Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP, Fondatore degli Araldi del Vangelo, ha raccomandato la sua anima a Dio
“Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi aspetta la corona della giustizia, che il Signore, il giusto giudice, mi darà in quel giorno” (2 Tim 4, 7-8).
Redazione (01/11/2024 14:33, Gaudium Press) Verso le 2.30 di questa mattina (ora brasiliana), 1° novembre, confortato dai Sacramenti della Santa Chiesa e circondato dai suoi figli spirituali, Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP, all’età di 85 anni, ha serenamente reso l’anima a Dio in Brasile, nella città di Franco da Rocha (Grande San Paolo), a distanza di quattordici anni da un ictus. Come fondatore degli Araldi del Vangelo, lascia un’eredità di santità di vita a milioni di cattolici legati all’istituzione in tutti e cinque continenti.
João nacque a San Paolo, in Brasile, il 15 agosto 1939, da madre italiana e padre spagnolo. Fin da giovane aspirava a riunire i giovani per formarli e condurli a Dio. Per questa missione, sognava di incontrare un uomo pienamente buono e altruista, in mezzo all’arroganza e alla concupiscenza del mondo (cfr. 1 Gv 2, 16). Il 7 luglio 1956 incontrò il dottor Plinio Corrêa de Oliveira, uno dei più importanti leader cattolici brasiliani del XX secolo, di cui divenne ardente discepolo e interprete. Si unì a lui come membro del Terz’Ordine Carmelitano e, dopo qualche anno, della Società Brasiliana per la Difesa della Tradizione, della Famiglia e della Proprietà.
Nel 1958 prestò servizio nell’Esercito brasiliano, dove fu insignito dell’onorificenza militare più importante nel campo della formazione, la medaglia di Maresciallo Hermes. Questo periodo della sua vita ha influenzato molto la nota marziale che avrebbe poi dato agli Araldi del Vangelo.
Dopo aver studiato Legge presso la Facoltà di Largo São Francisco (San Paolo), ebbe modo di formarsi con eminenti professori domenicani della scuola tomista di Salamanca (Spagna), come fra Victorino Rodríguez y Rodríguez, fra Antonio Royo Marín, fra Arturo Alonso Lobo, fra Esteban Gómez, tra gli altri. In seguito conseguì le lauree in Psicologia e in Lettere, nonché il dottorato in Diritto canonico presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino (Angelicum) di Roma, e in Teologia.
Fondò l’Instituto Filosóco Aristotélico-Tomista e l’Instituto Teológico Santo Tomás de Aquino, nonché la rivista scientifica Lumen Veritatis e la rivista culturale cattolica Heraldos del Evangelio. Oltre a ciò, è stato autore di ventisette opere, molte delle quali sono state tradotte in sette lingue e alcune con una tiratura di oltre due milioni di copie. Tra queste vi sono: Fatima, alba del terzo millennio; Maria Santissima, il Paradiso di Dio rivelato agli uomini; San Giuseppe, chi lo conosce?; L’inedito sui Vangeli; Dona Lucilia e Il dono della sapienza nella mente, nella vita e nell’opera di Plinio Corrêa de Oliveira.
Intuendo il desiderio del dottor Plinio di creare un’associazione di carattere religioso, approvata dalla Santa Chiesa e al suo servizio, egli fece come nella parabola del granello di senape (cfr. Mt 13,31): piantò il seme della vita religiosa facendo un’esperienza di vita comunitaria in un antico edificio benedettino a San Paolo negli anni ’70.
Dopo la morte del dottor Plinio nel 1995, lo Spirito Santo ha irrorato questa iniziativa con nuove grazie, facendo germogliare le tre entità pontificie fondate da mons. João: l’Associazione Privata Internazionale dei Fedeli Araldi del Vangelo, approvata nel 2001 da Papa Giovanni Paolo II, la Società Clericale di Vita Apostolica Virgo Flos Carmeli e la Società Femminile di Vita Apostolica Regina Virginum, entrambe approvate da Papa Benedetto XVI nel 2009.
