Il Concerto degli Araldi alla Movistar Arena di Bogotà: una scala verso il paradiso
12.000 persone hanno gremito il centro eventi per l’omaggio alla Madre delle Madri. Era presente anche il Nunzio Apostolico.
Foto: Jesse Arce
Redazione (03/05/2024 11:34, Gaudium Press) A Bogotà, il 1 maggio, non c’era solo la Movistar Arena; non si era neanche trasformata in una semplice “Cattedrale”: era una Scala di Giacobbe, dove gli angeli custodi degli oltre 12.000 partecipanti, scendevano e salivano al suono della musica, delle processioni e dei cortei, delle belle e sentite meditazioni, del movimento delle bandierine e del fragore degli applausi e delle acclamazioni del pubblico.
La presenza soprannaturale era davvero intensa; si poteva sentire, si poteva toccare con mano.
Il pubblico, che ha gremito la platea e le gradinate della Movistar Arena, per il grande concerto del Coro e della Banda Internazionale degli Araldi del Vangelo (Cavalieri della Vergine), ha reso un fervido omaggio alla Madre delle Madri, la Vergine, nel primo giorno di maggio, un omaggio esteso a tutte le mamme della Colombia.
Anche se il concerto sarebbe cominciato alle 16.00, mezz’ora prima il Movistar era già gremito; allora, due sacerdoti Araldi hanno iniziato la recita dei misteri gloriosi del Rosario, e ogni decina di Ave Maria è stata introdotta da una breve meditazione e da un’esecuzione musicale del coro e della banda sinfonica del ramo femminile degli Araldi, diretti da Sr. María del Pilar Perezcanto. Flor del Carmelo, Santa Juana de Arc, Acuérdate Santa Juana, sono stati solo alcuni dei brani interpretati dalle belle voci, che hanno entusiasmato il pubblico che applaudiva entusiasta e in alcuni momenti come per la Salve Rociera sevillana hanno fatto spuntare le lacrime agli occhi.
Ma i minuti passavano, senza che ce ne accorgessimo, e quando la lancetta dell’orologio ha segnato le 4 del pomeriggio, è stato il momento dell’ingresso – in processione, lungo il corridoio centrale – dei Cavalieri, degli strumentisti e dei cantori, e dell’Immagine del Cuore di Maria di Fatima, portata su una predella dalle suore del Secondo Ordine degli Araldi del Vangelo.
“Dopo il corso di questa vita, l’ingresso di Maria Santissima in cielo fu gioioso, trionfale e solenne…”, annunciavano solennemente dal palco i presentatori. Quello che sarebbe seguito sarebbe stato il ricordo del maestoso arrivo della Signora nel Regno Celeste.
Foto: Jesse Arce
Poi gli sguardi e i riflettori si sono rivolti all’inizio del corridoio centrale, dove sarebbe stata portata una corona su un cuscino di velluto cremisi: era giunto il momento dell’incoronazione della Vergine, al suono di trombe e proclami, di cantori che ricordavano che Lei a Fatima aveva annunciato un “premio” e dato un “avvertimento”.
Ma ora sarebbe stata la Regina, riconosciuta, incoronata, dignitosa sull’altare che le era stato destinato al centro del palcoscenico, ma anche sull’altare del cuore dei presenti, che la volevano proclamare davvero Regina della Colombia.
Dopo aver salutato le autorità ecclesiastiche presenti – il Nunzio di Sua Santità, Mons. Paolo Rudelli, e i Vescovi di Zipaquirá e Fontibón – e le autorità civili e militari, il concerto è iniziato con le esecuzioni gregoriane, Christus resurgens, un’Ave Maria e l‘Alleluia Virga Iesse, per proseguire con melodie polifoniche dei più importanti autori come Pierluigi da Palestrina e Tomás Luis de Victoria.
