gennaio 2023.