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Mai avrei saputo darti un padre come lui…

Il 1° novembre, solennità di Tutti i Santi, intorno alle 2.30 del mattino, un santo chiude gli occhi sulla terra per aprirli in Cielo, dove lo attende con gaudium di attesa la miriade di santi davanti ai quali, umile, si è sempre inginocchiato e nel cui aiuto ha confidato. Tre belle signore lo precedono in questa processione, una delle quali è Maria, il suo grande amore.

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Redazione (06/11/2024 14:39, Gaudium Press) Senza padre dalla nascita, Dio ha voluto che mio figlio fosse “adottato” dal miglior padre che si possa avere su questa terra. E oggi, quando l’ho visto in piedi alla testa della bara del suo padre spirituale, e la cura rispettosa con cui ha sistemato i piccoli cuscini rossi che sostenevano la testa di monsignor João Clá, un lungo film si è proiettato nella mia memoria…

Mio figlio era ancora un ragazzo, vicino ai 14 anni, quando incontrò monsignor João Clá. João.

Ricordo bene che attraversò una fase in cui collezionava schede telefoniche. Gli comprai una grande cartella che presto ne fu piena. Familiari, colleghi di lavoro, c’era sempre qualcuno che mi dava delle schede da portare a lui.

Quella collezione era il suo pallino e, ogni volta che era possibile, andavamo insieme al grande negozio Telesp nel centro di San Paolo, vicino a Praça da República, alla ricerca di qualche rarità.

Oggi molte persone non sanno nemmeno cosa sia una scheda telefonica, le utilizzavamo nelle cabine telefoniche per telefonare. Alcune erano semplici, ma c’erano anche schede con immagini molto belle e mi divertiva vedere la cura e la disciplina con cui il mio ragazzo ha custodito la sua collezione fino al giorno…

Una decisione insolita

Quando arrivò e mi disse che si sarebbe sbarazzato della sua preziosa collezione, rimasi sorpresa. Poi mi spiegò che aveva conosciuto “Seu João” e aveva ricevuto un’accoglienza così buona e un consiglio così grande da quell’uomo “che sembrava vedere la sua anima” che voleva fargli un regalo speciale e aveva deciso di dare via la cosa più preziosa che aveva: la sua collezione di carte!

La domanda che gli feci fu ripetuta da Monsignore: “Sei sicuro di volerlo fare, figlio mio?”.

La mia domanda si riferiva solo al fatto che si stava liberando di qualcosa che amava tanto, ma la domanda del “”Signor Giovanni“” era molto più profonda. Infatti, si rese conto che con quel gesto, con quella decisione insolita, quel bambino stava consegnando il suo bene più prezioso non a lui, ma alla Madonna. Non era la sua rara collezione di carte, ma la sua stessa anima.

Monsignor ha donato la sua vita al Cielo

Sono molto grato a Dio per la sua infinita misericordia per avermi permesso di crescere mio figlio da sola, dandogli tutto ciò di cui un bambino ha bisogno e che dovrebbe ricevere da una madre, e poi scegliendo per lui il migliore dei padri affinché, dalle mani di quell’uomo santo, ricevesse la parte dell’educazione e dell’insegnamento che un bambino dovrebbe ricevere da suo padre.

Io ho dato a mio figlio la vita sulla terra. Monsignore ha dato a mio figlio la vita in Cielo. E in questo giorno, mentre seguo da lontano il suo funerale – perché vivo in un’altra città e potrò salutarlo solo domenica, guardando i volti di tanti figli che salutano questo padre zelante, compreso il mio – mi rendo conto che non gli avrei potuto dare un padre così, nemmeno se avessi sposato il re più potente. Solo Dio poteva dargli un padre così. E lo ha fatto.

Il 1° novembre, giorno della Solennità di Tutti i Santi, verso le 2.30 del mattino, un santo chiude gli occhi sulla terra per aprirli in Cielo, dove tutta la miriade di santi davanti ai quali si è sempre umilmente inginocchiato e fidato lo aspettano in un gaudium carico di gioia.

Tre bellissime donne lo precedono in questa processione. Una, Maria Santissima,  a fianco c’è la sua amata mamma, Dona Annitta, e dall’altra, sorridente e amabile, Dona Lucilia, con il suo inconfondibile scialle lilla.

(Scritto dalla madre di un sacerdote araldo)

 

 

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