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Niente tatuaggi e piercing nelle regole per i dipendenti del Vaticano

 Un chirografo di Francesco regola anche la questione della riservatezza.

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Redazione (02/07/2024 12:42, Gaudium Press) La Santa Sede ha pubblicato un chirografo del Papa che annuncia e autorizza un nuovo Statuto e Regolamento del Capitolo della Basilica Vaticana, che rifletta i principi della Costituzione Praedicate Evangelium, che ha riformato la Curia Romana.

In questi nuovi documenti vengono stabilite le regole per il personale della Fabbrica di San Pietro, che è l’ente responsabile della logistica della Basilica di San Pietro.

Le nuove norme dovranno essere seguite da tutti i dipendenti, compresi i cosiddetti “sampietrini”, cioè gli addetti all’accoglienza, alla custodia, alla pulizia e alla manutenzione della Basilica Vaticana.

Il documento, pubblicato sabato 29 giugno, stabilisce che essi devono “curare il proprio aspetto esteriore secondo le esigenze e le consuetudini dell’ambiente di lavoro”.

In questo senso, il Papa stabilisce che “sono vietati tatuaggi visibili sulla pelle e piercing”. Devono inoltre “indossare un abbigliamento decoroso e adeguato all’attività che devono svolgere”.

Sarà inoltre obbligatorio “professare la fede cattolica e vivere secondo i suoi principi”, nonché dimostrare di essere sposati in Chiesa presentando un “certificato di matrimonio canonico”, un certificato di Battesimo e di Cresima e dimostrare di non avere precedenti penali.

Il nuovo regolamento stabilisce anche che il personale della Fabbrica di San Pietro si impegna a “osservare una condotta religiosa e morale esemplare, anche nella vita privata e familiare, in accordo con la Dottrina della Chiesa”.

“Il personale è tenuto a comportarsi in modo educato durante il servizio, rispettoso del luogo sacro e cortese verso gli altri e l’ambiente”, si legge.

Inoltre, il personale è tenuto a rispettare la riservatezza e non può “fornire a chi non ne ha diritto, informazioni su atti o notizie di cui è venuto a conoscenza nel corso del proprio lavoro o servizio”. Questa riservatezza è particolarmente rilevante nei casi di “segreto pontificio”.

Si stabilisce inoltre che, senza la preventiva autorizzazione del presidente, “nessuno può rilasciare dichiarazioni e interviste, anche attraverso strumenti e piattaforme digitali, riguardanti persone, attività, ambienti e orientamenti della Fabbrica”.

Con informazioni di Aciprensa

 

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