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Al giornale Libération non piace che molti giovani francesi chiedano il battesimo

Il giornale libertario-anarchico francese Libération, in stile maggio ’68, si dice preoccupato per il numero di giovani francesi che si convertono al cattolicesimo.

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Redazione (14/09/2024 16:39, Gaudium Press) Paola Belletti riporta su Infocatolica che il giornale francese libertario-anarchico stile maggio ’68 Libération è preoccupato per il numero di giovani francesi che si convertono al cattolicesimo:

“È tra i giovani tra i 18 e i 25 anni che l’aumento è più forte: il 36% dei battezzati ha tra i 18 e i 25 anni, un buon motivo per rimanere fiduciosi malgrado tutto. E a riprova del fatto che non c’è limite di età per richiedere il battesimo, alcuni catecumeni hanno più di 80 anni!”, riporta Boulevard Voltaire.

La tendenza è confermata e in crescita: a Pasqua 2024 sono stati battezzati 7.135 adulti, con un aumento di oltre il 30% rispetto al 2023. “Una notizia incoraggiante, in un momento in cui la nostra società sembra essere divorata dall’islamismo dilagante, le nostre antiche radici cristiane non sono ancora morte e sepolte, anzi: stanno vivendo una rinascita e una vitalità che continua a sorprenderci”. I battesimi tra gli adolescenti sono addirittura aumentati del 50%.

La rappresentante del catecumenato degli adulti e dei giovani di Grenoble, città ai piedi delle Alpi famosa per il suo dinamismo culturale, le sue università e i suoi sport invernali, non crede ai suoi occhi: “Una delle nostre cappellanie studentesche ha registrato 25 richieste a settembre, rispetto alle solite tre o quattro! Coloro che hanno chiesto di essere accolti nella Chiesa cattolica, riferisce il sito, sono stati spesso colpiti dalla bellezza della liturgia, dal silenzio di una chiesa o dalla testimonianza di vita di un amico. C’è sete di verità, di senso e di appartenenza; soprattutto, anche se non si conosce, come ricordava San Giovanni Paolo II ai giovani, è Cristo colui che il cuore dell’uomo cerca. Tutte queste sono notizie incoraggianti.

Ma non per Libération (*), giornale fondato, tra gli altri, da Sartre, che forse ora confermerebbe: l’inferno sono gli altri (che si convertono alla fede cattolica). Una constatazione, però, a cui i redattori non riescono a cedere, persi nei soliti loop intellettuali secondo cui non è possibile essere razionali e moderni e allo stesso tempo credere in Dio, soprattutto se è il Dio della rivelazione e della tradizione cattolica. A ciò si aggiunge, per Libération, la montagna di scandali e abusi sessuali nella Chiesa che dovrebbe aver dissuaso anche i più audaci e ottusi tra i giovani; ciononostante, essi chiedono il battesimo e vogliono conoscere gli insegnamenti di una fede che si dimostra sempre più capace di rispondere alla loro sete.

In primo luogo perché la riconosce e la prende sul serio, non la sminuisce riducendola a un “malessere giovanile”, una specie di acne, più o meno fastidiosa a seconda della genetica, destinata a scomparire prima o poi. La fede non scompare, la Chiesa non muore, il cuore dell’uomo rimane come Dio l’ha voluto: inquieto finché non riposa in Lui. Gli editorialisti di Libération dovrebbero quindi prendere una boccata d’aria fresca e darsi da fare per secolarizzare ancora più radicalmente una società che ha dato loro tante soddisfazioni: educazione religiosa ridotta al minimo storico, ignoranza delle proprie radici, assimilazione dei principali dogmi laicisti inculcati fin dalla scuola materna, vasti campi aperti alla diffusione dell’islamismo.

Eppure, la fame di trascendenza non si placa e non sarà la società laicista a colmare questo vuoto, perché si ostina a rispondere solo con il materialismo e l’individualismo a un bisogno che li supera, provocando, nei giovani, anche disgusto. Sono stufi del politicamente corretto, non lo sopportano più: “Sempre più giovani non vogliono questo mondo wokista e decostruttivo che i giornalisti di Libération stanno creando, hanno fiducia nel futuro, ma non in quello proposto dalla sinistra di Libé”, aggiunge l’abate Matthieu Raffray, professore di filosofia e teologia. In fondo, c’è da sperare e pregare che proprio i difensori del laicismo più estremo, così zelanti nel loro rancore anticattolico, sperimentino a loro volta una nausea in fondo salutare e benefica. Perché anche il cuore di quelli di Libé, che lo sappiano o meno, è fatto allo stesso modo di quello dei giovani che chiedono di essere battezzati.

Di Paola Belletti

Pubblicato originariamente su Il Timone

 

 

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