Interrogativi sul mandato del presidente del Tribunale vaticano
Il giudice Pignatone si è dichiarato non colpevole di tutte le accuse di corruzione a suo carico.
Foto: media vaticani
Redazione (07/08/2024 09:07, Gaudium Press).Non è certo semplice la permanenza in carica del presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, ora indagato dalla magistratura per presunte collaborazioni con la mafia, negli anni Novanta.
L’ex sostituto procuratore di Palermo, procuratore di Roma e dal 2019 presidente del Tribunale vaticano, è stato convocato il 31 luglio per rendere la sua testimonianza presso il Tribunale siciliano di Caltanissetta, per presunte complicità e insabbiamenti di Cosa nostra.
L’accusa è di essere intervenuto, in qualità di sostituto procuratore a Palermo, per chiudere un’indagine del 1992 contro l’organizzazione mafiosa, accusata di molteplici crimini, tra cui l’omicidio dei giudici Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, che la combattevano. Sotto accusa è anche il procuratore Natoli. “I due magistrati avrebbero avuto un ruolo attivo – Pignatone come ‘istigatore’ e Natoli come ‘esecutore materiale’ – nell’occultamento di un’indagine cruciale del 1991”, riporta zonedombratv.it.
“Secondo le prime indagini, [Pignatone] sarebbe intervenuto per forzare l’archiviazione di un’importante inchiesta contro la mafia”, afferma Infobae.
Pignatone era già stato indagato per corruzione a Caltanissetta, sulla base di dichiarazioni di pentiti di mafia, uno dei quali sosteneva che la mafia aveva donato un immobile al giudice. Ma tutte queste accuse furono respinte, all’epoca, dai giudici. Per quanto riguarda l’immobile, Pignatone aveva dimostrato che la proprietà della casa era stata regolarmente acquisita dalla moglie. Ma “ora la Procura di Caltanissetta e la Guardia di Finanza stanno riesaminando l’acquisizione di questa proprietà, sollevando nuovi interrogativi e incertezze”, dice Zona d’Ombra.
Pignatone si è dichiarato non colpevole per tutte le recenti accuse a suo carico e si è impegnato a collaborare con la giustizia. Nel frattempo, da più parti si sollevano interrogativi sul suo mandato di presidente della Corte di Giustizia della Santa Sede. Al momento, la vicenda dell’inchiesta in cui è coinvolto è di interesse nazionale, perché “rischia di scuotere profondamente la fiducia nel sistema giudiziario italiano e di aprire una nuova e delicata pagina nella lotta alla criminalità organizzata”.
Con informazioni di Aciprensa.
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