San Domenico di Guzmàn
San Domenico di Gusmão, fondatore dell’Ordine dei Frati Predicatori, o Domenicani, zelante apostolo della devozione alla Madonna attraverso la diffusione del Santo Rosario, pratica che si rivelò estremamente efficace nella lotta contro i Catari e gli Albigesi.
Redazione (08/08/2024 17:11, Gaudium Press) Domenico nacque il 24 giugno 1170 nella cittadina di Caleruega, nella Vecchia Castiglia, l’attuale Spagna. Apparteneva a una famiglia illustre e nobile, fortemente cattolica e ricca: i suoi genitori erano Félix de Gusmão e Joana d’Aza e i suoi fratelli erano Antonio e Manes. Il primo divenne sacerdote e morì in odore di santità. Il secondo, insieme alla madre, è stato beatificato dalla Chiesa.
In questa culla esemplare, il piccolo Domenico percorse lo stesso cammino di servizio a Dio. Anche il suo nome fu scelto in onore di San Domenico di Silos, perché sua madre, prima che Domenico nascesse, fece una novena presso il santuario del santo abate. E, nel settimo giorno, come racconta la tradizione, le apparve per annunciarle che il suo futuro figlio sarebbe diventato un santo per la Chiesa cattolica.
Domenico si dedicò agli studi, divenendo molto colto, ma non lasciò mai da parte la carità. A Calencia, la città dove si laureò, sorprese tutti mettendo in vendita gli oggetti della sua stanza, comprese le costose pergamene che usava per i suoi studi, al fine di avere un piccolo “fondo” per sfamare i poveri e i malati.
All’età di ventiquattro anni, sentendo la vocazione, fu ordinato sacerdote. Fu inviato alla diocesi di Osma, dove si distinse per competenza e intelligenza. Ben presto fu invitato ad assistere il re Alfonso VII nel lavoro diplomatico del suo governo e a rappresentare la Santa Sede in alcune delle sue più difficili missioni.
“San Domenico era un uomo di preghiera. Appassionato di Dio, aspirava unicamente alla salvezza delle anime, soprattutto di quelle cadute in preda alle eresie del suo tempo; imitatore di Cristo, incarnò radicalmente i tre consigli evangelici, unendo l’annuncio della Parola alla testimonianza di una vita povera; sotto la guida dello Spirito Santo, progredì sulla via della perfezione cristiana. In ogni momento, la preghiera era la forza che rinnovava e rendeva sempre feconde le sue opere apostoliche”[1].
Il Beato Giordano di Sassonia, morto nel 1237, suo successore alla guida dell’Ordine, scrisse: “Durante il giorno, nessuno era più socievole di lui… Viceversa, la sera, nessuno era più assiduo di lui nella veglia di preghiera. Il giorno era dedicato al prossimo, ma la notte era offerta a Dio”. In San Domenico possiamo vedere un esempio di integrazione armoniosa tra la contemplazione dei misteri divini e l’attività apostolica.
San Domenico e il Rosario
San Domenico si distinse anche come zelante apostolo della devozione alla Madonna, diffondendo il Santo Rosario, una pratica che si rivelò estremamente efficace nella lotta contro i Catari e gli Albigesi.
Durante il Medioevo, periodo in cui visse, il cristianesimo era minacciato dalla terribile eresia degli Albigesi, o Catari, che dilagava in Europa, nonostante gli sforzi dei Papi per contenerla. Domenico di Guzmàn era uno dei grandi difensori dell’ortodossia e fu incaricato di predicare in Linguadoca, principale focolaio del male, durante le più feroci battaglie contro questa eresia.
Preso dall’angoscia per il numero di anime che si allontanavano dalla retta via e sopraffatto da un’emozione interiore, si recò in una foresta vicino a Tolosa per fare penitenza e supplicare Dio di avere pietà della sua Chiesa.
Furono tre giorni e tre notti di sacrifici austeri, di gemiti, di lacrime e, soprattutto, di preghiera. Quando il suo corpo stava per crollare, la Regina del Cielo in persona apparve splendente, chiedendogli quale arma avesse usato la Santissima Trinità per riformare il mondo. Egli rispose che quest’arma era stata proprio Lei, Maria Santissima.
Al che Ella rispose: “Lo strumento principale di quest’opera è stato il saluto angelico, che è il fondamento del Nuovo Testamento. Perciò, se vuoi conquistare a Dio questi cuori induriti, prega il mio Salterio”.
Da quel momento, San Domenico iniziò a diffondere la devozione al Rosario e Maria Santissima iniziò ad elargire abbondanti grazie a coloro che lo recitavano, ottenendo numerose conversioni, un grande cambiamento nei costumi e la vittoria della Chiesa sull’eresia. Il Santo passò alla storia come l’apostolo di questa devozione che unisce Cielo e Terra.
Fratelli predicatori
Nel 1207, a Santa Maria di Prouille, Domenico fondò il primo monastero del Secondo Ordine, di monache, destinato alle giovani donne che, a causa della carestia, erano condannate a una vita di peccato.
La santità di Domenico acquistò sempre più fama, e attirò persone che volevano seguire il suo modello di apostolato. Nacque così il piccolo gruppo dei “Frati Predicatori”, di cui faceva parte il suo fratello di sangue, il Beato Manes.
Nel 1215, da questa confraternita, Domenico decise di fondare un Ordine, che offrisse una nuova proposta di evangelizzazione cristiana e di vita apostolica. La proposta fu presentata a Papa Innocenzo III, che nello stesso anno, durante il quarto Concilio Lateranense, concesse la prima approvazione. L’anno successivo, il suo successore, Papa Onorio III, dette l’approvazione definitiva, ribattezzandolo Ordine dei Frati Predicatori, o Domenicani. Essi erano conosciuti come uomini saggi, poveri e austeri, le cui caratteristiche essenziali erano la scienza, la pietà e la predicazione.
Nel 1217, per attirare i giovani accademici nel clero, il fondatore stabilì che le case dell’Ordine dovessero essere create nelle principali città universitarie d’Europa, che all’epoca erano Bologna e Parigi. Si stabilì a Bologna, in Italia, dove si dedicò allo splendido sviluppo della sua opera, presiedendo i primi due capitoli generali tra il 1220 e il 1221, destinati alla stesura definitiva della “magna carta” dell’Ordine.
Grazie all’impulso dei frati predicatori, tra i quali spicca San Tommaso d’Aquino, la Scolastica raggiunse l’apice del suo splendore, stupendo il mondo intero con la sua perfetta esposizione della teologia e della filosofia. La Chiesa affidò all’Ordine domenicano la custodia del sacro deposito della Rivelazione e i suoi membri per questo furono definiti “martelli dell’eterodossia”.
L’8 agosto 1221, a soli cinquantuno anni, morì. Nel 1234 fu canonizzato da Papa Gregorio IX, che lo stimava e lo amava in modo particolare.
San Domenico di Guzmàn fu sepolto nella Cattedrale di Bologna.
Con informazioni della Società Figlie di San Paolo – Paoline.
[1] Benedetto XVI. Udienza generale a Castel Gandolfo, 8 agosto 2012.
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