L’arcivescovo di New York in Israele, sotto le bombe di Teheran
Il Cardinale Dolan aveva programmato il viaggio a Gerusalemme prima del 7 ottobre dello scorso anno, data del feroce attacco di Hamas a Israele.
Foto: X Il cardinale Dolan
Redazione (18/04/2024 14:59, Gaudium Press) Il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York, non poteva immaginare cosa gli sarebbe successo dall’altra parte del mondo.
È vero, aveva programmato il viaggio a Gerusalemme prima del 7 ottobre dello scorso anno, data del feroce attacco di Hamas a Israele. Ma sebbene le tensioni in Terra Santa fossero aumentate in modo significativo, non avrebbe mai immaginato cosa gli sarebbe successo nella capitale israeliana.
La visita in Israele era stata prevista in qualità di presidente della Catholic Near East Welfare Association.
Durante il suo viaggio dal 12 al 18 aprile, ha incontrato i leader religiosi locali e ha visitato organizzazioni umanitarie, come quella di qualche giorno fa “un magnifico centro” di suore che accolgono bambini abbandonati. Mi hanno detto che “ogni volta che riceviamo un nuovo bambino alla porta di casa… sentiamo che è di nuovo Natale, perché nasce un altro figlio di Dio”, ha detto il cardinale in un video.
Ma il cardinale Dolan ha dovuto rifugiarsi nella notte tra sabato 13 e domenica 14 presso il Centro Notre Dame a causa degli attacchi aerei lanciati dall’Iran contro Israele. Il Notre Dame Centre di Gerusalemme è infatti un’organizzazione che offre ospitalità ai pellegrini che si recano in Terra Santa.
“Questa domenica a Betlemme, tutto sembra calmo e luminoso, e lo è per noi, ci sentiamo sicuri e protetti”, ha detto in un video girato da Betlemme e pubblicato su X (ex Twitter) domenica mattina. “Non è stato così nel cuore della notte scorsa, quando sono suonate le sirene della contraerea e siamo dovuti scendere a cercare sicurezza al Centro Notre Dame“. In altre parole, il cardinale americano ha avuto ben più di un semplice spavento.
“Ma per ora le cose stanno andando bene, e ve ne siamo grati”, ha detto il cardinale. “Grazie per tutte le vostre espressioni di preoccupazione”.
Sebbene il 99% dell’attacco sia stato intercettato dall’azione delle Forze di Difesa israeliane, con il supporto di Stati Uniti e Regno Unito, il mondo attende ancora con timore la risposta, cioé se Israele farà una rappresaglia, aumentando la probabilità di un conflitto di grandi proporzioni.
Gli Stati Uniti hanno invitato Israele a non rispondere, ma sebbene il governo israeliano non abbia preso una posizione ufficiale, numerose voci civili prevedono una risposta.
Con informazioni di Aciprensa.
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