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Ha formato una scuola spirituale, sintesi di tante meraviglie nella storia della Chiesa

“Un nuovo ideale di santità e un impegno eroico per la Chiesa. In questa impresa, nata dal vostro nobile cuore, non possiamo non vedere una grazia particolare concessa alla Chiesa, un atto della Divina Provvidenza in vista delle necessità del mondo di oggi”.

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Redazione (18/11/2024 16:03, Gaudium Press) Alle prime luci dell’alba della solennità di Tutti i Santi, verso le 2.30 del mattino, confortato dai Sacramenti della Santa Chiesa e circondato dai suoi figli spirituali, Monsignor João Scognamiglio Clá Dias, EP, Fondatore degli Araldi del Vangelo, all’età di 85 anni, ha serenamente reso l’anima a Dio nella città di Franco da Rocha, Grande San Paolo, Brasile, dopo 14 anni di ictus che ha sopportato con grande rassegnazione.

Un’ora prima il suo cuore batteva meno, il momento si avvicinava, cominciava la celebrazione della Santa Messa e nel momento culminante del Vangelo era chiaro che aveva reso la sua anima a Dio. Il giorno prima – l’anniversario della sua Prima Comunione – l’aveva ricevuta per l’ultima volta durante la celebrazione eucaristica. Colui che era stato scelto per far risplendere la luce della Madonna nei cuori come modello di schiavo di Maria faceva il suo ingresso nell’eternità.

Senza anticipare il giudizio della Santa Chiesa, possiamo dire che egli lascia un’eredità di santità di vita a milioni di cattolici nei cinque continenti, in più di settanta Paesi.

Fin da giovane, nella sua aspirazione a riunire i giovani per formarli e condurli a Dio, dette vita a tre entità pontificie: l’Associazione Internazionale dei Fedeli degli Araldi del Vangelo, approvata nel 2001 da Papa Giovanni Paolo II, la Società Clericale di Vita Apostolica Virgo Flos Carmeli e la Società Femminile di Vita Apostolica Regina Virginum, entrambe approvate da Papa Benedetto XVI nel 2009.

Fondò più di cinquanta cori e orchestre e promosse la costruzione di quasi trenta chiese e oratori – due dei quali ricevettero il titolo di basilica – in Brasile e in vari Paesi in America, Europa e Africa.

Diffondendo la devozione alla Beata Vergine attraverso cerimonie di consacrazione a Lei, secondo il metodo della schiavitù d’amore insegnato da San Luigi Maria Grignion de Montfort, raggiunse indirettamente quasi tre milioni di cattolici in 178 Paesi. Inoltre, aveva istituito e incoraggiato l’adorazione perpetua del Santissimo Sacramento nelle case principali delle istituzioni da lui fondate.

Nel 2008, Benedetto XVI lo aveva nominato Protonotario Apostolico e Canonico Onorario della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore a Roma. Gli era stata conferita la medaglia Pro Ecclesia et Pontice per la sua dedizione alla Santa Chiesa e al Sommo Pontefice. Si comprendono così le parole che il Cardinale Franc Rodé, allora Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, rivolse a Mons. João il 15 agosto 2009: “Nel momento in cui Le è stata consegnata la decorazione con cui il Santo Padre ha voluto premiare i Suoi meriti… è nato, grazie a Vostra Eccellenza, un nuovo cavalierato, non laico ma religioso, con un nuovo ideale di santità e un impegno eroico per la Chiesa. In questa impresa, nata dal vostro nobile cuore, non possiamo non vedere una grazia particolare concessa alla Chiesa, un atto della Divina Provvidenza in vista delle necessità del mondo di oggi… Voi siete della stirpe degli eroi e dei santi!”.

Nel corso dei secoli, Dio spesso permette l’avanzare delle tenebre per far risplendere più gloriosamente la luce. Nei momenti in cui le ombre sembrano dominare il mondo, le mani del Divino Artefice presentano vere stelle, uomini provvidenziali, una luce per i tempi difficili. Sono gli uomini provvidenziali la cui presenza non si esaurisce in questo mondo. La grande Santa Teresa di Gesù Bambino proclamava giustamente: “Non muoio, entro nella vita” e “passerò il mio cielo facendo del bene sulla terra”.

