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Beata Anna Caterina Emmerick

Il 9 febbraio la Chiesa celebra la memoria della Beata Anna Caterina Emmerick (1774-1824), monaca agostiniana che ricevette le stimmate della Passione di Nostro Signore. Dotata di carismi straordinari, se ne servì per confortare coloro che si rivolgevano a lei. 

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Redazione (09/02/2024 16:41, Gaudium Press) Anna Caterina nacque a Flamschen, vicino alla città di Coesfeld, in Germania.

Ebbe una breve formazione scolastica, ma impressionava tutti per le sue conoscenze, soprattutto in campo religioso.

Le piaceva visitare le chiese, partecipare alla Messa e pregare la Via Crucis per le strade.

Sarebbe voluta entrare in convento, ma non riuscì a realizzare presto il suo sogno, così tornò nella casa paterna, e  vi lavorava come sarta.

Finalmente, nel 1802, entrò nel convento di Agnetenburg a Dulmen, insieme a una sua amica, Klara Sontgen. Era sempre disposta a svolgere i compiti più pesanti. All’inizio non godeva di grande stima a causa delle sue umili origini; alcune consorelle criticavano la sua rigorosa osservanza della regola, ma lei sopportava le sue sofferenze con serenità di spirito.

Dal 1802 al 1811 si ammalò spesso, e con grandi sofferenze.

Nel 1811 lasciò il convento di Agnetenburg a causa della secolarizzazione imposta dalle leggi napoleoniche.  Un sacerdote francese rifugiato a Dulmen, padre Lambert, la assunse come governante. Ma poco dopo Anna Caterina si ammalò e costretta a letto dovette  coinvolgere la sorella minore, Gertrud, per la cura della casa.

Preoccupata per gli altri

In quel periodo ricevette le stimmate di Gesù Cristo; in realtà, aveva già ricevuto in forma mistica il dolore delle ferite di Cristo.

Ma nonostante le sue condizioni si preoccupava molto del benessere altrui. Costretta a letto, confezionava abiti per i bambini bisognosi e riceveva molti visitatori con grande carità.

Divenne famosa per le sue stimmate e le visioni mistiche che la accompagnavano. Diversi personaggi del movimento di rinnovamento dell’inizio del XIX secolo le fecero visita: Clemens August, il barone di Droste zu Vischering, Bernhard Overberg, Friedrich Leopold von Stolberg, Johann Michael Sailer, Christian e Clemens Brentano, Luise Hensel, Melchior e Apollonia Diepenbrock.

Di particolare importanza fu l’incontro con Clemens Brentano, che si recò in visita da lei, per la prima volta nel 1818. Da quel momento in poi, rimase a Dulmen per cinque anni; ogni giorno si recava da Anna Caterina per scrivere delle sue visioni, che in seguito volle pubblicare.

Nell’estate del 1823, la Beata divenne sempre più debole, ma unì sempre le sue sofferenze a quelle del Signore. Morì il 9 febbraio 1824.

La vita di questa suora fu caratterizzata da una profonda unione con Gesù Cristo. Infatti, partecipò così intimamente ai dolori di nostro Signore che non è esagerato dire che visse, soffrì e morì per Lui.

Inoltre, Caterina ebbe sempre una profonda e sincera devozione a Maria, che si può riassumere in questa preghiera che recitava: “O mio Dio, permettici di servire l’opera della Redenzione, seguendo il modello della fede e dell’amore di Maria”.

Con informazioni tratte da Vatican.va.

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