Dopo ogni esecuzione, gli applausi sono divenuti un crescendo. Ma nessuno si aspettava che dopo la dolce e sacrale solennità della musica polifonica, avrebbe fatto seguito un fragore di percussioni…
Il rullo dei tamburi
“La Vergine può essere onorata anche con i tamburi”, annuncia il presentatore.
Foto: Jesse Arce
Le luci si spengono e i riflettori si accendono su un gruppo di otto Araldi che stavano già suonando i loro tamburi mentre si dirigevano lungo il corridoio centrale verso il palco. Quando sono arrivati, non è stato solo il battere dei tamburi e il fragore dei piatti, ma anche le diverse figure fatte dagli strumentisti con le bacchette, che hanno portato sorrisi, esclamazioni e applausi da parte di una folla già conquistata.
L’ultima parte è stata quella sinfonica, dove coro e strumenti hanno cantato l’Ave Maria di Schubert e le due parti più famose del Messiah di Handel, l’Alleluia e il Degno è l’Agnello, perché Degno è l’Agnello, simbolo di Gesù Cristo, Vittima, Redentore e Altare.
Il concerto si è concluso con una marcia proveniente dal cuore mariano del Paese, dal sapore di consacrazione, la Regina della Colombia, dopo la quale i musicisti degli Araldi hanno lasciato il palco accompagnati dalle note dell’Inno Pontificio di Charles Gounod, con testo adattato dagli Araldi del Vangelo.
Le parole del Nunzio
La giornata non poteva però concludersi senza la benedizione e il breve discorso del Nunzio, che ha invitato a seguire l’esempio di una Vergine che ci porta sempre a Gesù. Il Nunzio ha avuto parole di elogio per il Concerto, si è congratulato con gli Araldi e ha colto l’occasione per ricordare la Giornata di preghiera e riconciliazione che i vescovi della Colombia hanno indetto per il 3 maggio in tutte le parrocchie del Paese, chiedendo la pace di Cristo: “Sto per darvi la benedizione del Signore, e per favore, portatela a tutte le vostre famiglie, parrocchie e comunità. Che il Signore sia con voi…”.
Foto: Jesse Arce
Non volevamo andarcene.
Avevamo vissuto per un po’ in Paradiso, e il Paradiso è delizioso… Ma il tour è appena iniziato.
La gente si è attardata nei corridoi, ha chiacchierato in platea, indugiava fuori del Movistar.
“È stato un concerto nel quale abbiamo potuto consacrarci alla Beata Vergine Maria e abbiamo anche potuto cantare lodi e canti al Signore tramite la Vergine. È stata un’esperienza molto bella, molto spirituale, che ha sollevato anche tutti i nostri cuori”, ha detto don Mauricio Fontalvo, formatore presso il Seminario Maggiore di Bogotà.
“Innanzitutto ringraziamo Dio, perché l’evento ha registrato il tutto esaurito, i biglietti sono andati a ruba. In secondo luogo, è stato un incontro per capire che in mezzo all’armonia, all’amore e alla pace, è bello stare”, ha detto una suora delle Missionarie di Cristo Maestro.
Lo stesso direttore del Coro e della Banda Sinfonica, don Ochipinti, si è commosso: “il popolo colombiano è un popolo consacrato alla Vergine. E noi non abbiamo fatto altro che esternare ciò che è già nel cuore di tutti. Per noi è stata una grande gioia poter trovare in questi cuori colombiani questo forte amore per la Vergine”.
È ancora possibile incontrare il Coro e la Banda Sinfonica Internazionale
Il Coro Sinfonico Internazionale e la Banda degli Araldi si dirigeranno ora ad Armenia, Cali, Medellín il 9 maggio, Barranquilla, Santa Marta e infine Bogotá, dove celebreranno la Festa della Mamma nella chiesa degli Araldi a Tocancipá il 12 maggio e onoreranno Nostra Signora di Fatima il 13 maggio.
C’è ancora tempo, quindi, per smorzare quelle che sono già nostalgie.
(Carlos Abreu / Inviato speciale).
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