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La Transustanziazione

È necessario dedicare attenzione e valore a ciò che è la Transustanziazione, per quanto un tale mistero possa essere creduto e assimilato.

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Redazione (30/08/2024 16:45, Gaudium Press) Prima di entrare nel merito del nostro argomento, permetteteci di dire una parola su un evento di attualità. Questo settembre si terrà a Quito, capitale della Repubblica dell’Ecuador, il Congresso Eucaristico Internazionale. L’iniziativa di questo tipo di Congresso fu di una laica francese del XIX secolo formatasi alla scuola di San Pietro Giuliano Eymard, Marie-Emilie Tamisier, che sottopose l’idea a Leone XIII; il Papa fu lieto di accettarla. Fu così che nel 1881 si tenne il primo Congresso Eucaristico Internazionale nella città di Lille, in Francia. Oggi, a Quito, celebriamo il 53° Congresso.

Ci uniamo spiritualmente ai partecipanti di tale evento ecclesiale, rallegrandoci del fatto che il Signore Sacramentato venga esaltato al centro del mondo (la linea equatoriale) a rappresentare entrambi gli emisferi e sul suolo americano, il continente della speranza. Inoltre, si svolgerà in una nazione privilegiata, perché nel 1873 il suo presidente, Gabriel García Moreno, cattolico convinto della comunione e del rosario quotidiano, consacrò ufficialmente l’Ecuador come “Repubblica del Sacro Cuore”. Due anni dopo, questo campione della fede cristiana fu ferocemente assassinato all’uscita della Cattedrale di Quito, dove si era recato per adorare il Santissimo Sacramento. Le sue ultime parole furono: “Dio non muore!”.

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Con il linguaggio preciso che appartiene ai documenti del magistero ecclesiastico, il Concilio di Trento riassume e definisce così il dogma della Transustanziazione nel Canone 4 della Sessione n. XIII. Si tratta di una lunga sentenza in cui i ragionamenti si susseguono armoniosamente, tutti molto ben ponderati e misurati: “Se qualcuno dirà che nel Santissimo Sacramento dell’Eucaristia perdura la sostanza del pane e del vino insieme al Corpo e al Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, e negherà quella meravigliosa e singolare conversione di tutta la sostanza del pane nel Corpo e di tutta la sostanza del vino nel Sangue, per cui del pane e del vino rimangono solo le specie (cioè gli accidenti), conversione che la Chiesa cattolica chiama molto opportunamente Transustanziazione, sia anatema”.

Molti cattolici non professano questa fede con la radicalità che essa comporta, e in questo sono più spesso vittime che colpevoli, non essendo consapevoli, per mancanza di istruzione, del significato delle parole di consacrazione e dell’azione dello Spirito Santo che operano la Transustanziazione durante la Messa.

Il sorprendente miracolo della Transustanziazione non è una sciocchezza, fa parte della Rivelazione e non si può dubitare o ignorare una verità di fede senza compromettere l’integrità della fede nel suo complesso. Recentemente, un sondaggio ha riportato che tra i cattolici americani che dicono di partecipare “raramente” alla Messa, solo il 51% crede nella Presenza Reale. Un’altra statistica allarmante è che il 31% dei cattolici che si considerano praticanti in quel Paese dice di non credere alla Presenza Reale. Se queste percentuali fossero vere – i sondaggi d’opinione non sono scienze esatte, né tanto meno infallibili, come il dogma… – ci troveremmo di fronte a un dato schiacciante: l’incredulità dilaga tra le file degli stessi credenti. Questo risultato rivela il fallimento di una pastorale totalmente sbagliata, e in una questione fondamentale.

Ecco perché è necessario prestare attenzione e dare valore a qualsiasi cosa sia la Transustanziazione, nella misura in cui tale mistero può essere creduto e assimilato. La Chiesa consiglia di non indagare curiosamente su come avviene questa conversione, perché non possiamo comprenderla con la logica umana. Bisogna anche credere che Cristo è tutto intero (corpo, sangue, anima e divinità) in ciascuna delle specie consacrate e in ciascuna delle sue parti, per quanto minime esse siano.

Questi “cattolici non credenti” di cui abbiamo parlato – e non pensate che esistano solo negli Stati Uniti – non si oppongono esplicitamente e consapevolmente al fatto che le sostanze vengano cambiate. Semplicemente negano la presenza reale considerando l’ostia consacrata come un mero simbolo.

Nella sua opera “Filosofia dell’Eucaristia”, pubblicata in omaggio al Congresso Eucaristico Internazionale tenutosi a Chicago nel 1926, il celebre filosofo cattolico spagnolo Juan Vázquez de Mella scrisse alcune riflessioni sul tema della Transustanziazione che vale la pena riprodurre qui:

Che cosa significa Transustanziazione? La conversione soprannaturale e totale della sostanza inferiore in quella superiore, ma non per fusione o incorporazione, che sarebbero contrarie al dogma e al significato della parola. Il prefisso “trans” non ha mai significato la fusione parziale o totale di una sostanza in un’altra. Indica il transito, l’arretramento, l’“oltre”, lo scambio di una cosa con un’altra: lo dimostrano il transpireneo, il transatlantico, la trasfigurazione, la trasformazione, ecc.

La conversione materiale e parziale di una sostanza in un’altra nella quale è incorporata e nella quale rimane come parte o accidente, non è una transustanziazione; è una conversione naturale. In natura non c’è un solo esempio di transustanziazione. Una sostanza, il pane e il vino, esisteva; un’altra appare e la sostituisce interamente, perché, sebbene gli accidenti rimangano, è per azione soprannaturale, e nulla rimane del primitivo che scompare, essendo cambiato, mutato, in quello che lo sostituisce. Come chiamare questo fatto? È al di fuori e al di sopra di tutte le conversioni naturali, è soprannaturale e unico; perciò deve essere chiamato Transustanziazione”. (Eugenio Subirana, editore pontificio, Barcellona, 1928).

La Transustanziazione è quindi una verità di fede e la fede, secondo San Paolo, “è il fondamento delle cose che si sperano e la garanzia delle cose che non si vedono” (Eb 11,1). Questa affermazione paolina può far inorridire un razionalista, un ateo o un cattolico ignorante. Per i cattolici correttamente istruiti, la fede è il pilastro su cui poggiano il culto eucaristico e la religione stessa. Ora, la fede è suscettibile di aumentare o diminuire.

Diciamo con il padre del bambino posseduto da uno spirito impuro narrato nel Vangelo: “Credo, Signore, ma aiuta la mia mancanza di fede” (Mc 9,24).

Di padre Rafael Ibarguren, EP

(Pubblicato originariamente su www.opera-eucharistica.org )

 

 

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