Avendo a cuore tutta la Chiesa (cfr. 2 Cor 11, 28), il suo lavoro apostolico si è diffuso in tutto il mondo, soprattutto dopo l’approvazione pontificia degli Araldi del Vangelo. Fondò più di cinquanta cori e orchestre e promosse la costruzione di quasi trenta chiese e oratori – due dei quali ricevettero il titolo di basilica – in Brasile e in varie nazioni in America, Europa e Africa.
I milioni di membri e seguaci degli Araldi – sacerdoti, fratelli e sorelle associati, soci cooperatori o partecipanti nella solidarietà – sono oggi attivi in più di settanta Paesi, e svolgono un’ampia varietà di opere sociali e di evangelizzazione, seguendo i percorsi tracciati dal loro fondatore.
Sul piano spirituale, il vescovo João ha diffuso la devozione alla Beata Vergine attraverso le cerimonie di consacrazione a Lei, secondo il metodo del vincolo d’amore insegnato da San Luigi Maria Grignion de Montfort, raggiungendo indirettamente quasi tre milioni di persone in 178 Paesi. Ha inoltre istituito e incoraggiato l’adorazione perpetua del Santissimo Sacramento nelle case principali delle istituzioni da lui fondate.
Nel 2008, tre anni dopo la sua ordinazione sacerdotale, Benedetto XVI lo nominò Protonotario Apostolico e Canonico Onorario della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore a Roma. Ha ricevuto in seguito varie decorazioni e onorificenze in Brasile e all’estero, tra cui la Medaglia Pro Ecclesia et Pontifice per la sua dedizione alla Santa Chiesa e al Sommo Pontefice. Nel 2009 ha pubblicato il libretto dal titolo In occasione dell’Anno sacerdotale, suggerimenti degli araldi del Vangelo alla Congregazione per il Clero, scritto su richiesta dell’allora prefetto di questa Congregazione, e nel 2010 il saggio La Chiesa è immacolata e indefettibile, in cui denuncia le cause profonde degli abusi commessi nei confronti di minori o persone vulnerabili.
Un altro pilastro del suo apostolato è stato il suo sentire cum Ecclesia – sentire con la Chiesa – anche quando è stata ingiustamente vilipesa. Infatti, con lo sviluppo delle istituzioni da lui fondate, non è passato molto tempo prima che i nemici della Sposa mistica di Cristo e del bene cominciassero a diffamare tali istituzioni e il loro fondatore, soprattutto a partire dal 2017. Come figlio della Chiesa, Mons. João ha sempre cercato di ristabilire la verità su di essa e su sé stesso e le sue fondazioni. In questo modo, è uscito indenne dalle ondate di falsità e calunnie contro di lui, sia accettando le ritrattazioni dei suoi accusatori – che sono state confermate dai tribunali – sia accumulando innumerevoli vittorie processuali, registrate in sentenze e nella chiusura delle indagini, sia in ambito civile che ecclesiastico. Non è un caso che avesse una particolare devozione per San Ferdinando di Castiglia: si dice che questo re spagnolo non sia mai stato sconfitto sul campo di battaglia.
Chi conosce la storia ecclesiastica non vede in queste disavventure un fallimento della Chiesa o delle opere che partecipano alla sua immortalità, ma solo la conferma delle parole di Gesù: “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” ( Gv 15,20). Niente di nuovo sotto il sole: questa è stata la strada percorsa da tanti campioni della Fede, come Santa Teresa di Gesù, San Luigi Orione o San Pio da Pietrelcina. In questa prospettiva si comprendono bene le parole che il cardinale Franc Rodé, allora prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, rivolse a mons. João il 15 agosto 2009: “Lei appartiene alla stirpe degli eroi e dei santi!
Le biografie degli uomini provvidenziali non finiscono in questo mondo. Piuttosto, il loro passaggio attraverso questa valle di lacrime è solo il preambolo di molti altri capitoli a venire. Santa Teresa di Gesù Bambino ha giustamente proclamato: “Non muoio, entro nella vita” e “trascorrerò il mio cielo facendo del bene sulla terra”.
Ispirati dai numerosi successi del vescovo João, sotto l’influenza del Paraclito e l’immancabile sostegno di Maria Santissima, i suoi figli spirituali continueranno la loro missione per la Santa Chiesa e la società civile con serenità, entusiasmo e armonia, ma anche con vigilanza e senza paura.
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