E’ stato semplificato dal Vaticano il rito funebre dei Papi
Il rito rinnovato vuole sottolineare che le esequie del Romano Pontefice sono quelle di un pastore e discepolo di Cristo.
Redazione (23/11/2024 12:30, Gaudium Press) Il Dicastero per le Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha pubblicato la seconda edizione tipica dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis. Sebbene sia stato approvato da Papa Francesco il 29 aprile 2024, la prima copia gli è stata consegnata solo il 4 novembre.
Tra i cambiamenti introdotti in questa nuova edizione ci sono il riconoscimento della morte non più nella stanza del defunto, ma nella cappella, la deposizione immediata all’interno della bara, l’esposizione del corpo del Papa alla venerazione dei fedeli all’interno della bara aperta e l’eliminazione delle tradizionali tre bare di cipresso, piombo e quercia.
La nuova edizione risponde alla richiesta dello stesso Papa Francesco
La precedente versione del libro era stata approvata da San Giovanni Paolo II nel 1998 e pubblicata nel 2000, per poi essere utilizzata come manuale per i funerali dello stesso Pontefice nel 2005 e, con adattamenti, per quelli del Papa emerito Benedetto XVI nel 2023. Come spiega Mons. Diego Giovanni Ravelli, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche dei Pontefici, questa nuova edizione risponde alla richiesta dello stesso Papa Francesco.
“Una seconda edizione era necessaria, innanzitutto, perché Papa Francesco ha chiesto, come lui stesso ha dichiarato in più occasioni, di semplificare e adattare alcuni riti affinché la celebrazione delle esequie del Vescovo di Roma esprimesse meglio la fede della Chiesa in Cristo Risorto… Il rito rinnovato, inoltre, dovrebbe sottolineare ulteriormente che le esequie del Romano Pontefice sono quelle di un pastore e discepolo di Cristo e non quelle di un potente di questo mondo”, ha spiegato il presule.
Le tre stazioni
Sono state mantenute le tre “stazioni” classiche, quella della casa del defunto, quella della Basilica Vaticana e quella del luogo della tomba. “Tuttavia, la struttura interna delle stazioni e i testi sono stati rivisti alla luce dell’esperienza maturata con i riti funebri di San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, dell’attuale sensibilità teologica ed ecclesiastica e dei libri liturgici recentemente rinnovati”, ha spiegato Mons. Ravelli.
La prima stazione “nella casa del defunto” prevede la notizia della conferma della morte nella sua cappella privata, e non nella camera, e la deposizione della salma in un’unica bara di legno con al suo interno una di zinco, prima di essere trasferita in Basilica. Il primo spostamento al Palazzo Apostolico è stato eliminato.
La seconda stazione “nella Basilica Vaticana” prevede un unico trasferimento in San Pietro, la chiusura della bara e la Santa Messa con la salma presente. Nella Basilica Vaticana, il corpo del Papa defunto viene esposto direttamente nella bara e “non più su un alto feretro”. Inoltre, in conformità con il Cæremoniale Episcoporum per i funerali di un vescovo diocesano, il pastorale papale non viene posto accanto alla bara durante questa esposizione.
Infine, la terza stazione “nel luogo della tomba” comprende il trasferimento del feretro alla tomba e la sepoltura. “Questa stazione ha subito un’importante razionalizzazione dovuta all’eliminazione della deposizione e chiusura della bara di cipresso in una seconda di piombo e in una terza di quercia o altro legno”, ha spiegato mons. Ravelli. Un altro elemento di novità è l’introduzione delle indicazioni necessarie per un’eventuale sepoltura in un luogo diverso dalla Basilica Vaticana.
Sante Messe in suffragio del Papa defunto
Anche i titoli pontificali sono stati semplificati, riprendendo la terminologia utilizzata nella terza edizione del Missale Romanum (2008), ovvero le denominazioni di Papa, Episcopus [Romæ] e Pastor, mentre nelle note introduttive generali e nelle rubriche è stata scelta l’espressione Romanus Pontifex, in accordo con il titolo del libro liturgico.
L’ultimo capitolo del libro liturgico è dedicato alle disposizioni per le Sante Messe in suffragio del Papa defunto celebrate per nove giorni consecutivi a partire dalla Messa in presenza della salma. Il rituale menziona quattro – e non più tre – formulari di preghiera tra cui scegliere, mentre vengono ripresi tutti quelli offerti nel Missale Romanum per il Papa defunto e per il vescovo diocesano defunto. A differenza della precedente edizione, vengono omessi i testi del Lezionario, di cui vengono fornite solo le indicazioni bibliche.
“L’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis non è inteso come un ‘messale plenario’, ma piuttosto come un Ordo nel senso proprio del termine, contenente le indicazioni rituali, lo svolgimento dei riti e i testi stessi, ma per tutto il resto riferito ai libri liturgici in uso, cioè il messale, il lezionario e il graduale. Il risultato è, quindi, un volume più agile, facile da consultare e preciso nelle indicazioni rituali, uno strumento indispensabile per la preparazione e la celebrazione delle esequie del discepolo di Cristo eletto successore di Pietro”, conclude il Maestro delle Celebrazioni Pontificie. (EPC)
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