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Scozia. in alcuni casi è vietato pregare anche in casa

 I residenti di Edimburgo hanno ricevuto lettere che li avvertono di possibili conseguenze legali se le loro attività, comprese le preghiere in casa, possono essere viste o sentite dall’esterno

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Foto: Infocatolica

2024 15:19, Gaudium Press).Il governo scozzese ha promulgato una nuova legislazione sull’aborto che ha suscitato un intenso dibattito, in quanto vieta le attività che “causano disturbo” nelle vicinanze delle cliniche dove si praticano gli aborti. L’Abortion Services Act 2024 potrebbe criminalizzare qualsiasi azione, svolta anche nella propria abitazione, che possa causare “molestie, allarme o angoscia” al personale e ai pazienti delle cliniche abortive.

I residenti di Edimburgo hanno ricevuto lettere che li avvertono delle possibili conseguenze legali di questa nuova legge, ha riferito il Telegraph, sottolineando che la legislazione stabilisce “zone di accesso sicure” di 200 metri intorno a tutte le cliniche abortive del Paese.

“Le attività in un luogo privato (come una casa) all’interno dell’area compresa tra le strutture protette e il confine di tale zona, possono costituire un reato se visibili o udibili all’interno della zona e se compiute intenzionalmente o in modo sconsiderato”.

Le infrazioni minori possono portare a sanzioni fino a 10.000 sterline (13.000 dollari), mentre quelle più gravi possono comportare una multa illimitata, come stabilito nella lettera.

Questa misura ha allarmato i gruppi pro-vita e le organizzazioni religiose, che temono che la preghiera, anche nella sfera privata, venga criminalizzata. La Società britannica per la protezione del bambino non nato (SPUC) ha espresso preoccupazione, definendo la legislazione “sinistra e profondamente orwelliana”. Il suo direttore generale, Michael Robinson, ha osservato che anche esporre versetti della Bibbia o pregare da una finestra visibile dalla strada potrebbe essere interpretato come un reato.

Il governo scozzese ha difeso la legislazione, sostenendo che essa mira a garantire l’accesso delle donne ai servizi sanitari senza interferenze. Tuttavia, attivisti pro-vita come Andrea Williams, direttrice di Christian Concern, hanno segnalato che queste misure rappresentano una grave violazione dei diritti fondamentali e che la loro attuazione sarà attentamente monitorata.

Questa controversia in Scozia si aggiunge a discussioni simili in Inghilterra e Galles, dove alla fine di ottobre sarà promulgata una legislazione analoga, che stabilirà zone di sicurezza intorno alle cliniche abortive, penalizzando le attività visibili che potrebbero scoraggiare o angosciare le donne che cercano di uccidere i loro figli non ancora nati.

 

 

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