La sua forte fede l’ha comunicata a una moltitudine di figli e figlie, così come a innumerevoli anime sparse per il mondo, attraverso i suoi figli, i suoi discepoli. Chi può raccontare le sue opere, enumerare le sue virtù, ricordare i suoi insegnamenti o raccogliere i suoi esempi. Di una fedeltà senza macchia in mezzo alle rovine di un mondo dominato dal peccato, pieno di un amore sempre ravvivato per la Santa Chiesa cattolica, oggi attaccata, tradita e crocifissa. La grande missione di Monsignor João, instillare il suo amore per la Santa Chiesa, con il desiderio che le nostre sofferenze siano unite a quelle di Cristo, come la goccia d’acqua nel Calice.

Fin dalla più tenera età, conservando la sua innocenza con eroica perseveranza nell’ammirazione contemplativa delle meraviglie della Santa Chiesa, discerneva, con spirito profetico, i disegni di Maria Santissima, conducendo l’opera che Dio gli affidava di fronte a innumerevoli ostacoli, con i desideri che conservava nell’anima fin dall’infanzia.

Quando la vocazione sacerdotale gli si presentò, fu un soffio dello Spirito Santo. Come un fedele cireneo della Santa Chiesa, flagellato e coperto di ferite, così perseguitato, si fece carico della sua sofferenza e la accompagnò nella sua tribolazione. Configurato con Lei nella sua Passione, con le sue membra immobilizzate per una maggiore vitalità, con le sue labbra messe a tacere perché la Sua voce tornasse gloriosa nell’immensità della terra, con la sua sofferenza che contribuiva al risorgere e al trionfo di Colei che non morirà mai. Ha formato una scuola spirituale, una sintesi di tante meraviglie della storia della Chiesa, un punto di concentrazione della fedeltà alla Sposa di Cristo. Come la colonna di nube e di fuoco che guidò gli israeliti nel deserto (cfr. Es 13,21), ella mantenne un’incrollabile adesione alla verità e alla virtù.

In occasione della sua morte, migliaia e migliaia di messaggi di cordoglio stanno arrivando da tutto il mondo. Tra questi vorrei sottolineare, per la vicinanza alla sua azione evangelizzatrice, quello del cardinale Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo del Brasile, che esprime a nome suo e di tutta l’arcidiocesi il dolore per la morte di Monsignor João Scognamiglio Clá Dias, fondatore degli Araldi del Vangelo, che “si è distinto per il suo ruolo di guida e per il suo impegno a riunire i giovani per vivere più intensamente la vita cristiana, la devozione alla Beata Vergine Maria e la comunione con la Chiesa, anche in mezzo a difficoltà e incomprensioni”.

Così anche Mons. Sergio Aparecido Colombo, Vescovo di Bragança Paulista (SP): “Monsignor João, con la sua dedizione, lascia un’eredità di profonda spiritualità e di evangelizzazione che ha segnato la vita di molti, portando le anime a un’intensa esperienza di Fede e di amore per la Signora del Rosario. La sua opera risuona in varie parti del mondo e la nostra Diocesi è testimone della sua missione”.

Si direbbe che è tutto finito, ma questo è il momento in cui tutto comincia. La sua biografia non finisce con la sua vita terrena, la parte più attiva è il suo agire e operare in Dio dopo la morte. Il suo corpo è stato sepolto, restiamo attenti alle meraviglie che compirà per noi dall’eternità, colui che possiamo dire essere pienamente configurato con Maria Santissima Regina degli Ultimi Tempi. Il più grande panegirico della vita del vescovo João è stata la sua stessa vita. Perciò possiamo proclamare per sempre: “Ha vissuto… e continuerà a vivere”.

Di P. Fernando Gioia, EP

www.reflexionando.org

(Pubblicato originariamente su La Prensa Gráfica, 17 novembre 2024)

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