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Siria: i cristiani potranno celebrare il Natale?

Un esperto del settore ha parlato della possibilità di conversioni forzate all’Islam. Biden esulta per la caduta di Al Assad, ma non si impegna per il futuro della Siria.

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Foto: Screenshot / Youtube

Redazione (10/12/2024 09:51, Gaudium Press Nuovo governo, in via di consolidamento, in Siria, con Bashar al Assad e famiglia rifugiatisi da poche ore in Russia. L’ex Paese mediorientale fa il ping-pong tra una Russia che non ha saputo proteggere il suo ex alleato e che ha ancora interessi vitali in quel Paese, e un Biden che ha annunciato allegramente che il regno della felicità è arrivato (“Finalmente il regime di Assad, che ha brutalizzato, torturato e ucciso centinaia di migliaia di siriani innocenti”, ha detto dalla Casa Bianca), è caduto in questa nazione sofferente che dal 2011 ha contato più di 300.000 morti.

Ma i cristiani potranno festeggiare il Natale in Siria?

A maggioranza musulmana, in Siria vi sono circa 2,5 milioni di cristiani, per lo più ortodossi, e circa 300.000 cattolici.

Il nunzio in Siria, il cardinale italiano Mario Senari, fa quello che può quando gli vengono chieste dichiarazioni in un clima ancora incandescente ed esplosivo: “Coloro che hanno preso il potere hanno promesso che tutti saranno rispettati, che nascerà una nuova Siria, e speriamo che mantengano le loro promesse, ma è chiaro che la strada da percorrere è ancora incerta”, ha detto il porporato. Per ottenere la “ricostruzione [del Paese] e un minimo di prosperità per tutta la popolazione”, il cardinale chiede “l’aiuto della comunità internazionale”.

La domanda è cosa farà Hayat Tahrir al-Sham e i suoi seguaci, ora al potere. Faceva già parte dello Stato Islamico jihadista, ma dice di avere adottato un atteggiamento moderato. Annuncia che le terre sotto il suo territorio saranno soggette alla Sharia, la legge islamica, ma applicata in forma leggera.

Naturalmente, Biden, che annuncia il “regno della felicità” in Siria, non si impegna a garantire che questo sarà una realtà: “ora c’è un momento di rischio e di incertezza”, ha detto. In effetti, il passato continua a dare lezioni, e la caduta di Hussein in Iraq nel 2003, a seguito dell’invasione da parte di americani e alleati, lungi dall’essere il paradiso in terra per quel Paese, fu l’occasione per lo stesso Stato Islamico di seminare un regno di terrore, spazzando via la presenza cristiana nella storica Valle di Ninive, imponendo un successivo intervento americano.

“Quando in passato li abbiamo visti [i ribelli islamici] prendere il controllo di aree in cui vivevano i cristiani, questi ultimi sono stati trattati con severità, comprese conversioni forzate all’Islam e altri atti di questo tipo”, ha dichiarato a CBN News Jonathan Spyer, un esperto della storia di questo Paese.

Biden, nella sua esultanza, non ha assicurato che ciò non accadrà. Ha detto solo che gli Stati Uniti cercheranno di lavorare con i loro partner internazionali per “stabilire una transizione politica”. Ma al governo democratico restano solo pochi giorni, e i problemi connessi non saranno suoi. (CCM)

 

 

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