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Medjugorie: la Dottrina della Fede non sembra aver tenuto conto del parere di Ruini

 La nota del Dicastero per la Dottrina della Fede su Medjugorje è stata approvata da Papa Francesco il 28 agosto. Il documento è stato reso pubblico il 19 settembre.

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Redazione (26/09/2024 12:27, Gaudium Press) Riassumendo, anche se in modo troppo sintetico, quanto detto dal Dicastero per la Dottrina della Fede su Medjugorje, esso riconosce gli abbondanti “frutti positivi” che ne derivano, come le numerose conversioni, il ritorno ai sacramenti e le vocazioni religiose, e concede un Nihil obstat che “non implica una dichiarazione del carattere soprannaturale del fenomeno in questione (cfr. Norme, art. 22, § 2)”. Aggiunge inoltre che” i fedeli non sono obbligati a credervi, il nihil obstat indica che questi ultimi possono ricevere uno stimolo positivo per la loro vita cristiana, attraverso questa proposta spirituale e autorizza il culto pubblico”.

Il Dicastero afferma che mentre molti di questi messaggi sono positivi e in linea con l’insegnamento del Vangelo, ve ne sono alcuni che contengono espressioni teologicamente imprecise o confuse, senza escludere anche la possibilità che “alcuni messaggi – secondo qualche opinione – presentino contraddizioni o siano legati ai desideri o agli interessi dei presunti veggenti o di altre persone”.

Si afferma inoltre che i pellegrini non dovrebbero venire a Medjugorje con l’intenzione di incontrare i “presunti veggenti”, ma per approfondire la loro fede.

Mons. Hoser e il Cardinale Ruini

Nel frattempo, il recente documento non sembra aver tenuto conto di quanto dichiarato nel 2017 a l’Avvenire da parte dell’ex visitatore apostolico e arcivescovo emerito di Varsavia, mons. Henry Hoser, a proposito di una scissione del messaggio di Medjugorje in due parti.

In quell’intervista ai media italiani, l’arcivescovo Hoser commentava la fuga di notizie sulla relazione della commissione teologica presieduta dal cardinale Ruini sulle apparizioni, che esprimeva “un giudizio positivo sulle prime sette apparizioni (quelle dal 24-25 giugno al 1° luglio 1981)”. Separare il tema delle apparizioni di Medjugorje in due – le prime sette e le altre – sembrerebbe una soluzione simile a quella delle apparizioni di Kibeho in Ruanda, di cui lo stesso Mons. Hoser parlò in quell’intervista.

Le apparizioni di Kibeho furono approvate dal vescovo Augustin Misago della diocesi di Gikongoro il 29 giugno 2001, in coordinamento con la Congregazione per la Dottrina della Fede, e sono tra le poche ad aver ricevuto l’approvazione ecclesiastica. Ma sono state approvate solo quelle in cui la Madonna si è presentata come “Madre del Verbo”, e non quelle in cui Gesù si sarebbe manifestato. Sono stati presi in considerazione solo i primi due anni dei fenomeni soprannaturali, dal 1981 alla fine del 1983, mentre gli altri sono stati messi da parte. Questa separazione delle apparizioni in due periodi era ben nota a mons. Hoser, che fu missionario pallottino in Ruanda dal 1975 e vi rimase fino agli anni ’90. Fu anche per un breve periodo visitatore apostolico nel 1994, in assenza del nunzio.

 

 

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