L’inaugurazione delle Olimpiadi e la giustizia di Dio
Parigi si è trasformata, nella giornata inaugurale, in un sinistro spazio esoterico, in triste contrasto con il glorioso passato della Città della Luce.
Redazione (28/07/2024 20:38, Gaudium Press) Parigi, Parigi… Città di San Luigi Re e della sua celeste Sainte-Chapelle, di San Vincenzo de’ Paoli e del suo cuore d’oro. Parigi di Notre-Dame e della corona di spine di Nostro Signore Gesù Cristo. Parigi di Santa Caterina Labouré, del suo corpo incorrotto e delle apparizioni di una Vergine miracolosa che annunciava anche calamità sulla Francia, un tempo dolce e bella.
Parigi si è trasformata ieri in un sinistro spazio esoterico, di Maria Antonietta decapitata al suono di Ça ira, di fantasmi neri che si aggiravano sui tetti secolari; di bambini danzanti circondati da seducenti drag queen, che servivano anche a rappresentare una blasfema “Ultima Cena”, esibita da Parigi a 3 miliardi di persone… in triste contrasto con il glorioso passato della Ville Lumière.
“A tutti i cristiani del mondo che stanno partecipando alla cerimonia di Parigi 2024 e che si sono sentiti insultati da questa parodia dell’Ultima Cena fatta da una drag queen, sappiate che non è la Francia a parlare, ma una minoranza di sinistra disposta a qualsiasi provocazione”, ha dichiarato la nota Marion Marechal in un post su “X”.
Tuttavia, il problema non è tanto se i cristiani siano stati offesi o “provocati”, perché alla fine, come dice la Scrittura: “Che cos’è l’uomo perché ve ne ricordiate?”.
Il problema è che Dio è stato offeso, “provocato”, rifiutato, insultato. La domanda è se Dio intende l’offesa come commessa da tutta la Francia, una Francia a cui Dio ha dato tanto, e che ora è orgogliosa di proclamare l’uccisione di innocenti come un “diritto umano”, anche con l’appoggio della zia di Marion. Una Francia che ora erige con sfida un vitello d’oro idolatrico nel luogo in cui dovrebbe trovarsi la croce di Nostro Signore Gesù Cristo.
Ai “buoni” che abbondano nelle file cattoliche e che ripetono stupidamente che Dio perdona tutto, vale la pena ricordare che Cristo stesso, misericordioso, ha pianto per una Gerusalemme che lo ha rifiutato, dove ha versato il suo sangue per amore, ma dove ha anche annunciato la sua giustizia: “In verità vi dico che tutte queste offese pesano su questa stirpe. Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti vengono mandati! Quante volte ho voluto radunare i vostri figli, come una gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali… e voi non avete voluto! Ebbene, la tua casa è rimasta deserta”, proprio come Gerusalemme fu distrutta nell’anno 70, dopo quattro anni di terribile assedio e successiva devastazione da parte di Tito.
Alla fine, la questione non è tanto se Dio sia stato offeso dal fatto che la sua creatura lo abbia rifiutato, disprezzato e insultato, perché è chiaro che questo è accaduto. La vera domanda è se la giustizia stessa di Dio non sia il rimedio misericordioso, affinché non diventino tutti fantasmi, vitelli d’oro e drag queen, scagnozzi di Satana.
Perché, come possiamo vedere nel rapporto di Dio con il popolo eletto, la sua giustizia, a volte terribile, è stata anche misericordia, segno del suo amore.
Di Carlos Castro
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