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Padre Diep, vietnamita martirizzato dai comunisti, sarà beatificato

 Padre Diep offrì la sua vita per salvare quella di 70 suoi parrocchiani dopo che questi avevano rischiato di essere bruciati vivi.

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Foto: Asianews.it

Redazione (27/11/2024 15:01, Gaudium Press) La Chiesa vietnamita avrà un nuovo Beato, il primo dei suoi martiri del XX secolo. In un’udienza concessa al card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi, Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto sul martirio di don Francesco Saverio Truong Bu Diep (1897-1946), sacerdote diocesano vietnamita ucciso in odio alla fede durante la prima guerra del Vietnam.

La causa di beatificazione – iniziata ufficialmente nel 2012 – è un segno importante per la Chiesa vietnamita, che nella seconda metà del XX secolo è stata chiamata a testimoniare la propria fede in mezzo a guerre e persecuzioni.

Ed è significativo che la notizia sia arrivata proprio il 24 novembre, giorno in cui il Paese celebra la festa liturgica dei santi martiri vietnamiti, 117 persone che, guidate da don Andrea Dung Lac – canonizzato nel 1990 da Giovanni Paolo II – sono state vittime delle ripetute persecuzioni subite dalla Chiesa in questa terra nel XVIII e XIX secolo.

Originario della provincia di An Giang, nel Delta del Mekong, don Diep aveva studiato nel seminario di Phnom Penh, sotto il cui vicariato apostolico si trovava allora l’intera area. Fu ordinato sacerdote nel 1924 e sei anni dopo fu assegnato alla parrocchia di Tac Say, nell’attuale diocesi vietnamita di Can Tho.

Servì quella stessa comunità per 16 anni, fino al martirio, e promosse anche la nascita di nuove comunità cattoliche nel Delta del Mekong, nei territori tra Vietnam e Cambogia.

Negli anni 1945-1946 la parte sud-occidentale del Vietnam fu gravemente devastata dalla Prima Guerra d’Indocina. I villaggi furono distrutti e la gente, che viveva nel terrore della guerra, fu evacuata. Gran parte della regione in cui viveva padre Diep fu occupata dai Viet Minh, un’organizzazione paramilitare comunista.

La maggior parte dei sacerdoti lasciò la regione e a padre Diep fu consigliato di andarsene, ma lui rispose con fermezza: “La mia vita e la mia morte sono per il mio gregge. Il pastore deve rimanere là dove si trova il gregge”.

Il 12 marzo 1946, i Viet Minh lo arrestarono, insieme a settanta dei suoi parrocchiani di Tac Say. L’intero gruppo fu rinchiuso in un granaio e minacciato di essere bruciato vivo.

Padre Diep si offrì perché fosse ucciso lui solo e gli altri fossero lasciati in vita. Dopo averlo ucciso, ne mutilarono il corpo gettandolo in un pozzo poco profondo. La gente recuperò i suoi resti e dal 1969 sono sepolti nella loro chiesa di Tac Say. Sono venerati da coloro che si affidano alla sua intercessione.

Tra coloro che professano una particolare venerazione per padre En Diep c’è il cardinale vietnamita Jean-Baptiste Pham Minh Man, arcivescovo emerito di Ho Chi Minh City, che oggi ha novant’anni e lo ha conosciuto quando ne aveva otto.

Qualche anno fa – parlando con AsiaNews – lo ricordava come “un santo sacerdote, sempre preoccupato per il futuro della Chiesa e pronto a incoraggiare i fedeli a impegnarsi pienamente nella loro fede”. Ovunque andasse, continua il cardinale, “si impegnava a costruire luoghi di culto e case per i fedeli. Ha vissuto ed è morto per loro”.

Con informazioni di Asianews.it e cath.ch.

 

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