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Cina: la sinizzazione della religione sostituisce l’immagine di Cristo e la Vergine col presidente Xi Jinping

 Questi dati sono stati rivelati dalla Commissione statunitense per la libertà religiosa internazionale.

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Redazione (04/10/2024 16:13, Gaudium Press) Non può esistere una convivenza pacifica con l’errore perché, tra le altre ragioni, l’errore mira a dominare, non a promuovere la pace.

Ciò è confermato ancora una volta da quanto pubblicato dalla Commissione per la libertà religiosa internazionale. Il rapporto mostra come la proclamata sinizzazione della religione in Cina si stia muovendo decisamente verso la subordinazione del credo religioso all’ideologia del Partito Comunista Cinese.

Le azioni di questo processo di sinizzazione includono la sostituzione delle immagini di Cristo con ritratti di Xi Jinping nelle chiese, la repressione delle comunità religiose non controllate dallo Stato e gravi violazioni della libertà religiosa, che colpiscono buddisti, cristiani, musulmani e taoisti.

Negli ultimi anni, infatti, il governo cinese ha attuato un’aggressiva politica di sinizzazione della religione, il cui obiettivo è integrare l’ideologia del Partito Comunista Cinese (PCC) in tutte le espressioni religiose del Paese. Questa strategia, guidata dal presidente Xi Jinping, ha trasformato profondamente la vita religiosa in Cina, colpendo sia i fedeli che le istituzioni religiose, costrette a conformarsi ai principi del socialismo e della leadership del partito.

La “sinizzazione”, iniziata come una serie di riforme per controllare le religioni e prevenire l’influenza straniera, si è consolidata come strumento strategico del governo per garantire la stabilità del regime e la fedeltà delle comunità religiose. In base a questo mandato, le autorità hanno attuato una profonda revisione delle organizzazioni religiose, istituendo un sistema di sorveglianza e controllo di tutti gli aspetti della pratica religiosa.

Controllo assoluto sulle religioni ufficiali

Il governo cinese ha creato un sistema centralizzato di controllo sulle cinque religioni ufficialmente riconosciute: buddismo, cristianesimo (cattolicesimo e protestantesimo), islam e taoismo. A tal fine, ha istituito associazioni religiose patriottiche che fungono da intermediari tra le comunità religiose e lo Stato. Queste organizzazioni, gestite da funzionari fedeli al Partito, sono responsabili della supervisione delle attività religiose, garantendo la conformità agli obiettivi del Partito Comunista Cinese.

Le politiche di sinizzazione includono la modifica dei testi sacri, la censura dei sermoni e la reinterpretazione delle dottrine religiose per riflettere i valori del socialismo cinese. Inoltre, ai luoghi di culto è stato ordinato di essere rimaneggiati per adottare uno stile architettonico approvato dal governo, eliminando gli elementi considerati di influenza straniera o contrari alla cultura cinese. Nell’ambito di queste riforme, in diverse chiese cristiane le immagini di Gesù Cristo o della Vergine Maria sono state sostituite da ritratti del presidente Xi Jinping, generando forti polemiche nelle comunità religiose interessate.

Repressione contro le comunità non riconosciute

Mentre le religioni ufficiali devono sottostare al controllo dello Stato, le comunità religiose non riconosciute devono affrontare una repressione ancora più dura.

Un caso paradigmatico di questa politica è la repressione nella regione dello Xinjiang, dove le autorità hanno lanciato una campagna brutale contro la comunità musulmana uigura. In nome della lotta all’estremismo e al terrorismo, il governo cinese ha imprigionato più di un milione di uiguri e di altri gruppi etnici in campi di rieducazione politica. In questi centri, i detenuti sono costretti a rinunciare al loro credo religioso, a imparare la lingua cinese, il mandarino, e a giurare fedeltà al Partito.

Il cristianesimo: obiettivo prioritario della sinizzazione

Anche il cristianesimo è stato oggetto di sinizzazione. Le “chiese clandestine”, cattoliche e protestanti che operano indipendentemente dal controllo dello Stato, sono bersaglio di persecuzioni. Anche dopo l’accordo del 2018 tra Vaticano e governo cinese sulla nomina dei vescovi, il governo ha continuato a imporre vescovi senza l’approvazione della Santa Sede. I leader religiosi che rifiutano di sottomettersi all’Associazione patriottica cattolica cinese sono stati arrestati o fatti sparire. Di fatto, il governo si rifiuta di rivelare dove si trovino i leader cattolici scomparsi da decenni, come il vescovo James Su Zhimin.

Nel caso delle chiese protestanti, la sinizzazione ha portato alla messa al bando di molte congregazioni indipendenti, il che significa che chi segue una pratica religiosa, al di fuori delle associazioni approvate dallo Stato, può essere soggetto ad arresto. I sermoni e il materiale religioso sono censurati, i temi politici e il materiale di propaganda del Partito Comunista sono stati integrati nelle attività della chiesa e i leader religiosi sono incoraggiati a promuovere il socialismo nella loro predicazione.

 

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