Trascorrere il Natale nel deserto
Natale, tempo di feste e celebrazioni, di religiosità e fede, di fiori e colori, di decorazioni e musica commovente. Ma c’è un’altra situazione che alcuni vivono in questo periodo: il deserto e l’aridità della cosiddetta depressione natalizia.
Presepe nella casa degli Araldi a Ponta Grossa, Paraná – Foto: João Paulo Rodrigues
Redazione (26/12/2024 11:07, Gaudium Press) L’arrivo del Natale è il periodo più solenne dell’anno. Le persone diventano più tenere di cuore, i bambini più gioiosi e i devoti più toccati nella loro spiritualità, sperimentando la speranza e la grazia della venuta di Cristo sulla terra ancora una volta.
Come ho sentito dire recentemente da un sacerdote, il Natale non è “il compleanno di Gesù”, ma una nuova venuta di Gesù, quindi più che una tradizione è un mistero vivo che si rinnova ogni anno.
Tuttavia, ci sono due realtà che non possono essere ignorate. Una è il volto puramente commerciale del Natale, quando le vendite e i profitti contano più di ogni altra cosa. Questo è il Natale che dovremmo evitare.
Commercio e dolore
I cattolici possono fare regali ai loro figli, ma devono farlo raccontando loro la vera tradizione di fare regali in questo periodo dell’anno, che deriva dalla gentilezza di San Nicola e di cui si è appropriato il settore commercial, caricaturandolo nella figura di Babbo Natale.
E dovete accendere nei vostri figli la vera fiamma dello spirito natalizio, raccontando loro la bellezza della nascita di Gesù Bambino attraverso il presepe, la lettura del Vangelo e le preghiere in famiglia, in modo che i regali diventino secondari rispetto a questa santa realtà.
L’altra questione che non può essere ignorata è la cosiddetta “depressione natalizia”, che colpisce alcune persone in questo periodo dell’anno, portando a una profonda tristezza.
Alcuni attribuiscono questa tristezza esacerbata a una mancanza di fede.
Un’angoscia senza spiegazione
Gli esperti cercano di trovare giustificazioni che vanno dai traumi infantili alla nostalgia per i propri cari scomparsi. Ma in realtà l’angoscia e la malinconia che attanaglia questi cuori non sono sempre legate a traumi o alla perdita di persone care.
L’angoscia è amplificata dal senso di colpa che alcuni provano per non essere all’altezza delle aspettative di chi li circonda, non lasciandosi penetrare dalla grazia del Natale.
Poi arriva la sensazione di non sentirsi amati da Dio, una tentazione molto comune per le persone: pregare e avere la sensazione che le loro preghiere colpiscano un enorme muro duro e freddo e tornino indietro vuote e senza significato.
I libri sacri dicono che “l’inferno è l’assenza di Dio” e molte persone, proprio nei giorni che precedono la venuta di Dio sulla terra, sentono questa assenza di Dio nella loro vita, in una delle prove più terribili che si possano sperimentare.
Soli nel mondo
Gli psicologi cercano di attribuire questo disagio al fatto che le persone sono sole. E sì, ci sono persone che vivono da sole e che si sentono ancora più sole in questo periodo dell’anno, ma non è la regola, perché c’è chi vive da solo e, a Natale, va a trovare la famiglia o si ritrova con gli amici per le feste, senza che questo influisca sul suo lato emotivo.
Allo stesso tempo, ci sono persone che vivono in famiglia, hanno famiglie strutturate, eppure sono ancora afflitte da una terribile sensazione di solitudine, angoscia e tristezza, che di solito passa non appena il Natale è trascorso o pochi giorni dopo.
Se questo articolo raggiunge alcune di queste persone, quello che ho da dire loro è di non disperare, perché tutto passa. Cercare di andare in chiesa, di partecipare alla Messa; se sono in stato di grazia, ricevano la comunione e consegnino il loro dolore alla Madonna, chiedendole di alleviare il dolore delle loro anime e di condividere con loro la gioia dell’arrivo di suo Figlio.
E coloro che, pur avendo compagnia, si sentono soli al mondo, dovrebbero cercare di pregare insieme ai loro cari, e lasciarsi curare e consolare. La famiglia e gli amici svolgono un ruolo fondamentale per la salute emotiva di ciascuno di noi. Considerate che questo sentimento è una prova e cercate di attraversarlo con fiducia e fede.
Pensate alla tristezza di Giuseppe e Maria per non aver trovato riparo in nessuna locanda o casa di Betlemme, e aprite la porta del vostro cuore perché la Madonna entri e dia alla luce suo Figlio, il nostro Redentore.
Preghiamo per loro
E coloro che vivono con persone in questa condizione, comprendano, rispettino, siano presenti e preghino per loro.
E chiedo a tutti di pregare per i loro fratelli e sorelle che stanno affrontando questa sfida, soprattutto per quelli che sono tentati di attentare alla propria vita. Che Dio si prenda cura di ciascuno dei suoi figli che stanno affrontando i peggiori deserti spirituali nel momento più sublime della storia umana, l’evento che ha diviso la storia: la nascita di Gesù, il nostro Redentore.
Offriamo un sacrificio spirituale a queste anime doloranti, chiedendo che i loro Angeli custodi li aiutino a superare questo terribile deserto, donando loro la vera, indispensabile e santa gioia del Natale.
Di Afonso Pessoa
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