Opposizione degli ebrei alle dichiarazioni del Papa su un possibile “genocidio” a Gaza
Le affermazioni di Papa Francesco sono contenute nel suo recente libro “La speranza non delude mai – pellegrini verso un mondo migliore”.
Redazione (22/11/2024 15:13, Gaudium Press) Nella comunità ebraica sono molte le reazioni contrarie alle recenti dichiarazioni del Romano Pontefice che suggerisce di indagare se a Gaza sia in atto un genocidio.
Le dichiarazioni sono state fatte dal Papa nel suo recente libro “La speranza non delude mai. Pellegrini verso un mondo migliore”. In esso Francesco scrive: “Secondo alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Dovrebbe essere oggetto di un’indagine accurata per determinare se è conforme alla definizione tecnica formulata da giuristi e organizzazioni internazionali”.
Il governo israeliano ha risposto rapidamente, attraverso X, affermando che c’è stato effettivamente un “massacro genocida” quando Hamas ha attaccato Israele il 7 ottobre 2023 e che da allora ha esercitato il suo diritto all’autodifesa. Il governo ha anche sostenuto che dichiarazioni come quella del Papa fanno parte di un tentativo di isolare Israele: “ogni tentativo di etichettare la nostra autodifesa con un altro nome significa isolare lo Stato ebraico”.
Anche dall’Europa sono arrivate reazioni ebraiche contrarie. La Conferenza dei rabbini europei ha sottolineato che “siamo profondamente preoccupati dalla dichiarazione del Papa” e che Israele sta conducendo una “guerra difensiva contro un nemico barbaro (…) non si può assolutamente dire che Israele stia commettendo un genocidio. Il sostegno del Papa a questa pericolosa iniziativa dà credito all’insidiosa narrativa propagandata dall’Iran e dai suoi agenti”. I rabbini hanno anche affermato che, facendo tali dichiarazioni, il Pontefice favorisce l’ascesa dell’antisemitismo.
Franca Giansoldati, giornalista vaticanista de Il Messaggero, inizia il suo servizio sulla dichiarazione dei rabbini europei in modo piuttosto brusco. “La Bibbia insegna (anche il Papa) ‘che le persone prudenti devono tenere a freno la lingua’”.
Ma le critiche vanno oltre la possibile bollatura delle azioni israeliane come “genocidio”. Mateo Matzuzzi scrive su Il Foglio che le parole del Papa non solo minano la diplomazia vaticana e l’autorità pontificia, ma contrastano anche con la mancanza di chiare condanne di tiranni come Maduro e i suoi simili.
In ogni caso, è chiaro che la questione di Gaza non solo ha molte implicazioni, ma anche immediate ripercussioni internazionali, che meritano di essere gestite con grande delicatezza, poiché i fili della geopolitica mondiale toccano direttamente Israele e il suo stato confinante.
Inoltre, secondo gli esperti militari israeliani, il conflitto a Gaza, che dura da più di un anno, sembra essere a un punto morto. Negli ultimi giorni, di fronte allo stallo, le Forze di Difesa israeliane potrebbero essere tentate di utilizzare metodi non così “santi” come quelli delineati nel cosiddetto Piano dei Generali.
Tuttavia, le analisi di tali questioni devono essere condotte con precisione, altrimenti perderebbero il loro potere di allerta e verrebbero viste, a loro volta, come un attacco a una delle parti.
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