Mons. Cordileone risponde all’alterigia di Nancy Pelosi

 L’arcivescovo di San Francisco chiede preghiere per la conversione dell’ex portavoce Pelosi e le ricorda che la sua responsabilità è quella di salvare le anime.

Foto: Arcidiocesi di San Francisco

Redazione (13/12/2024 16:33, Gaudium Press) L ‘arcivescovo di San Francisco, Salvatore Cordileone, ha risposto alle dichiarazioni arroganti dell’abortista democratica Nancy Pelosi, ex presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, che si è vantata pubblicamente di continuare a ricevere la comunione nonostante il divieto del suo vescovo Cordileone. Il prelato chiede preghiere per la conversione di Pelosi e ricorda che il suo dovere pastorale è quello di insegnare, correggere e cercare la salvezza delle anime.

In un’intervista al National Catholic Reporter, Nancy Pelosi ha ribadito che continua a ricevere la comunione nonostante il divieto imposto dall’arcivescovo di San Francisco, Salvatore Cordileone, a causa della sua posizione di  difesa dell’aborto.

La Pelosi ha detto che la decisione dell’arcivescovo non influisce sulla sua pratica religiosa. “Ricevo la comunione comunque. È un problema suo, non mio”, ha detto. Pelosi ha detto che l’essenza della sua fede risiede nel suo rapporto personale con Cristo.

L’arcivescovo Cordileone aveva spiegato il suo divieto in una lettera pubblica, sostenendo che le azioni di Pelosi rappresentano uno “scandalo pubblico” in quanto promuovono politiche contrarie alla dottrina cattolica. Secondo l’arcivescovo, la sua mossa mira a invitare la Pelosi a una “conversione del cuore” che la allinei all’insegnamento della Chiesa sulla dignità della vita umana.

In risposta alla dichiarazione della Pelosi, l’arcidiocesi di San Francisco ha rilasciato la seguente dichiarazione del suo arcivescovo:

“La recente intervista di Nancy Pelosi al National Catholic Reporter ha sollevato diverse richieste di commento a questo riguardo. Innanzitutto, vorrei rinnovare la mia richiesta di preghiere per la conversione della presidente della Camera sulla questione della vita umana nel grembo materno, perché sia coerente con il rispetto per la dignità umana che dimostra in tanti altri contesti. Per quanto mi riguarda, mi vengono subito in mente le parole del profeta Ezechiele:

“Se il giusto si allontana dalla sua condotta retta e fa il male quando io gli metto un ostacolo, morirà. Poiché non l’hai avvertito del suo peccato, morirà e le azioni giuste che ha compiuto non saranno ricordate. Tuttavia, ti riterrò responsabile del suo sangue. Ma se avvertirai il giusto di non peccare e lui non peccherà, vivrà certamente grazie all’avvertimento e tu avrai salvato la tua vita”. (Ezechiele 3:20-21)

Come pastore di anime, la mia prima preoccupazione e responsabilità è la salvezza delle anime. E come ci ricorda Ezechiele, perché un pastore compia la sua missione, è suo dovere non solo insegnare, confortare, guarire e perdonare, ma anche, quando necessario, correggere, ammonire e chiamare alla conversione. Uno dei modi più efficaci per un pastore di adempiere a questi doveri è il dialogo, un dialogo onesto, in cui entrambe le parti ascoltano apertamente e sinceramente, cercando di capire l’altro e di essere onesti con se stessi. La mia esperienza personale mi ha insegnato che questo tipo di dialogo può dissipare i malintesi, sciogliere le ostilità e costruire nuovi legami di amicizia.

Ribadisco quindi ancora una volta il mio fervido appello alla Presidente della Camera Pelosi affinché questo tipo di dialogo abbia luogo. Chiedo di dialogare non solo nelle aree di disaccordo, come ad esempio se possa mai essere moralmente accettabile porre fine a una vita umana innocente, ma anche in altre aree critiche in cui le nostre prospettive in difesa della vita e della dignità umana sono allineate, specialmente di fronte alle minacce alla libertà religiosa a livello internazionale e alla condizione degli immigrati a livello nazionale. Questo non dovrebbe essere un problema, perché i cattolici non hanno paura della verità.”

Con informazioni di InfoCatólica