Suor Gabriella Bottani: la suora che salva le prostitute
Redazione (Domenica, 01-09-2019, Gaudium Press) Questa suora ha salvato dalla strada moltissime ragazze, alcune delle quali erano anche minorenni.
Suor Gabriella Bottani è coordinatrice internazionale della Rete mondiale della Vita consacrata contro la tratta (Talitha Kum) ha ricevuto a Washington il premio TIP Report Hero (Eroe contro la tratta di persone).
La cerimonia di premiazione è stata presieduta dal Segretario di Stato Americano, Mike Pompeo, era presente anche l’ambasciatrice degli Stati Uniti presso la Santa Sede Callista Gingrich, la quale ha detto che suor Gabriella «è un importante difensore anti-tratta all’interno della Chiesa cattolica. La sua dedizione di una vita alla lotta contro la tratta di esseri umani ha salvato innumerevoli vite».
Talitha Kum ha ampliato le sue reti, oggi sono 22 le reti intercongregazionali, nazionali e regionali che operano in 77 paesi.
L’organizzazione quest’anno festeggia il decimo anniversario e questo Premio non arriva a caso.
Questo è uno stralcio di ciò che Suor Gabriella ha detto durante il suo discorso di ringraziamento dell’onorificenza: «Come gli individui e le organizzazioni qui rappresentate oggi, lavoriamo in dialogo e in collaborazione con persone di diverse tradizioni religiose e con persone di buona volontà». «Cerchiamo di superare qualsiasi tipo di manipolazione ideologica, religiosa e di limitazioni imposte da politiche anti-tratta vigenti, promuovendo un approccio olistico con la persona/sopravvissuto, rispettando la dignità intrinseca di ogni essere umano».
Tra le cause che scatenerebbero la tratta di esseri umani, Suor Gabriella ha sottolineato che tra le tante cause vi sono le strutture di potere inique nelle nostre società, specialmente per quanto riguarda le donne, i bambini e gli indigeni; politiche di migrazione inadeguate in un mondo sempre più interconnesso; un modello economico che sfrutta gli esseri umani e le risorse ambientali per il profitto di pochi in contrasto con lo sfruttamento di molti.
L’organizzazione una volta aver individuato le vittime, le allontana dalla strada e cerca di fare in modo che tornino nei loro paesi di origine. A Famiglia Cristiana ha detto che “Spesso, le famiglie associano il bisogno di una vita migliore al progetto migratorio di una figlia. Non dimentichiamo che le rimesse dei migranti superano di 3 volte i soldi inviati ai governi per i progetti di sviluppo. Inoltre sono più stabili e arrivano direttamente alle famiglie. Dal punto di vista economico, quindi, la tratta viene spesso vista come un beneficio. Questo, unito a povertà, cultura dello sfruttamento, patriarcato, sostiene la dinamica perversa che l’alimenta”.
Mentre per quando riguarda chi sfrutta queste ragazze, la suora dice: «Per lo sfruttamento sessuale punire non basta. Le persone e la società devono essere responsabili delle proprie azioni. Bisogna capire perché la domanda del sesso a pagamento è in crescita e dobbiamo rieducarci alle relazioni. Vale anche per le persone trafficate a fini lavorativi. Ripartiamo dalla nostra consapevolezza: i pomodori a un euro al chilo nascondono uno sfruttamento. Il cliente, il consumatore, deve essere responsabilizzato in un contesto ampio di rispetto del lavoro». (Rita Sberna)
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