La morte di un fondatore
Mons. João Scognamiglio Clá Dias, 85 anni, è morto venerdì 1° novembre. Fondatore degli Araldi del Vangelo, la sua morte è avvenuta in concomitanza di diversi segni osservati da molti.
Redazione (08/11/2024 14:38, Gaudium Press) La morte di un fondatore di un ordine religioso o di una congregazione avviene quasi sempre tra segni o indicazioni di santità da parte dei suoi figli spirituali, che guardano alle grazie del cielo a lui concesse, per rafforzare la missione a cui ha dedicato la sua vita e a cui i suoi membri si dedicheranno da quel momento in poi, seguendo l’esempio del fondatore. Non sempre, però, i segni sono così evidenti e chiari come quello che abbiamo visto alla fine della scorsa settimana, quando è venuto a mancare il fondatore degli Araldi del Vangelo.
Monsignor João Scognamiglio Clá Dias, 85 anni, è morto venerdì 1° novembre. Fondatore degli Araldi del Vangelo, la consegna della sua anima è avvenuta in mezzo a diversi segni che molti hanno visto e sui quali non ci sono dubbi. In primo luogo, è avvenuta il giorno dopo l’anniversario della sua Prima Comunione, quando ha potuto ricevere il Corpo di Cristo per l’ultima volta. A chi accusa gli Araldi di una devozione esagerata o di una prematura venerazione del fondatore, non si può dire che questa coincidenza sia stata inventata da loro.
Poi c’è il 1° novembre, data in cui tutto il mondo celebra la festa di Ognissanti, tranne che in Brasile, patria di Monsignore, dove forse si ripete il detto che “i santi di casa non fanno miracoli”. Il Brasile è infatti noto per avere i suoi eroi valorizzati più fuori che dentro i propri confini, almeno ufficialmente: la Chiesa brasiliana sposta la solennità alla domenica successiva, a differenza di gran parte della Chiesa cattolica nel mondo. Tuttavia, la solennità di domenica ha segnato l’addio e l’ultima Messa esequiale del Fondatore, il cui maestro spirituale è stato Plinio Corrêa de Oliveira, conosciuto anche fuori dal Brasile come il Crociato del XX secolo.
Una foto che è circolata tra i suoi membri mostra un arcobaleno sopra la Basilica dove il corpo di Monsignore è stato deposto durante la cerimonia di tre giorni che si è conclusa questa domenica. Questo simbolismo potrebbe essere paragonato a quello di un’altra foto, il famoso fulmine sul Vaticano. Il fulmine simboleggia la punizione e l’arcobaleno la speranza. La tiepidezza di una parte del clero sarà certamente oggetto di grande interesse, ma la vera speranza che la Chiesa offre è quella di sempre: il desiderio di santità attraverso la radicalità del servizio alle anime, l’apostolato vivo che sembra poter rinascere nel mondo solo quando c’è un ordine forte e devoto al suo fondatore. L’amore per il fondatore è, contrariamente a quanto predica la malizia del mondo, il lievito della vera azione di grazia nella Chiesa, con tanti esempi nella storia: gesuiti, francescani, domenicani e tanti altri, che hanno avuto i loro fondatori come segni visibili di Dio sulla terra.
La struttura creata dagli Araldi del Vangelo è stata fondamentale per salvaguardare la vita religiosa, attraverso un’attenta educazione cattolica dei ragazzi e delle ragazze, cercando di preservare l’innocenza e la vera formazione alla santità in una moltitudine crescente di famiglie. In questa crescita un po’ silenziosa, avanza la controrivoluzione sognata da Plinio Correa, messa in atto in modo ancora più profondo da monsignor João che segue radicalmente le orme del suo maestro, il suo fondatore.
L’esempio controrivoluzionario degli Araldi deve servire da grande monito e ammonimento a tutti coloro che pensano di affrontare un mondo moderno anticristiano con le proprie forze, siano esse politiche, teoriche o intellettuali, dimenticando che ogni successo viene da Dio e che nessuno vincerà nulla senza essere radicalmente unito a Lui. E questa unione, difesa da Plinio Corrêa, poteva essere raggiunta solo attraverso la Vergine Maria, Madre del Redentore, il canale di grazia attraverso il quale Dio stesso ha voluto venire nel mondo e la forma più perfetta di accesso a Lui in questo mondo. Non è un caso che tutte le opere mariane nella storia della Chiesa abbiano avuto una profusione di grazie e realizzazioni incredibili, ma siano state anche in qualche misura perseguitate dalle forze delle tenebre rappresentate dai poteri di questo mondo.
Gli Araldi sono radicali nella loro devozione all’Eucaristia: i loro membri, religiosi, religiose e sacerdoti, ricevono il Corpo di Cristo due volte al giorno, il massimo consentito. Ciò è dovuto alla consapevolezza del fondatore che se il mondo aumenta ogni giorno le occasioni di peccato, come vediamo, è necessario aumentare ancora di più le occasioni di grazia, altrimenti non riusciremmo a perseverare. Per loro, che sono visti come esagerati e radicali da un mondo indifferente e tiepido, un’anima che non fa ogni sforzo per ottenere la santità attraverso la grazia, disponibile esclusivamente nella Chiesa cattolica, non manterrà la stabilità nemmeno nell’obbedienza ai 10 comandamenti, e quindi non potrà salvarsi.
Questa consapevolezza viene da Plinio Corrêa, che vedeva il mondo muoversi sulle orme della Rivoluzione, che si sarebbe evoluta nel culto del diavolo nella sua accezione più radicale. Se oggi vediamo il male presentarsi in modo sempre più radicale, non è forse nella radicalità che i buoni devono schierarsi?
La metafora della guerra, della battaglia, è sempre stata la più santificante nella Chiesa. Questa combattività, tuttavia, ha fatto un enorme passo indietro nel XX secolo, e questa è la ragione principale della crisi attuale, e nessun’altra”[1].
Di Cristian Derosa
Giornalista e scrittore, autore del libro Il sole nero della Russia: le radici occulte dell’eurasiatismo e di altri 5 titoli sul giornalismo e l’opinione pubblica. Editore e fondatore del sito web Instituto Estudos Nacionais.
[1] Questo articolo è stato pubblicato originariamente sul sito web dell’Instituto Estudos Nacionais.
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