San Lorenzo martire, la sacra schiavitù mariana come porta di grandezza
San Lorenzo fu grande perché era schiavo. Il Regno di Maria sarà il più grande e il più bello perché sarà schiavo.
Redazione (10/08/2024 16:29, Gaudium Press) Oggi la Chiesa ricorda San Lorenzo, “diacono della Chiesa di Roma” e “martire durante la persecuzione di Valeriano imperatore”, che seguì nella morte “Sisto II, papa, e i suoi compagni, i quattro diaconi romani”, come recita l’ufficio della Liturgia delle Ore a lui oggi dedicato.
San Lorenzo è un santo popolare. Persino uno dei monarchi più potenti di tutti i tempi, Filippo II, volle onorarlo costruendo il suo palazzo sotto la sua protezione e dando alla sua nuova casa la forma di una graticola, lo strumento con cui fu bruciato e martirizzato (il re riteneva che il Santo fosse stato intercessore per conseguire una vittoria decisiva per la Spagna). È quindi un grande personaggio.
Ma, fatto curioso, la Liturgia delle Ore di oggi, per bocca di Sant’Agostino e dell’inno finale dell’Ufficio delle Letture, vuole mettere in evidenza la qualità che sembrerebbe contraria alla grandezza, e cioè la schiavitù di San Lorenzo, una qualità che secondo Sant’Agostino dovrebbe essere caratteristica di ogni cristiano, poiché faceva parte dell’essenza di Cristo stesso. Guardiamo.
“La Chiesa di Roma ci invita oggi a celebrare il trionfo di San Lorenzo”, afferma Sant’Agostino nel suo sermone 304. Nello stesso sermone, il Diacono di Ippona sottolinea che il Diacono della graticola, sull’esempio di Cristo, ha dato la vita per i suoi fratelli secondo le modalità della schiavitù:
“Comprendiamo, dunque, in che modo il cristiano deve seguire Cristo (…). L’Apostolo, riferendosi a Cristo, dice: Nonostante la sua condizione divina, egli non ostentò la sua condizione di Dio. Quale grande maestà! Al contrario, umiliò se stesso e assunse la condizione di schiavo, divenendo uno dei tanti. Che grande umiltà”. Lo schiavo è sempre pronto a svolgere i servizi stabiliti dal suo padrone. La resa incondizionata è la condizione dello schiavo. Così era San Lorenzo e così era Cristo.
A sua volta, l’inno finale dell’Ufficio delle Letture anche oggi, il bellissimo Signore Dio Eterno, è più esplicito riguardo la schiavitù che Dio vuole da tutti i suoi figli sull’esempio del Redentore, quando dice: “O Cristo, tu sei il Re della gloria, tu il Figlio e il Verbo del Padre, tu il Re di tutta la creazione. Per salvare l’uomo, hai assunto la condizione di schiavo nel grembo di una vergine”.
È quindi una conferma della liturgia, di quanto Dio apprezzi la schiavitù mariana, nei termini espressi dal saggio San Luigi Maria Grignion de Montfort. Attraverso la liturgia lo Spirito Santo ci parla della “schiavitù verticale”, cioè della sottomissione che dobbiamo avere nei confronti della Madonna e, attraverso di Lei, di Dio, come Cristo stesso ci ha insegnato, e anche della sottomissione che dobbiamo avere nei confronti dei nostri fratelli e sorelle, che dobbiamo servire, ciascuno secondo la propria vocazione.
In definitiva, dobbiamo essere tutti schiavi di tutti: il re del suddito e il suddito del re. Il prigioniero della guardia, ma anche la guardia del prigioniero. I fedeli laici del sacerdote e il sacerdote dei fedeli. E così con tutti, poiché Cristo era lo schiavo di tutti.
Forse non è un “caso” che ora, parlando di una “società di schiavi”, lo abbiamo fatto introdotti dalle parole dell’autore della Città di Dio, una Città che per Agostino è la realizzazione del Paradiso in Terra. Ma perché questa terra sia cielo, tutti devono essere schiavi, di Cristo, di Maria, di tutti.
In particolare, schiavi della Città Mistica di Dio, la Vergine, secondo la bella espressione di suor María Jesús de Agreda. E anche schiavi di tutti coloro che ci portano a Maria e, attraverso Maria, a Gesù.
Oh paradosso: la bandiera della “libertà” – intesa come non assoggettamento a nulla, nemmeno a Dio – ha portato il mondo nel caos. La bandiera della “schiavitù” condurrà il mondo alla resurrezione e al Regno di Maria.
San Lorenzo è stato grande perché era uno schiavo. Il Regno di Maria sarà il più grande e il più bello perché sarà schiavo” (SCM).
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