Arcivescovo di Algeri, nuovo cardinale: bisogna liberarsi” dell’idea di evangelizzare”
Continuano le critiche per le posizioni del nuovo cardinale, mons. Vesco.
Foto: École biblique et archéologique française de Jérusalem
Redazione (12/10/2024 16:38, Gaudium Press) Accanto alla gioia per l’elevazione di un prelato alla porpora cardinalizia, si levano qua e là voci che mettono in discussione le posizioni di alcuni dei nuovi cardinali, come nel caso del nuovo cardinale arcivescovo di Algeri, mons. Jean Paul-Vesco.
Mons. Vesco, che riceverà la berretta rossa nella festa dell’Immacolata Concezione, è nato a Lione nel 1962. Prima di entrare nell’Ordine dei Predicatori nel 1995, si è laureato come avvocato e ha esercitato la sua professione a Parigi per sette anni.
Tra i suoi incarichi importanti, c’è stato quello di rifondare la presenza domenicana a Tlemecén, in Algeria, dopo l’assassinio di Mons. Claverie. Nel 2010 è stato eletto provinciale dei domenicani di Francia e nel 2012 è stato scelto da Papa Benedetto come vescovo di Orano. Dopo 9 anni alla guida di quella sede, è stato scelto come arcivescovo di Algeri e ora come uno dei 21 nuovi cardinali di Santa Romana Chiesa.
Tuttavia, non poche delle sue posizioni pubbliche sono state oggetto di critiche, come quando nel febbraio 2022 dichiarò a Cath.ch che era necessario liberarsi “dell’idea che dobbiamo evangelizzare, che dobbiamo portare gli altri alla nostra verità, e allo stesso tempo invece accettare che forse anche nell’Islam c’è una parte di verità che ci sfugge”, cosa che non è in linea con le parole di Cristo, che è la via, la verità e la vita.
Per il nuovo cardinale, la conversione è un termine obsoleto e il battesimo è superfluo: “L’evangelizzazione si fa nella fraternità e non nella conversione”. Questo è rivoluzionario! In un certo senso, afferma che il battesimo non è la condizione della salvezza”, cosa che contraddice anche le parole di Cristo: ‘Andate e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo’ (Mt 28,19); ‘Poi disse loro: ’Andate in tutto il mondo e predicate la Buona Novella a tutta la creazione. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato. Chi non crederà sarà condannato” (Mc 16,15-16). (Mc 16,15-16)
Il nuovo cardinale arcivescovo di Algeri ignora anche l’insegnamento di Giovanni Paolo II, che chiuse la questione dell’ordinazione sacerdotale alle donne. Nell’aprile di quest’anno ha dichiarato all’Osservatore Romano che gli sembrava “impossibile privare i fedeli, e quindi me stesso, della ricezione femminile della Parola di Dio”. Nessuno degli argomenti addotti mi ha mai convinto”. La sua posizione a favore del diaconato femminile sarebbe sostenuta dal pensiero che “in assenza di una maggiore partecipazione delle donne a ruoli di responsabilità e visibilità, la nostra Chiesa rischia paradossalmente di diventare una Chiesa obsoleta, non atemporale ma anacronistica e antiquata nella sua organizzazione”, qualcosa di molto simile al camminare con lo spirito del tempo, che spesso è lo spirito del mondo.
Sulla stessa linea, il nuovo cardinale vede nella diffusione della “sinodalità” il prevalere di una “cultura democratica” all’interno della Chiesa, in cui i protestanti sono molto più avanti dei cattolici, tralasciando l’agonia del protestantesimo in Europa: “[I protestanti] hanno questa cultura democratica, cioè sinodale, nel sangue, e noi abbiamo certamente molto da imparare da loro”. “La dinamica sinodale non si fermerà, si estenderà e si diffonderà a tutti i livelli della Chiesa, senza però mettere in discussione la sua struttura sacramentale”.
Inoltre, diversi media avanzano l’ipotesi che il fatto che sia stato scelto un solo nuovo cardinale africano (Costa d’Avorio) per il prossimo concistoro, oltre alla scelta del cardinale arcivescovo di Algeri, che ha posizioni come quelle sopra citate contrarie a quasi tutti i vescovi africani, potrebbe essere una risposta alla quasi unanime opposizione dell’episcopato africano alle tesi della dichiarazione Fiducia Supplicans.
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