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L’Unione Vaticana risponde all’intervento del Papa sul tema delle pensioni

Due giorni fa Francesco ha detto che le pensioni vaticane non sono sostenibili a medio termine. Ora i lavoratori dicono che non si tiene conto di loro.

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Redazione (23/11/2024 17:41, Gaudium Press) Due giorni fa, i notiziari cattolici internazionali hanno dato la notizia che il fondo pensionistico vaticano era in difficoltà e che le pensioni dei lavoratori dello Stato vaticano erano a rischio.

Francesco ha dichiarato recentemente in una lettera ai cardinali e ai prefetti della Curia romana che “purtroppo l’attuale sistema non è in grado di garantire a medio termine l’adempimento dell’obbligo pensionistico per le generazioni future. Siamo ora tutti pienamente consapevoli che sono necessarie misure strutturali urgenti e non più rinviabili”. Il Papa ha nominato il Cardinale Kevin Farrel Amministratore Unico del Fondo Pensioni, con il compito di affrontare la crisi e preservare la stabilità del Fondo.

Ma ora il sindacato vaticano, che rappresenta i lavoratori colpiti e le potenziali vittime del tracollo economico, fa sentire la sua voce. “Troppa opacità sulle nostre pensioni”, dicono, e questo è il titolo con cui Franca Giansoldati su Il Messaggero riporta la questione.

“Avevamo intuito che prima o poi sarebbero stati presi provvedimenti sulle pensioni, e oggi abbiamo avuto la conferma che si stanno prendendo misure strutturali urgenti”, esordisce l’ADLV, l’unico sindacato vaticano, che riunisce oltre 4.000 lavoratori curiali. L’ADLV sottolinea che ogni decisione in materia viene dall’alto senza alcuna consultazione con i lavoratori.

“È chiaro che qualcuno ha proposto al Papa un intervento del genere, visto che il Pontefice non può certo conoscere da solo i dettagli dei conti del Fondo Pensioni. A chi ha suggerito questa manovra diciamo che non siamo nemmeno a conoscenza del bilancio del Fondo”.

“I dati non sono pubblici”, assicura ADLV. “Tuttavia, quando contribuiamo alla gestione finanziaria o pensionistica, poiché paghiamo con i nostri contributi, i conti dovrebbero essere accessibili a tutti. In Vaticano, invece, questi aspetti vanno a beneficio solo di alcuni, mentre dovremmo capire come vengono gestite le trattenute in busta paga dei dipendenti. Le pensioni sono anche e soprattutto una garanzia per le generazioni future, per una questione di equità e giustizia, che hanno diritto a un futuro dignitoso grazie a una pensione adeguata”.

Continuano a insistere sulla mancanza di trasparenza: “Chi certifica le passività?”, chiedono, con un’affermazione insolitamente dura.

Sostengono di aver già fatto la loro parte per risolvere una crisi che, sebbene celata, era già nota:

“La stragrande maggioranza dei dipendenti vaticani ha già stretto la cinghia. Il taglio su un periodo di due anni avrà un effetto pesante su molti: anche 20.000 euro a fine carriera. Gli stipendi non sono stati indicizzati al costo della vita, mentre l’aumento degli affitti delle proprietà vaticane è stato legato all’inflazione”.

Il sindacato sostiene che il sistema di controllo delle spese è fallito: “In Vaticano sono fiorite le consulenze e sono state date promozioni senza alcun concorso pubblico. Se ora si vuole intervenire sulle pensioni, quali risultati ha portato la riforma finanziaria di quattro anni fa? Quali risultati ha ottenuto il personale assunto ad hoc, spesso con stipendi di tutto rispetto?

“La Segreteria per l’Economia ha pensato a una riforma strutturale per aumentare le entrate della Santa Sede o a tagli che non colpiscano solo il personale, i cui stipendi sono ridotti al minimo? Ha tenuto conto della particolare attenzione che il Papa ha sempre riservato alle famiglie e alle loro esigenze? I dipendenti, stremati dai tagli e, soprattutto, dalla mancata risposta alla loro legittima richiesta di essere ascoltati, anche attraverso l’ADLV, ritengono di aver già contribuito, al meglio delle loro possibilità, a coprire il deficit e restano attenti a possibili accordi futuri. Ci auguriamo che l’ADLV venga presto ricevuta per discutere di tutte queste problematiche”, affermano i sindacati.

 

 

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