“Non entri lo spirito del mondo nelle nostre comunità religiose”: avverte il Papa
Papa Francesco ha presieduto la Santa Messa nella Basilica di San Pietro in occasione della Festa della Presentazione del Signore e della Giornata Mondiale della Vita Consacrata.
Foto: Media Vaticani
Redazione (03/02/2024 13:44, Gaudium Press) In occasione della Festa della Presentazione del Signore e della Giornata Mondiale della Vita Consacrata, celebrata venerdì 2 febbraio, Papa Francesco ha presieduto la Santa Messa nella Basilica di San Pietro in Vaticano. Questa giornata, che vuole essere un omaggio alla vita religiosa, fu istituita da Papa Giovanni Paolo II nel 1997.
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Processione di religiosi con le candele accese
Alla cerimonia hanno partecipato numerosi religiosi e religiose di diverse congregazioni e istituti religiosi, con in mano le candele che sarebbero state poi benedette. Questi consacrati e consacrate hanno partecipato a una prima processione guidata dal cardinale João Braz de Aviz, prefetto del Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica.
Questa processione di religiosi e religiose che si dirigono verso l’altare della Basilica di San Pietro, illuminati solo dalle loro candele, è ricca di simbolismo. La luce è un simbolo di Cristo, luce delle genti e salvezza per il mondo. La Giornata Mondiale della Vita Consacrata è un’occasione di preghiera e di ringraziamento per questa speciale chiamata di Dio a diffondere la luce di Cristo attraverso gli innumerevoli carismi degli istituti religiosi.
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Simeone e Anna, due anziani che hanno mantenuto giovane il loro cuore
Nell’omelia, Papa Francesco ha sottolineato che Simeone e Anna erano due anziani che hanno mantenuto il loro cuore giovane, nonostante le difficoltà e le delusioni “non si sono ritirati dalla speranza”. E ha poi aggiunto che l’attesa di Dio è importante anche per noi, per il nostro cammino di fede.
“Il Signore ci visita ogni giorno: ci parla, si rivela in modi inaspettati e verrà alla fine della vita e dei tempi. Per questo motivo, egli stesso ci esorta a rimanere svegli, a vegliare, a perseverare nell’attesa. Guai a noi se cadiamo nel “sonno dello spirito e spegniamo la speranza”, ha sottolineato.
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Trascurare la vita interiore e adattarsi allo stile del mondo
Il Pontefice ha avvertito che la capacità di sperare è spesso compromessa da due ostacoli: la trascuratezza della vita interiore e l’adattamento allo stile del mondo, che finisce per prendere il posto del Vangelo.
Il primo si verifica “quando la stanchezza prevale sul fascino, quando l’abitudine prende il posto dell’entusiasmo, quando si perde la perseveranza nel cammino spirituale, quando le esperienze negative, i conflitti o il ritardo nella comparsa dei frutti ci trasformano in persone amareggiate e scoraggiate”.
Il secondo, invece, risponde all’esigenza che caratterizza il mondo: “tutto e subito, l’attivismo che ci domina, il consumismo e il divertimento ricercato a tutti i costi e il silenzio bandito dalle nostre giornate”. A questo proposito, Francesco avverte i religiosi di vigilare “affinché lo spirito del mondo non entri nelle nostre comunità religiose, non entri nella vita della Chiesa e nel cammino di ciascuno di noi, altrimenti non porteremo frutto”. (EPC)
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